Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

IPPOLITO NI.EVO. Uomo sruno, coscienza sicura, animo forte. Di non molti scrit– tori italiarni, a guardar bene nellla nostra letteratura, si scriverebbe oon tranquillità questa epigrafe. Il tono maggiore conviene in tutto a Ippolito Nievo: né l'impressione rettilinea e felice di questa vita senza ozio appare conturbata d~lla repentina più che tragica morte. Questa, in u!Il certo modo, assicura a lui una immagine perenne di giovinezza e di vitalità incorrotta: non incompiuta, oome si potrebbe scrivere e piangere di tanti altri, se !IlO!Il per ciò che lascia incompiuto di sé ogni uomo di vaJlido ingegno, muoia egli a trenta anni o a sessanta. NessU!Ilodice.quaggiù la sua ultima parola. Spera ognuno di dirla, e quando no!Illa morte, glielo tolgono oscuramento e .stanchezza. Di ciò nulla seppe il Nievo, e ne fu ben 10!Iltarno : e tuttavia la morte non ci lasciò U!Iltroncollle, ma un uomo in cui giovÌiilezza e maturità già avevano avuto tale ooergico co1I1giungi– mento da bastare ad esempio immortale. Accettiamo dunque che egli sia morto come muoiono i solldati: anche se non morto sul campo. Al servizio dell'Italia: anche se ormai vinta la guerra e cessata. Né vogliamo cedere troppo al– l'istinto di chiederci quello che egli avrebbe fatto se gli fossero rimasti altri anni da vivere, e magari tutti gli ottanta assegnati dallle Confessioni a Carlo Altoviti. Certo, per quella fibra attivis– sima, da fare non mancava. Si può supporre che egli avrebbe atteso in relativa· pace a co!Iltinuare il nuovo gra!Ilde romanw da lui incominciato, Il pescatore d'anime; ,si può supporre che vita pub– blica e pubblici incarichi lo avrebbero distolto per lunghi anni da ogni letteratura che non fosse politica; si può am.che supporre (lo pensavo un giomo pur io, edl ora forse sarei meno incline a pensarlo) che egli avrebbe ripreso tra Ile mani e meglio equilibrato il suo _grande romarnzo già scritto. ,Ma questa nolÌl è la vita che egli ci ha lasciato ; è vita che ci facciamo noi ; e l'insistervi soverchio può celare un sentimento i!Ilgiustamente inappagato di quello che da lui si era realmente vissuto e compiuto. Riccardo Bacchelli, ultimo in ordine di tempo a parlare del Nievo, presentandone, scelte da lui, « Le più belle pagine>> nella collezione diretta dall'Ojetti e stampata dai Treves, mi sembra BibliotecaGino Bianco

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