l’ordine civile - anno II - n. 23-24 - dicembre 1960

l'hrdine civile :....::...:....::::..::.:..:.::..-=.::...::...c:..:...c _____ ..c_ _____ ·----- fonti ». Si pensi al titolo stesso del Sillabo, che la cc Quanta Cura » presenta ed acconi·pagna : ccSyllabus seu collectio erro– n;m modernorum ll. In questa prima fase dell'errore moderno, esso si m~~ nifesta come un insieme di posizioni dottrinali, rigide e pre– cise. Esso è sopratutto mta filosofia. La società è ancora, nonostante le convulsioni politiche, nel suo ordine tradizionale. La rivoluzione moderna è già compiuta, ma nella filosofia: Hegel e Marx hanno già com– . piuto l'opera loro, Nietzsche sta iniziando la ·sua. La politica è già piena di idee rivoluzionarie, mà la - società è ancora intatta. Non a caso Peguy faceva risalire agli ultimi anni dell '800 la nascita della società moderna cioè la trasfusione della filosofia moderna integralmente non solo sul piano della politica, ma della morale, -del costume dei popoli. La sovversione della tradizione universale e di quella cristiana, l'agnosticismo, di massa, l'ateismo di Stato no1;1 sono ancora nati. La vita comune dell'Europa della meta dell'800 è ancora solidamente fondata sui legami del passato. E' già diverso il linguaggio di S. Pio X. Anche S. Pio X ha dinanzi degli errori; anch'egli nella ccPascendi » fa un lungo esame di dottrine, quelle dei modernisti. Ma egli già non ha più dinanzi solo delle idee, ma, come egli stesso dice, ha dinanzi un ccartificium ». •« E' infatti artifizio• astutissimo dei modernisti di non esporre le loro dottrine secondo un ordine ed un sist~ma unitario, ma sparse e come indipendenti le une dalle altre,. per sembrare dubbiosi ed incerti, mentre al contrario sono fermi e costanti-l>. L'errore modernista è in sostanza l'errore moderno: ma è l'errore moderno esposto in modo da cercare di in– durre la coscienza cristiana ad accettarlo. Si tratta cioè non di neaare le verità tradizionali ma di esporle in modo tale· ~ - e con tali interpretazioni da renderle in sostanza compa- tibili con la filosofia moderna. L'errore moderno ha cessato di essere una filosofia per diventare una cultura. Si badi infatti" che non è diretta– mente alla filosofia moderna che i modernisti si rifanno quanto alla scienza, sopratutto alla scienza storica: e se d_i filosofia parlano, parlado di filosofie, come ad esempio quella bergsoniana, che pur rimanendo del tutto fuori dell'orizzon– te tradizionale,· si pongono in termini critici per rispetto alle posizioni classiche della filosofia moderna. La filosofia moderna è ormai un postulato indiscusso e pressochè invisibile di tutto il mondo intellettuale. I prin– cìpi cattolici tradiziondi sono rigettati per consenso comune anche da chi non si riconoscerebbe per kantiano, o per hegeliano o per marxista: e coloro che si dicono cattolici tendono sempre più a limitare il valore di questa asserzione al terreno strettamente religioso. Passiamo dal magiistero di Pio X a uuello di Pio XII. Non ci troviamo più di fronte a un fenomeno sostan– zialmente o prevalentemente filosofico. Lo spirito moderno domina tutto: domina la cultura e la politica, la scienza e la tecnica, il costume e la morale. La tradizione civile e religiosa del genere umano è interamente sovvertita. Dio ne è stato rigorosamente eliminato dall'ateismo ad oriente, dall'agnosticismo ad occidente. Per_la prima volta nella sto– ria viviamo veramente nel regno dell'umanesimo integrale. Gli dei sono stati interamente cacciati, il paganesimo è stato respinto dall'Europa e dall'America, Dio ed il Cristo sono stati negati. • Mai l'uomo aveva rairn;iuilto ·più da vicino lo stato pro– meteico. Ma quest'umanità triste e sfrenata, impaurita ed eccitata, serva della paura e dell'ansia, senza gioia, priva del bene antico dell'ingenuità e ·dell'attesa pagana, priva della s~ggezza olimpica e della mistica precristiana, priva della pienezza della Divinità del Cristo, priva di tutto ciò che è dono e fa ricca la vita, ridotta ·la libertà a nudità, sterilità e morte, ·questa umanità co·moiutamente moderna 1è la -cosa più lontana dal mito prometeico che _si possa immaginare. L'età moderna ha raggiunto la sua pienezza: e la sua pienezza è la morte . 