Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

LA FILM PARLANTE. Accompagnata da un gran scalpore di polemiche, la film sonora sta entrando rapida anche nel nostro costume. Giudicarla spassionati non è facile tra il livore degli esteti da un lato e,, dall'altro, l'entusiasmo facilone dei tecnici : ma ci proveremo, alla buona. Ecco il fatto: quella del cinema è un'estetica fondata sull'imme– diata realtà delle nostre sensazioni cioè sulla partecipazione diretta dei sensi interessati. La prima gioia che il cinema ne dà ,è tutta visiva: l',oc– chio, che vede -sempre mediocremente sulla scena, vede chiaro sullo schermo e vede ogni cosa con un incisivo nitore. L'immagine insomma parla finalmente all'occhio un giovanile linguaggio, ed in questo lieto « a tu pér tu » lo spirito si rinfresca e si satura di spaziosa realtà. Men– tre il figurato spazio gli corre così giovanilmente incontro, lo spirito sì rinnova in quell'infantile orgoglio veristico che allo spettatore d'una celebre film parlante faceva dire nel _Purgatorio: non vide me' di me chi vide il vero. Su questa gj_oia realistica, fondamentale, la civiltà meccanica ha evidentemente contato. per far del cinema lo spettacolo integrale del nuovo tempo, la festa economica dell'immagine, del colore, del suono, della plastica. Con l'immagine, la tecnica non s'è considerata che alla prima e alla più umile delle sue conquiste. Evidentemente, sin da,i primi anni del secolo vente'simo, in cui le films cominciarono ad interessare la folla, la tecnica cinematografica covò l'ambizione segreta di conqui– stare all'immagine il colore, il suono, il rilievo. Più o meno espresso, fu ed è questo il programma inventivo di tutti i laboratori, dove lo sviluppo tecnico del cinema si considera, per ogni verso, infinito. Come genio inventivo, il cinema si reputa, ed ,è, anc6ra all'infanzia. Senonché, in questo primo ventennio d'esperienze, l'estetica del cinema s'è affermata con una tale brillante autonomia da lasciar del tutto in ombra l'infantile tecnica. L'estetica h'a saputo far del cinema l'arte pura dell'immagine, scoprendo e creando nell'immagine valori espressivi diffusi la cui eloquenza è anche più incisiva di quella della parola. L'estetica ha anche saputo scoprire e creare, negli animati spazi compenetrantisi, una musica nuova, un nuovo spazio-tempo dai ritmi eccitantL L'estetica aveva dunque già solennemente dichiarato che l'im– magine bastava a sé stessa, ch'essa non aveva alcun bisogno di pa,. BibliotecaGino Bianco

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