Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

Ritratto di Carneade 11 aggrappati ad una tavola sola. Dopo la disfatta, i111seguito,tu sei a piedi e incontri U1I1 altro che è ferito ma è a ,cavallo : puoi prendergli il' cavallo facilmente e sarà la tua salvezza. Che ti dice la giustizia? Lascialo. Ohe ti dice la saggezza? Prendilo. Sorno esempi inquie– tanti, perché se 111ellavita non ci troviamo precisaooente a questi casi, ci troviamo a mille altri casi simili .... Lo stesso Lattanzio, al quale specialmente dobbiamo le notizie su Carneade, si trova im– brogliato, e si contenta di dare una spiegazio111e troppo sempljce e che pare la caricatura di quella di fra Cristoforo: che non ci siano né sfide, né prepotooti, né rbastoillate. Il buo111 cristiano, egli dice, non si troverà mai a questi casi; non a quello dei due naufraghi, non all'altro. Ammiriamo l'arg01IDento: ma a mille altri casi, come dicevo, si troverà anche il ,buo111 cristiaJilo. Anche quelli so1110 inquie– tanti, specialmente i più umili : pochi si troveranno nel caso del naufrago o del fugg~tivo: ma molti, anzi tutti, ci trovi8/mo a ven– dere e comprare, e perciò a metterè a prova la saggezza per noi, la giustizia per gli altri. Carneade però voleva arrivar'e a parlare della giustizia e della I saggezza 111ella politica. E la parte ò'ella sua orazione che fece più colpo sui Romani fu appunto quella in cui applicò le sue osserva– zioni sulla giustizia e sulla saggezza alla politica. Il diritto, la giustizia dev•ono essere gli stessi per individui e nazioni. Lasciamo l'individuo, che potrà anche preferire la giustizia con suo dam.no. Ma quale è lo stato che possa preferire una giustizia che lo abbatte, lo im,debolisce e lo dissolve, a una saggezza che gli dà vita e potenza e gloria ? quale è lo stato che 1110n sia, consciamente o inconscia– mente, più l'laggio che giusto? Il ,Martha, che ha scritto di Carneade, cita qui a proposito il ,Machiavelli. Si può aggiungere che Oarn'.e8ide dette della politica un'analisi essenzialmente machiavellica, ma lllOIIl della .freddezza del Machiavelli. ·Si contenta di dire che cosa è, non dice col Machiavelli che deve èssere così ; e aveva osaito dire ai Ro– mani, dire irn faccia a Catone, che la politica di Roma era saggia ma non giusta. Non glielo disse così apertis verbis; ma lo fece ca– pire, e oh co111 quanta chiarezza. Prese l'esempio di Alessamd!ro: ' Alessandro sarebbe stato Alessandro se avesse rispettato sempre la giustizia ? E di Alessandro ricordava un aneddoto : che una volta domandò a un corsaro1 qual cattivo genio lo spingesse a predare i mari e con una sola nave. « Lo stesso cattivo geniò >> rispose il cor– saro « che spinge te a predare l'universo: io ho una piccola fragile 111ave mi chiamano pir3ita; tu hai una flotta potente e ti chiamano conquistatore. >> OaMeade è stato in ogni tempo coperto di vituperi, appunto per questo dlj_scorso. È stato chiamato cinico, sfacciato, sofista. Tutte cose discutibili. E almeno dovrebbero tutti riconoscere che a tenere a Roma questo linguaggio ci voleva del coraggio. E aJilche lo scan- ibl,oteca Gino Bianco Fondazione Alfred LeWin Biblioteca Gino Bianco

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