1 Essa ha realizzato una società senza Dio: ed una società senza Dio è la morte. Ma attraverso la tragica esperienza del figliuol prodigo, Iddio prepara fa via. della vita. o 'pag.' 3 ll Concilio della fine dell'età mo'derna. Il concilio si trova dunque a questo punto del pro– cesso che diciamo « società moderna ». ·Come in tale stato la società moderna nuoce alla Chiesa? Questa ci pare la prima domanda da proporsi, in un ·,Concilio che ci sembra, nell'intenzione del Papa, legato alla riforma della vita e dei costumi~ del popolo cristiano. Lo spirito moderno nuoce oggi alla Chiesa in quanto tende a dare ai cattolici un senso della natura e della sto– ria umana che coincide del tutto con quello che la Scrittura chiama il ,cc mondo l>. Con la società moderna, il ccmondo » non è p1u un termine spirituale soltanto, l'indicazione di uno spirito: è una totalità, un 'istituzione solida, stabilita, ovvia quasi. Il principio stesso della Civitas ho-minum agostiniana è oggi· incarnato formalmente, istituzionalmente, nelle_ leggi, negli Stati, nei testi di dottrina, nei corpi sociali. L'amore di se sino al disprezzo -di ,Dio, oè oggi la r1;gola della -civiltà, della politica, dell'economia, della cultura. Allora i cattolici sono tentati di venire a compromesso con il mondo: ed una serie di falsi profeti e di eretici, più ~- meno nascosti, oHrono i termini medi, le vie di in– contro con il mondo e i. mezzi per la giustificazione di tale incontro. " .Si è abusato dello spirito di pace, della distinzione Lra Chiesa e Stato, della trascendenza della Rivelazione ,cri– stiana, del desiderio di una miglior comprensione delle istan– ze dei cristia,ni separati, delle necessità dell'apostolato e di quelle della pace temporale della Chiesa, al fine di costituire_ i termini di un compromesso. Tutto ciò induce i cattolici nella tentazione di spezzare l'unità della verità e di espri– mere giudizi sulle cose della fede e su quelle della storia, che si rifanno alle dottrine moderne, direttamente od indi- rettamente, e non alla Fede. . In altri termini: tutta la ·Chiesa è oggi, in sostanza, m una condizione paragonabile a quella della Chiesa del si– lenzio, cioè si trova inclusa all'interno di una civiltà inte– ramente mondana. Il mondo comunista esprime con rigore assoluto _questa coincidenza tra civitas _hominum e civiltà moderna, tra ccmondo » e Stato moderno. Per questo il senso del rapporto tra •Chiesa e mondo che è proprio della Chiesa del silenzio, della Chiesa martire, è quello giusto e ogget– tivo: la Chiesa è oggi veramente Ecclesia pressa. Se una parte e la maggiore della Chiesa sfugge all'aspetto mate– riale di tale pressione, questo la espone all'infiltrazione fro– do lenta e sottile molto più che non la Chiesa del silenzio. Tutta la Chiesa è racchiusa oggi in una civiltà ·che rinnega Dio ed il Suo Cristo come Re e Signore, che tende a sepa– rare dalla religione la vita degli Stati e dei popoli, la cultura e la politica, la famiglia ed il costume e a costruire una città atea nella sua anima e nelle sue leggi, nei suoi capi e nei suoi' dotti. Il pericolo che i è quello della falsa pax impiis! cattolici in q_ueste co'u.dizioni hanno pace, mentre sta scritto: non est. Il pericolo che i cattolici oggi hanno è di accettare il confinamento di Dio e -della religione ad una sfera culturale e personale e a ·non credere invece che il Signore deve re– gnare anche sulle nazioni. Il_ pericolo che i cattolici oggi hanno è di dimenticare il Cristo Re. Come scriveva Pio IX all'inizio della pienezza dei tempi dell'errore moderno: « Queste false e perverse opinioni sono tantq più da dete– starsi, .perchè esse tendono sopra ogni altra cosa ad impe– dire l'azione salvifica che la Chi~sa deve, per divino man– dato, esercitare non meno sui singoli che sulle nazioni e suoi loro reggitori e a togliere quella comunione e concor– élia di giudizio tra il sacerdozìo ed il potere civ.ile che fu sempre salutare sia alla religione che· all'or-dine civile ii. (Quanta cura). • Detto questo. noi possiamo •bene· intendere la somiglian– za e la differenza ad un tempo tra Vaticano I e Vaticano II. Il Vaticano I si trovò di fronte alla filosofia moderna e quindi alla negazione dottrinale del iC:;ristianesimo, nella for– ma di una ·negazione del suo valore razionale. Il Vaticano I reagì logicamente sul terreno della teodicea naturale cioè sul terreno delle verità di per se naturali: ed affermò, nella.. CQstituzione dogmatica de fule catholica

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