l’ordine civile - anno II - n. 22 - 15 novembre 1960

bi l'ordine civile cui si sopprimeva un'associazione intitolata ,< amici d'Israe– le ». Nel testo si diceva tra l'altro: « la Chiesa Cattolica in effetti, ha sempre avuto il ·costume di pregare per il popolo giudeo che fu· .il depositario delle ,promesse <livine sino a Gesù ,Cri,,to, nonostante l'accecamento <li quel popolo, anzi, a causa di quello stesso accecamento. Poichè essa-riprova tutti gli odi e le animosità contro i popoli, essa condanna nel più forte dei modi, l'odio contro il popolo altra volta eletto da Dio, quest'odiò che si chiama abitualmente antisemitismo >>. In questo testo si :ripeteva, a pro' d'Israele, la dialettica peccato - grazia: perchè era accecato, Israele l'!ra l-'redi– letto nella preghiera: perchè era il popolo della Promessa e dd1a Legge, l'odio contro di esso era deplorato al più alto livello. • • Ma un testo_ ben più importante, ben più· gravido rli conseguenze sia dottrinale che pratiche •è la famosa dichia– razione di Pio XI al -pellegrinaggio della radio cattolica belga nel 1938. Dopo aver commentato il testo del canone della Messa cc Sacrificium Patriarchae Nostri Abramae ... il Papa aggiungeva :. « Notate che Abramo è chiamato nostro patriarca, nostro antenato. L'antisemitismo non è compatibile .con il pensiero e con le reahà sublimi che sono espresse in quel testo. ;E' un movimento anti,patico, in cui noi non possiamo avere alcuna parte ... La promessa è stata fatta ad Ahramo ed alla sua discendenza. Il testo non dice, nota S. Paolo, in seminilius tamquam in pluribus, sed in semine, tamquam in uno, quod est Christus. La promessa si. realizza nel Cristo e per il Cristo in noi che siamo •i membri del suo •Corpo Mistico. Per il· Cri– sto e nel Cristo noi siamo la discendenza spirituàle di Abmmo. No, non è possibile ai cristiani di parteci,pare all'anti-~e– mitismo. Noi riconosciamo a chiunque il diritto di difon– dersi, di proteggersi contro ciò che minaccia i suoi interessi legittimi. Ma l'antise>mitlismo è inammissibile. Noi simno spiritualmente dei se-niiti Jl. • Nessuno ha sottolineato a suffi-cienza l'ortodossa novità di questo testo.· Abitualmente, la successione dei cristiani neJl'eredità di Abramo aveva sottolineato l'esclusione, sia pur transitoria, dell'Israele carnale dall'eredità della Promessa. Lo stesso ~- Paolo, che pùr 'ha posto con grande chia– rezza il principio che qui Pio XI sviluppa in un senso nuovo, e cioè che a Israele appartiene ,e l'adozione a figli, la gloria, l'alleanza e la legge, il culto, le promesse, i padri ed il Cristo secondo la carne Jl sicchè la·Chiesa è piantata sull'olivo della tradizione d'Israele, lo stesso S. Paolo non ha poi sviluppato il suo pensiero nèl senso di sottolineare la successione della Chiesa al popolo d'Israele nell'eredità di Abramo. Nessuno aveva tratto questa improvvisa, evi<lente ed apparentemente paradossale conseguenza: « Noi si.amo spi– ritualmente dei semiti >>. Il termine medio, se così può dirsi, tra i cristiani ed Abramo è il Cristo, è il Figlio della Vergine d'Israele. E noi tutti siamo congiunti a Lui come ,parte del suo corpo, come rame della sua vite: noi siamo rifatti a immagine di Lui, ci cibiamo della sua carne e del suo sangue. Il volto di un Uomo compare sui volti. di tutti i santi, -di tutti i cristiani, secondo la proporzione del dono, che è dato a ciascuno. Il volto di ,Cristo. Il Volto di un Uomo, delPUomo, è il volto di un Ebreo, dell'Ebreo: il volto dell'Uomo <lella Sindone. Mai un popolo poteva aspirare à lasciare così l'impronta della sua carne, del suo sangue, -del suo geni.o su tutto il genere umano. Non in serninbus tamquam in pluribus, sed in' semine tamque-m in uno, q~od • est Christns. Q'uesto principio, che S. Paolo usava nel sensotdi spiegare come la Chiesa si sosti– tuisce ,a Israele, è usato a Pio XI p~r spiegare come Israele potesse imprimere il suo sigillo su tutto il gene1·e umano, ,sì che spiritualmente, cioè i virtù di Spirito Santo, tutta l'uma– nità fosse chiamata a di vent-are semita. Il volto rli un popolo impresso su tutte le gent in virtù di -Spirito Santo: mai un simile cc.imp.erialismo Jl era -stato pensato: mai. un Simile Agente era stato al suo ervizio ! Nelle parole di Pio lxI sta dunque il senso rlella nuova attenzione sul problema! di Israele che Papa Giova~ni ha sottolineato modi 1ficando, in spirito di carità, un antico testo. Questo senso era già .e presso da quelle parole di S. Paolo : va pag. 21 « Ai ,giudei appartengono l'adozione a figli, la gloria, l'allean– za ... ed il 1Cristo _secondo la carne >>.