Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

30 C. Alvaro - Vent-iqiiattr'ore sera ho bisogno dli lei. - Lo disse con Ulll tono di abbam.dono e di fe– rocia. La donna sorrise vagamente e rispose: - Perché? - In quel momento il Borriello si accostò per dire : - Guarda che razza di destino: io ora ho i soldi, voglio mam.giare, e non c'è più niente da mangiare. - Era tardi, il locale si chiudeva, e i tre amici col prete uscirono per ultimi, dietro la doJlna che si rassettava il mantello indosso come se riordinasse i propri pensieri. Si destavano 1I1ellacittà i rumori dell'alba, quando lo stesso movimooto è come un sogmo pesante. Il prete tremava dal freddo, e 0Onulllgesto meccanico si tolse la cro0e d'oro e se la mise in tasca,. non si sa perché. Il Borriello e il Ferro ca mminavano l'uno accanto all'altro, ,urtaindosi di quando in quam.do e dicevaino: - Che razza di sorte è la nostra! Gòi denari il ll tasca or a che non possiamo spen– derli, che non c'è più da mangiare e nolll ci soillo d'onne. E oon del lavoro trovato, ora che non sappiamo se domam.i saremo vivi o morti. - Il Mandorla discorreva con la donna: - Perché non oggi? Ch1ssà domaini ~e ci ritroveremo! È tam.to facile perdersi in questa città, e poi non si sa mai che può s ucoode re. - ,Ma ella gli diede il suo indirizzo col numero del telefono, dicendo: - Do– mani. - Sali su un autobus che passava in quel momento, sorrise· agitando una mano dfotro i vetri, scolllJparve. La notte termiillava, con un lungo brivido, la prima luce saliva dall'oriente come su– perstite da ulll paese lontano, e le nuvole nere le contrastavooo il passo. Il Mandorla p,rese il biglietto della donn0i, ne fece una pal– lottola, lo buttò lontano. Il Ferro corse a raccattarlo, e alla luce di un lampiollle lesse questo nome: Jenny. - È un bel nome, -· aggiu1I1se,e se lo r1pose in tasca. Senza che si notasse nessulll tra– passo, il sole con le sue spade d'oro disperse le nubi e illuminò de– bolmente le case come ulll lume troppo alto. I tre amici si trovavano seduti sulla soglia di una chiesa, aspet– tando che si aprisse, perché il prete v,oleva dire il suo o:ffizio.- Mi pare, - disse il Ferro, lambito da un raggio di sole; - che noD.1 sia accaduto nulla a nessuno. li'orse la profetessa si è sbagliata. Fino a che ora bisogna aspettare per esseme certi? - Ventiquat– tr'ore. Alllcora sei ore. - Restituiscimi quel biglietto coll'indirizzo, di Jenny, - disse il Mandorla, - è mio. CORRADOALVARO. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy