Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

LATINO FRANCESE, LATINO ITALIANO E LATINO LATINO. I giornali politici ci hanno dato negli ultimi tempi notizia di un conflitto scoppiato in Francia tra l'episcopato e la scuola laica per colpa della pronuncia del latino. I vescovi, per ordine di Roma, vogliono introdurre nei seminari, e, attraverso ai seminari, nella liturgia, quella pronuncia del latino che da noi in Italia è tradizionale da secoli. Roma docet; ma l'università francese non accetta leggi da Roma, e vuole che il latino sia dai Francesi letto alla francese. La chiesa romana si mostra anche questa volta meritevole- del suo epiteto di cattolica, universale, nell'esigere che il Credo risuoni uguale in tutte le chiese del mondo, che i sacerdoti s'intendano tra loro senza difficoltà al disopra dei ri– stretti confini nazionali, grazie a un'unica pronuncia di una lingua co– mune, di quella che è divenuta la lingua sacra del cattolicismo. Che la chiesa cattolica tragga la norma unica dall'uso italiano, che essa adem– pia anche nella lingua la sua missione, universale insieme e italiana, è conforme a una sua tradizione, costante almeno dal Rinascimento in poi : da allora .fino a oggi, la maggioranza del ,Sacro Collegio è stata sempre d'Itad.iani; dal secolo XV a oggi di papi stranieri ce n'-è stato uno solo. Molti domanderanno : la pronuncia italiana del latino è anche la vera pronuncia? La vera, no, perché, e lo mostrerò meglio più innanzi, pronunce vere di lingue morte non ci possono essere; più vera, sì, e sol– tanto, si può ben dire, per un caso fortunato. Fin quando non è sorta la nuova disciplina comparativa e storica dei linguaggi, la glottologia, che ha bisogno di stabilire, con la maggiore approssimazione possibile, come sia stato pronunciato un certo suono in un certo tempo, tutti hanno letto le lingue antiche alla buona, cioè come avrebbero letto un libro moderno scritto nella propria lingua. Questa consuetudine presenta un vantaggio evidente : risparmia lavoro. I bambini, quando si mettono al latino, hanno appena finito di sveltirsi nella lettura della lingua pro– pria : estendere tacitamente al latino convenzioni ortogra,fiche che non possono evidentemente valere se non per la lingua per la quale furono escogitate, non sarà scientifico, ma risparmia molte delucidazioni pre– liminari e fa giunger prima a quello che nell'insegnamento elementare delle lingue è essenziale, alla morfologia e al lessico. Ora tutta l'Europa centrale e occidentale adopra l'alfabeto latino, introducendo nell'uso di e-,so un numero di convenzioni ortografiche, ch'è minimo nell'italiano BibliotecaGino Bianco

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