Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

678 E. Gordon Oraig troppo facile arrivo im._ q~ei ,paraggi, c,~i gitanti a raooatt?'r _sass~e aidappiccicarli su pezzi di cartone, altri a strappar rametti drsahce per mandarseli a casa, a New Elsinore, U. S. A. Però mi consolavo dicendo : « Non andrò mai in Damrmarca, così tutto va bene)). Invece un giorno arrivai in Danimarca, nell'amno 1926, e oo– lllobbi gli amici Johannes e Ulla Paulsoo, della direzione del Teatro Nazionale di Copooaghen. Una mattim.a, quandlo ormai mi ero libe– rato dal la,voro ch'era stato lo scopo del mio vi,aggio, Johannesi com– parve lllell'albergo a propormi di far im.sieme, prima della mia par– tenza, una gran gita ilil automobile: - Andiamo a Elsim.or. Lo ha mai visto il castello di Elsinor ?' - Non ho mai visto il castello di Elsinor. · - Oh, è magnifico. Magni:fi.oo. Ci andiamo? - E potrò vedere la tomba di Amleto ? - chieRi. - Certo, - rispose. - E ainche il ruscello d'Ofelia'! Anche quello avrei potuto vedere. E così tutto fu combinato. La mattina dopo si partì, Johanne , Ulla, le due signorine Behrenst ed io, ma-estosamente seduti in una grande macchina, alla ricerca, della tomba d'Amleto, del ruscello d'Ofelia! Non c'è tanta strada da Copenaghen ad Elsinor, e perciò non . .si aveva gran furia; si fece la prima fermata assai presto. Lì accanto, alla strada era un'osteria pittoresca tanto che a Johannes parve ci si dovesse fermare e scendere a farle una visita. Così si scese e s'entrò, per vedere com'era accomodata dentro. V'erano quasi ,soltanto bot– tiglie e barili, e tavolilili e altre cose belle e buOIIle,e ne uscimmo pro– prio ,soddisfatti di quel bell'effetto di colore. Era una bellissima, mattina, splendeva il sole, cinguettavano gli uccelli, di nuovo si mise im.moto la macchina e andammo av,anti, alla volta di Elsinor .... di quell'uomo in lutto .... della fanciulla tutta vestita di bianco. Il tempo intanto s'era fatto molto incerto; pioveva e s'era lev'ato un po' di vento. Si seguitava a andare perché s'avvicim.ava l'ora di - colazione. Johamnes dliceva di conoscere UIIl luogo dove si sarebbe– potuto ma.m.giatqualcosa, « p-roprio un boccone)), prima di giungere a Elsinor ; e in fatti dopo mezz' org, ci si fermò a una trattoria. Si specchiava in un corso d'acqua. - Là, da quella parte, - diceva, Johrunnes, indicando la nebbia, - è il castello d'Elsinor. Gittai da quella parte uno sguardo di sfuggita e in fretta salii le scale e giunsi nella stanza da pranzo. Lì ci aspettava la soliqi, sor– presa che Johannes Paulsen preparava sempre ai suoi ospiti; nOlll. « Ulllboccone )) era portato sulla tavola, ma tre piatti immensi,, sui quali erano disposte in trofeo dozzine e dlozzim.edi ostriche, e altri stupendi pesci e frutti ; in più, di gram bottiglie di vino. Ci se– demmo al cospetto dell~ ostriche. Davanti a tutta queHa magni:fi.- BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy