Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

_ , LA BELLA STAGIONE DEL VERGA. Trovare a un autore la sua giusta prospettiva nel passato illOill è sempre facile : e gli uomini di questo nostro tempo, che si sono innamorati di Giovanllli Verga e ne fanno volentieri dfohiaraziollle, III.On sembrano molto in chiaro sul posto che gli si' assegnava ai suoi giorni. Amche di recente, nei baittibecchi che non m3Jllcarono sopra un carteggio verghiamo, riudimmo i torti del suo tempo verso lo scrittore, e il merito degli uomillli l'littuali di avergli fatto luce. · Pochi anni fa regnava su lui e su l'opera sua l'illldlifferenza, questo 1110n -è dubbio; da ciò il supporre che gli dovessero essere stati ingiusti anche i suoi co111temporamei.Ed ecco una tradizione bell'e formaita, e come lento pedale accompagna le frequenti elegie su la sorte letteraria del Verga: di u111,a generale imrparirtà di stima e frivolezza di giudizio che gli impoverisse l'aria a' suoi tempi, e perfino di una preferenza del pubblico verso il più fecO'llldoe più facondo suo fratello milllore, il Capuana. Noi ,amiamo oompi3Jllgere di mala ventura gli scrittori e gli artisti d'ingegno, e questo può anche onorare il nostro sootimooto : abbellisce infatti il rimpianto, e aggiunge un tono patetico al dramma che ogni artista, trailllle gli infatuati, porta realmente in sé stesso. Il mondo ci sembra fatto apposta per malconoscere gli artisti e per male giudicare di loro. Certo esso ha la sua psico– logia, indipendente da quella degli artisti, e 111essunodi costoro è taJ. fabbro della propria fortuna da poter volgere in suo favore tutti gli imponderabili della psicologia del mondo. Ora io non 111ego che il Verga subisse per molti anni una grigia eclisse, né con– testo che essa gli dovesse riuscir dolorosa; ma tutte le ricordanze de' miei anni d'infanzia e deUa stessa mia prima giovinezza mi h,a,rn1110 sempre i111dottoa credere che in un tempo anteriore, ossia al momento della sua coincidenza spirituale coi contemporanei, egli fosse uno dei nostri scrittori più onorati, amati e seguiti. Mi riferisco al così breve ciclo ,della mia vita infantile, quando gli orizzonti super3Jllo dli poco quelli della famiglia. Mia madre era, come t3Jllte siignore triestine di quel periodo, una gra111dedivora- • trice ,di libri moderni: non s'atteggiava a letterata, benché avesse il dono di una fervida fantasia, ma ,aveva i suoi autori prediletti : fra questi era certamente Giov3Jllni Verga, e oggi a111cora,veccihis– sima, ella lo ha presente. Io lessi tutti i libri. di lui fin da' mieil a111111i di ragazzo, i milanesi e i siciliani, i romantici e i veristi, per- · BibliotecaGino Bianco

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