Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

I TETTI ROSSI. RICORDI DI MANICOMIO. II. ALCOOL. Veramente, se entri in quella camera, hai l'impressione che Puniverso barcolli e ti vien fatto d'aggrapparti agli stipiti tanto il tremito e l'affanno di chi vi s'aggira sembra trasmettersi alle cose che egli guarda e tocca. Se aggiungi che l'uomo ansima e procede verso di te brancicando l'aria smarrito con gli occhi lucenti sbarrati e sanguigni, devi dominare i tuoi nervi per non retrocedere. E quando egli parla o mormora, l'incubo ti riafferra e la fan– tasia allucinata del folle ti dà illusioni e brividi che nessun artista !l)Otrà mai darti. Perché è veramente il sangue delle sue creature sgozzate che gli schizza sul collo e sul petto e che egli vorrebbe tergere, asciu– gare nascondere con le sue mani incerte ed è la sua femmina adul– tera quella che egli persegue di ,soppiatto lungo i muri e afferra per i capelli e trascina guardingo e calpesta poi, accompagnando il moto convulso dei piedi con immonde ingiurie. Finché la stretta si allenta, il pie\ie è stanco e v'è qualcosa che attrae l'uomo di sotto il letto e s'avanza piano [Piano e cresce e s'allarga e raggiunge il muro e l'assale e l'invade. Torma subdola, terrificante d'insetti che si fan vermi e serpi é mostri da sfuggire saltando e da schiacciare poiché l'uomo afferra quanto trova e si scaglia contro il muro innocente e lo tempesta di col[Pi.... . Terreo in volto, sudato, fiata affannoso e l'aria è satura d'alcool e di delirio. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy