l’ordine civile - anno II - n. 22 - 15 novembre 1960

pag. 22 per il Mistero della càrne e del sangue, Myste1·ium fidei, Israele alla Chiesa. Noi siamo spiritualmente dei semiti ... Non si poteva esprimere con maggior forza questa miste- riosa parentela. • 4. Dunque il problema che oggi deve suscitare la nostra attenzione è il rapporto che il Cristo conserva con la carne ed il sangue di Israele ed in particolare co~ l'Israele soltanto secondo la carne. ,Ci interessa dunque esaminare il rapporto di Gesù con il popolo di Israele, tenendo conto della condizione di non convertito in cui si trova, nela sua maggioranea numerica -e nella sua sostanza storica, quel popòlo. Ci interessa in rap– porto del ·Cristo -con Israele ancora accecato, con il popolo di Israele, ancora coperto dal velamen che .gli impedisce di riconoscere il •Cristo Dio. E' •a paI'tire -da questo punto che si può capire qualcosa sul cammino di Issraele verso il Vangelo e, conseguentemente, sul cammino del Vangelo verso Israele : ·è a partire da questo punto che si può capire qualcosa silll'apologetica verso i Giu– dei e sulle condizioni della loro ·evangelizzazione. ,Dobbiamo ,qui stabilire un antic~ ·principio della tradi– zione cristi!Jna che S. Agostino enuncia così : Gesù uomo è la via per cui si va, •Cristo Dio è la patria cui si tende. L'uma– nità di Cristo è la via fissata dal Padre per giungere alla con– fessione della sua -divinità. E' dopo un'i~tensa frequentazione di Gesù Uomo che Pietro giunse alla ,confessione: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. • ,E' solo dalla conoscenza -di ·Gesù uomo in tutti i suoi aspetti che si può giungere alla comprensione -di Gesù Dio. E -questo è vero sia nel -momento della via alla -conversione, che in quello della purificazione e della santificazione. E' una legge generale della conversione a Dio come all'a.icesa·in Lui. Il primo gr-adino della •conversione di Israele -sta nel ·compiere un passo simile a quello che -per bocca di 1 Pio XI ha compiuto la Chiesa. Per -bocca di Pio XI, la Chiesa ha riconosciuto la appartenenza della Chiesa ad Israele: ·<< Noi siamo spiritual– mente dei semiti >>. Ora Israele -deve riconoscere l'apparte- -nenza del Cristo ad Israele, deve riconoscerlo, se non ancora come Dio, e forse nemmeno ancora come il verso Israelita, come il Re 'di Israele, almeno come vero Israelita, come ap– parte~te ad Israele. Se non è giunto il momento di ricono– scerne la regalità, è forse giunto il momento per riconoscergli la cittadinanza: e di considerare quindi le sue dottrine e la sua storia come appartenenti ad Israele. Israele deve cominciare a riconoscere, l'ethos del Van– gelo, il suo valore di norma morale, -di guida di atteggia•m-ento ll'ei cònfronti con •Dio come nei confronti -con gli uomi_ni. Veramente, se questo .sguardo di. 1·iconoscimento e di pietà partirà da Israele secondo la carne verso Gesù di Nazareth,. veramente, come ne-Ue parole del ,poeta, « gemeranno gli antri· / segreti e tutta narrerà la tomba >>. Perché dallo sguar,do di Israele, del pleroma di Israele, della forza viva del popolo di Israele verso il Vangelo, non possono non nascere grandi ·cose: ci sono delle virtualità· che la Parola Sacra ha certa– mente conservato per i rami della vera oliva separati da ·essa, sono delle ricchezze nella Parola preparate solo per essi, come il vitello .grasso è preparato per il figliuol ,prodigo ... << Se la loro perdita fu la salvezza -del mondo, che cosa sarà la ]oro reintegrazion:e, se non una resurrezione d ai morti? >>.• • E questo sguardo, di fiducia se non di fede, di riconosci– merito se non di dedizione, esso stesso sarà una ricchezza per la ,Chiesa •e per il 1-itondo neopagano ... Ora il punto più este– riore, in forma pienamente e radicalmente umana, dell'an– nwncio evangelico, è ciò· che attiene all'ordine dei mpporti e delle azioni esteriori, cioè appunto l'ordine civile. Ed il rap– porto che Israele ha con il Cristo è appunto, si· badi; co,me popolo prima ·e più che come singoli. La via della salvezza di Israele passa necessariamente per la negazione della nega::io– ne e per il riconoscimento di Gesù come Re, poi di Gesù come Messia, poi ,del -Cristo Dio. !E' dunique in riferimento al ,popolo di Israele che deve essere pensato il rapporto con il Vangelo. E ·questa è oggi anche la via più facile, più. semplice: la più impegnativà nella sostanza, la meno impegnativa nell'ap:parenza ... La più impegnativa nella sostanz·a, ·perché. è