( Rom IX; 5) Per spiegare la sostituzione del nuovo al vecchio Israele, l'Israele della Fede e quello della Leg•ge, S. Pac,lo ha con– trapposto Abramo e ·la promessa, che fonda la Fede, a Mosè e alla giustizia della legge. A'hramo •credette alla promessa e· t ciò gli fu imputato a giustizia. Ma qual'era l'oggetto di quella promessa? Il figlio di Sara ve·cchia e sterile, ,Isacco. lsr_aele è ·~il figlio della promessa, prima e più che il popolo della Legge. Abramo è p-adre di un popolo, del popolo di Israele, in virtù della promessa: ed Israele è il popolo di Dio, prima e più che per la Legge e ,per il Patto, perchè è nato da Dio; nato dall'intervento miracoloso di ,Dio, che ha reso feconda una sterile-. cc Ma il SignÒre disse ad A.bramo : perchè Sara ha riso, dicendo: veramente diventerò madre io, che sono diventata vecchia? ». C'è qualcosa di troppo prodigioso per Yahvè? In questa stessa stagione l'anno prossimo ·io ritornerò a visitarti e Sarà avrà un figlio >>.( Gn XVIII, 13) Queste stesse parole ripete l'Angelo a Colei che non ha riso ma ha creduto, alla Vergine Maria, annunciandole il miracolo di Dio che apriva il nuovo· Testamento, la fecondità della. Vergine: « Niente è impossibile a Dio>>. (Le, I, 37). E le dava, -al tempo stesso. come segno, l'ultimo segno ,proprio del Vecchio Testamento, cioè la fecondità della .ste– . rile : « Ed ecco che Elisabetta, tua parente, ha concepito anch'essa un figlio nella sua vecchiaia, ed es~a è' .già al suo sesto mese, essa ehe era chiamata .sterile >>.(Le. I, 35). Nasce così l'ultimo figlio della sterile, l'ultimo figlio del miracolo -di un mondo vecchio che Dio rende miracolosl'.mente fecondo, l'ultimo nato nella legge di Isacco ed il più grande perchè cc tra gli uomini non sorse mai nessuno più grande di Giovanni Battista >>. {Le. VII, 28). Ma ormai egli vale come annunciatore di un altro miracolo, del nuovo miracolo, ,quello del mondo rifatto tutto nu~~o, del mondo nato interamente da Dio, e non dalla carne e dal sangue: egli vale solo come precursore, come segno a·ntecedente -del miracolo nuovo, quel– lo del Figlio della Vergine, per cui ccil più piccolo Re.gno dei cieli è ,più grande di Giovanni Battista >>.( Le. VII, 28). Ma per Maria un leg•ame di carne e di sangue si stabi– lisce tra Gesù ed il Battista, tra Gesù ed Isacco ed A:bramo, tra la vecchia e la nuova creazione. Tra il v~cchio ed il nuovo Israele. Tutte le promesse di Israele si compiono in Lui, in modo sovriminente. L'!Adempimento trascende compiutamente la promessa. Ma sia il Cristo che Israele secondo la carne sono figli della promessa e dell'azione divina. L'una certo è riferita all'altra, è condizionata all'altra. La promessa fatta ad Israele sta al Cristo; suo compimento·, come la radice sta al frutto. Per questo, tornando alla metafora paolina, ·anche i rami che sono stati strappati dall'albero conservano un ordine ad esso, ancora gli appartengono, sono la sua stessa concreta na– tura ... E' questo misterioso rapporto tra Israele incredulo ed il Cristo che S. Paolo afferma con chiarezza, dicendo al pa– gano convertito alla Chiesa: ccIn eff-etti se tu sei stato strap– pato dall'olivo selvatico -cui tu, ·da pagano, -appartenevi per natura, e, contro natura, s·ei stato innestato in un -buon olivo, quanto più essi, i rami naturali, potranno essere innestati sul loro proprio tronco (-Rom. 11, 24). Dunque, la ·Chiesa, il ,Cristo rimangono il cc tronco >>del– l'Israele carnde. La carne ed. il sangue di Israele conservano su di se la Promessa dal cui prinio compimento essi sono nati e dal cui sùprerno compimento è nato il Cristo e la ,Chiesa. Si a Israele secondo la carne che la Chiesa sono figli della promessa fatta ad Abramo. E la carne di Israele, la cui etnia, la· cui' èultlira, sono il peg-no· di questa promessa, ne sono la· custodia," la ratifica continua e visibile. Israele non può essere •cancellato dal su·o posto sulla terrà e sulla storia. Tra Israele e la Chiesa vi è già dunque, sin da orà, una misteriosa parentela. La. carne di Israele è ordinata alla ,Chie– sa. Il Cristo vero israelita, figlio di David, re legittimo di Israele, a questo titolo crocifisso dai Romani," ·è il Verho In– carnato, il Lo·gos eterno di Dio, il Dio dei ·Cristiani, il •Capo della Chiesa che ,è suo corpo ed è nutrita· dala sua carne e dal suo sangue·. La carne de1 Signore assunta in cielo unisce in qualche modo Israele carnale alla gloria di Dio e vivente sulla terra e; èomunicata ai cristiani unisce misterios-arnente.

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