l’ordine civile - anno II - n. 22 - 15 novembre 1960

STUDJ Israele e • 1 Luoghi Santi Il significato di Israele nella Rivelazion·e è stato oggetto di nuova meditazione da parte dei pensatori cristia,ni, dei teologi e della stessa autorità della Chiesa i.n questi. ultimi tempi.'. A testimoniarlo, basterebbe la decisione dèl i-e,gnante Pontefice di modificare un anti~hissimo .è notissimo testo liturgiio della Settimana Sa·nta per togliere ogni possibilità di equivoco tra la « perfidia ii cui si riferiva la preghiera ecclesiastica parlando dei Giudei e la perfidia attribuita loro dagli a'ntisemiti. Non che il testo liturgico lasciasse qualche dubbio al riguardo: il testo tlell'Oremus era tale da impedire ogni confusione tra un giudizio su una condizione soprannaturale su lsr,aele •e un giudizio sulPetica umana e sul comporta• mento ~egli israeliti. « Oremus et pro peI'fidis Judaeis: ut Deus et Dominus noster iJUferat velamen de cordihus eorum: ut et ipsi agno– scant Dominum Nostrum Jesnm Christum. • Om~ipotens sempiterne Deus, qui etiam judai,cam perfi- dia'm a '·tua misericordia non repelis: exaudi preces nostras quas pro illius ,populi obca.ecatio,ne deforimbs: ùt, agnita veritatis-tuae luce, quae Christus est, a suis tenebris eruatur », Nesun odio o cattivo giudizio umano sono 'in qu~te, I parole .. << Per.fidia » vuol dire qui : venir meno alla fede al Patto, all'Alleanza. E' confermare ancora una volta che· il Dio dei cristiani è il Dio di Abramo; di Isacco e di Giacobbe. Non riconoscendolo nella sua manifestazione e nella sua pie– na rivelazione, i Giudei sono venuti meno al patto che li ha costituiti' come popolo ·al medesimo tempo che· come populus peculiari§ ,popolo eletto. . . Quèite paro_le dell'antica liturgia non tradùssero l'espres– sione che, 'riferendosi alla Passione, S. Pietro aveva usatò nei, confronti .della stessa generazione, degli stessi uomini che . avevano gridato il Crucifige: ,e lo avete fatto ,!per. ignor;mza >). Persino C:aifa e i suoi complici non erano, da per se, per l'Apostolo, _perfidi in senso umano. . . . • E .S. Paolo, nella lettera ai Romani, aveva spiegato e fon– dato le parole di S; Pietro, enunciando la oscura grandezza del mistero « di lsra"ele »: « Non voglio, o fraielli, •1ascìarvi ignorare quesio mist~ro, ,per paura che voi non vi èompfac•– ciate nella· vostra saggezza: una parte di lsra_ele resterà indu– rita fino !l quando non sia ·entrata la totalità dei . .pagani:•. e allora tµtto Israele sarà salvato, poichè sta scritto : da Sion verrà il ~iheratore, egli togFerà le empietà da Giacobbe ... Nemici è vero, a caùsa della Buona Novella, a causa di V!>,i, . essi sono, i.n ragione delÌ'elezìone, cari a causa dei loro padri., « In rffetto, ~entre ~oi avete disobbedito a Dio ed avete ottenuto misericordia •grazie alla loro disobbedienza; essi al tempo p'resente hanno disohbedito grazie alla misericor.d.ia esercitata ,verso di voi, affinchè anch'essi ottengano mise– ricordia. Dio ha posto tutti gli uomini nella disohbedienza per fare a tutti misericordia ». . « O abisso della ricchezza, della saggezza e della ·scienza di ;Dio. ,Come sono insondabili i suoi decreti ed al di sòpra della comprensione le sue vie! Chi in effetti ha conosciuto il pensiero di Dio? Chi ne ,è mai stato il consigliere? Chi lo ha prevenuto coii. i suoi doni per doverne ricevere in con– traccambio? Tutto di Lui .e da Lui e per Lui. A. Lui sia gloria, eternamente! Amen ». ( Rom. XI, 25 segg.). Non .c.'è dubbio che questo testo escludesse ogni giudizio eticamente negativo sui singoli Giudei o anche su Israele come collettività e come p0ipolo. S. Paolo ha veramente qui la chiara intuizione del mi– stero che rivela : la cecità ·è caduta su Israele, sia pure ex parte ( perchè un « Resto >J d'Israele è il fondamento stesso della ,Chiesa, della Nuova· Creatura): e questa ,cecità è stata permessa da ,Dio a,ffinchè la pienezza dei gentili entrasse nella Chiesa. Abbiamo· usato il termine « permessa », per esattezza teologica, perchè è conveniente pensare· che l';uto":,;e mate• riale della cecità di Israele sia il principe .delle tenebre: tuttavia la Bibbia non teme di ch1amare in- causa, in questi casi, direttamente lcldio ed attribuire direttamente- a Lui l'oscuramento delle menti e l'induri~ento dei ·Cuori cò'si'come attribuisce a Lui l'illu~~nazione ·~egli intellet.ti, ·ed il rad- dolcimento dei cuori. , • La •cecità è dunque caduta ~all'alto su Israele, come l'iniquità era caduta sui Gentili. r.« Dio ha· posto tutti gli uomini nella disobbedienza per fare a tutti misericordia ». E si noti : la Scrittura parla della-cecità di Israele non del peccato di Israele mentre parla del peccato di Adamo e dei peccati .degli uomini, anche di santi come Davide. La peI'fidia di Israele è dunque la cecità caduta dall'alto. Così Paolo spiega con un altissimo mistero le parole di Pietro. Uopo aver acc~sato, senza mezzi .termini, i giudei di ccdeicidio » ( « avete f3:tto morire il principe della vita ») S. Pietro aggiunge subito dopo « Tuttavia, fratelli, io so che è per ignoranza che voi 'avete agito così, .come del resto i vostri capi. Dio ha così compiuto quello che Egli ,av:eva preannunciato per la bocca di tutti i profeti·: che il' Suo Cris'to ,l!Vrebbe ;sofferto ». ( Atti, Ili, 17). Inoltre : 1 S. ,Paolo pone nel mistero una relaiione tra cecità d'Israele e vocazione dei Gentili: ani,i, il mistero sta pro– priamente in que,sta relazione. E' del restò un altro caso del medesimo tipo del rapporto reiezione ~ elezione, peccato - grazia ,che si trova spesso nella Rivelaziòne a cominciare dal rapporto tra il ,primo ed il secondo Adamo, tra il peccato originale e la Redenzione.· • • - • • • Tutto questo basti a dire come la << perfidi~ » della litur– gia era b(?n lungi dàll'essere ùna<,p·erfidia morale. Il testo delle orazioni del Venerdì santo che ;hbiamo citato si rife– riva, di apertamente, _alla dottri.nii. di S. -P•aoio. Si parla~a infatti di « obcaecatio >> di• Israele, di un v'elamen che era sui loro cuòì-i e che solo Dio pot~va togliere ,affi.nchè ·es~i - potesse'ro conoscere la luce· ed ess~re strappati a}le tenebr~. •L'atteggiamento che la Chiesa ha verso· Israele; .sulla base della lettera ai Romani, è fattp di lontananza e di revè- : renza: di lontananza, perc.ltè non li'·è rapporto tra: l~ 1u.ce. e le tei1ebre: .di. reverenza; perchè l. GentiH, che ·sqno 'n~lla Chiesa, sanno che essi misterio,sam.dnte vi sono· a cahsa··dé1la cecità di Israele, di questa· 'grand~ prova ·che· Djo t Jtt a·pto al popolo prediletto. E questa revePenza e què'ste lontanan•iie, com~. tutto ndla ·Chiesa, __ so~o fo~~ate ·:suJla' fed~\ t,ri?v~t~ dalla .speranza, ed ,ardenti tl1 canta. -• / ,, • Possiamo senza· difficoltà concedere che talvolta il 'c'ò-m– portamento dei cristia~i verso ·i giud~i ha dimenticato ]a fede, rovesciato la speranza e obnubilata la carità: - e potremmo dirlo tanto dell'.antigiudaisrno di un tempo quanto di un certo filogiudaismo più recente. Non ,è .facile tenere l'atteggiamento di lontananza e di reverenza verso Israele che la dottrina di S. Paolo comvorta. Ad ogni modo, ci pare di avere dimostrato ( e forse era cosa ovvia) che la perfidia della liturgia non era la perfidia vulgaris e che non aveva 1iessun riferimento alla moralità individuale e collettiva degli Israeliti. Se tuttavia il Papa ha mutato il testo, questo n~n è stato fatto per .correggere un'errore od un'impressione, ma soltanto per soprannaturale carità che voleva evitare anche solo il sospetto di un'equivoco. E tuttavia questo gesto è anche nn'invito ad un'appro– fondimento che la Chiesa ha del mistero di Israele, di ciò che su Israele è contenuto nel deposito della Rivelazione. Due testi, sotto il Pontificato di Pio XI, hanno segnato il nuovo interessamento della Chiesa al problema della valuta– zione cristiana dell'lsreale carnale, del popolo ebreo non con– vert,ito; Uno •è un decreto del S. Ufficio del 25 maIZo 1928 in

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