sulla giusta bi li \., a fordine· civile via, segue il giusto ordine: essa parte -da quel rapporto - di carne' e di sangue, che è il vincolo incancellabile di Gesù di Nazareth, di Pietro, di Paolo, di Matteo. di Giovanni con Isra-ele: e perché coglie questo rapporto - nei confronti del popolo di Israele, di .quel popolo di cui Gesù ,è_ Re -e Messia : la meno impegnativa perché non riguarda il terreno -della re– ligione, su cui -avvenne il rifiuto, e nemmençi nella pienezza dell',o-rdi'lle _civile in •cui quel riifiuto prese forma e ,divenne titolo di morte, ma soltanto- l'ethos, la dottrina, la no.rma dell'ordine civile. E questo non è difficile ·ad Israele: la cul– tura e la civiltà moderna di cui Isr.aele è intrisa e che sono- in ultima analisi eresie cristiane, fanno in qualche modo qui il gioco -deJla verità. Non è ,costretto Israele a fare i conti .con una morale ed un diritto nazionale -ed internazionale, con dei costtimi civili che riconoscono, in dottrina, una -certa pa– rentela ·con la dottrina civile -del Vangelo, seppur laicizzata? - Non è qui la stessa laicizzazione moderna ( che è una laiciz– z3:zione del cristianesimo) ad un tempo l'occasione di una di:minuzione dell'attaccamento alle posizioni do.gmatiche del giudaismo -e lèoccasione di un rapporto diverso, sia con il Cristianesimo che con ciò ·che resta vivo e cresce nella civiltà cristiana? E come può Israele rifiutare ogni ra<pporto con la morale del Vangelo, con gli « ideali », come si -dice, del Vang-elo? A -quésto punto può essere inteso il <Signiifìcato.-storico e spiritual-e dello Stato di Israele. « I padri -della •Chiesa e specialmente S. Agostino aveva– no visto nella dispersione un castigo conseguente a quell'altro castigo che fu l'a,ccecamento dei giudei al tempo di ,Cristo ». E questo in modo tanto più convincente quanto era fa. cile interpretare la diS1persione post Christum di Israele alla luce d-el rapporto· tra fedeltà del-l'Alleanza e possesso della Terra promessa da un lato, infedeltà e dispersione daU'ahro, rapporto insegnato dalla Rivelazione veterotestamentaria. E del resto è scritto nel Vangelo di S. Luca -che gli Ebrei « sarebbero stati portati prigionieri in tutte le nazioni sino a ·-che siano -passati i tempi dei pagani » ( Le. XXI, 24}. Nessuno di -questi testi, né quelli dell'Antico Testamento interpretati nella luce del Nuovo né i testi del Nuovo Testa– mento escludono la ·p·ermanenzà di Ebrei in terra di Palestina prima degli ultimi gior.ni. Nessuno di essi sostiene la necessità della dispersione né l'impossibilità per gli ebrei di avere uno Stato od uno Stato ìn Palestina. Questa è stata una concreta condizione storica di Israele per una certa parte dei tempi postcri.~tiani, non è . detto che lo sia anche per i tempi successivi. Israele è esclusa daUa Chiesa, è accecata sino a che il pleroma, la pienezza attiva, il resto vivente di tutti i popoli non abbia dato alla Chiesa i suoi santi: non resta esclusa dai beni della natura e della storia. Quello che non si può confondere in nessun modo è la profezia· del ritorno di Israele nell'Allea·nza, in -quella Nuova ed Eterna, ,ed il significato escatologico, apocalittico, di con– clusione della storia che ha questo ritorno. •Esso sarà per il mondo la « resurrezione dalla morte », secondo la parola del- 1'Apostolo Paolo. Se dunqu·e la distinzione tra l'avv~nto soprannaturale di Israele e la sua emancipazione naturale -deve escludere un pessimismo -sul-la condizione umana e storica di Isra·ele deve escludere ogni messianismo, soprattutto o-gni. mes;ia~ismo laicizzato. Quésto è proprio il pericolo della filosofia politica che ha presieduto ad Israele, cioè il sionismo, come abbiamo ri– levato sin dal ,primo numero di « Ordine ,Civile >>. Le élites israeliane,- in cui l'orto.dossia ,giudaica è da tempo venuta meno, perdono facilmente il senso escatologico, che si fonda sulla fede della Trascendenza e nella Rivelazione. E' alÌora pe~ :esse facile interpretare la Bibbia in un senso di prefigunzione mitica. Così la rifioritura d-el deserto, che Isaia usa come allegoria dei tempi messianici, è vista c~me la prefigurazione delle bonifiche del Negev e delle altre future iniprese agricole di Eretz Israel. La· prefigurazione dell'antico veggente di Israele si rea– Uzza per op.era di Israele e non per teofania in modo ,politico ri-on escatologico. Il -sionismo rischia di c·adere in un.messia-nismo immanen-

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