Pègaso - anno I - n. 3 - marzo 1929

Due nemici 317 ha l'aria di camminare sopra un tappeto profondo invece che sulle mattonelle sconquassate e rumorose della corsia. E più in là, in fondo alla corsia, sul ripiano, per le scale, richiami affrettati, qual– ch~· voce che scop!Pia, ma subito muore anch'essa in quella trama di soffi da cui tutta la casa sembra da qu.alche momento irretita. Mi tengo con i denti il cuore che sobbalza; e forse l'austriaco fa altrettanto nel letto accanto al mio. Ma un rombo di motore che , giunge dalla strada, e il r~preso vigore di tutte le voci intorno e dentro la casa spezzano di colpo l'attesa e la pena. Il Re è già uscito dall'ospedale. - Compagno mi stanza, ho mentito. Io non ho mai conosciuto il Re di persona, e il Re certo ignora anche il nome di questo giovane poeta, sperduto fra milioni di sudditi, che un giorno ha lasci~to le sue carte e i suoi sogni e se ne è andato alla guerra .... Dove sei, architetto Hermann Alcsuti ? Non ho s~puto più nulla di te, dOII)oaver vissuto con te giorni che parvero indimenticabili a tutti e due; ma se il mio ![)ensiero si volge a cercare la tua immagine, ti vedo sul ponte più alto di una c11,sa costruita da te, al limite estremo della città, lungo una strada che già sa di campagna. Ti vedo tra un intrico di sustacchine e di antenne, sullo sfondo di un cielo abbagliante come quello del tuo ultimo volo, e penso che ti basta mostrarti di lassù alla gente che passa per via, uomini, donne, fanciulli, e ogni tanto alza la testa a curiosare fino a quale altezza l'ossatura della casa nuova si sia impolpata di muri e di volte, ![)er giustificare di fronte a costoro il tuo miracoloso-ritorno sulla terra, quando già t'eri incielato fino a confonderti, secondo la fantasia di Nardi, fra gli arcangeli che veglieranno il trono del Signore nel giorno del giudizio. Ti vede così il tuo compagno d'ospedale e invidia la tua sorte, perché egli non sa se un giorno potrà, dal vertice di un' O![)eracom- · piuta, giustificare anche lui agli occhi degli uomini un ritorno altrettanto miracoloso, e di essere sfuggito a un destino, che giu- - stamente forse voleva la sua vita chiusa a quell'ora, e sulla sua vita, a quell'ora e non oltre, il giudizio di Dio. ' FA USTO M. MARTIN!. ·Biblioteca Ginò B1a-nco

RkJQdWJsaXNoZXIy