l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960

b La filosofia politica della· Costituzione del '48 Aristotele si ,domanda nella « Po1itica >>(,1276 a) cccon qual criterio .si debba determinare se la città ,è rimasta qùella .stessa o è diventata un'altr-a »: .si ·domanda cio·è quale sia l'elemento formale, specifico i( nel senso pieno e proprio che eglì per primo ha dato -a •queste parole) della città ( e quin– di -di una determinata -città). Ed egli risponde: la costitu~io– ne. cc Poichè se la cit,tà è un'associazione, e un'associazione di citta,dini o,bbedienti ad una costituzione, cambiando la città di specie, sarà necessario che la città non rimanga la stessa, a quel modo che, pur rimanendo ,nel coro gli stessi coristi, questo tuttavia ora è ,comi,co ed ora è trngico ». Si– milmente ... l'armoni,a camlbia. pur rimanendo identici i suo– ni e iquest'armonia ora è frigia, ora è dorica>> ,(,1276 b). ,E si noti che Aristotele ha della costituzione un con– cetto molto ,chiaro e preciso, un concetto tecnico.; tecnicamen– te esso è distinto dal concetto •di legge. <Aristotele è uno scenziato oltre che un filosofo, della politic·a: l'osservazione filosofica nasce in lui da un'elaborazione --scientifica ,dell'espe• rienza costituzionale. ,cc Per costituzione infatti s'intende .un ordinamento della città riguardo aHe magistrature, il modo di distribuirle, l'at– tri'buzione della sovranità, la -determinazione del fine di ogni associazione. Invece le leggi sono fondamentalmente distinte daUa costituzione, in •quanto ·hanno •solo' •per fine di prescri– ve-re ai magistrati norme per esercitare l'impero e punire trasgressori »: cc Politica >> ( 1289 a). L'ordinamento dei pubblici poteri dà dunque specie e forma alla cjttà: mutare la costituzione iè fare di una città un'-ahra ciHà, anche se la sua figura esteriore ( i suoi citta– dini, il suo territorio) rimangono immutati. Tanto è dunque il potere della Costituzione: tanto che esso può di,ssimularsi e non apparire. Non si darebbe di per sè tanta importanza all'organizza• zione dei pubblici poteri: ma questa svalutazione deil diritto scritto è un 'ere.dità della cultura romantica, C'he ha dominato tanta parte della cultura europea negli ultimi due secoli, e che ha ridotto leggi e costituzioni a semplice ·epifenomeno della comunità {raz-ionalistizzata, tale posizione è sopravvis- suta nel marxismo). ' L'Italia di oggi è ·quel1a che è la sua costituzione. Certo, non tutta la ricchezza c'he la storia ha depositato nella me• moria, nel profondo ·dell'essere spiritua'le degli italiani, ,è oggi espressa in questo diritto. Questo non -è mai v•ero per alcun diritto: la ricchezza del passato consente iil tr.ascendimento de1 presente ed è {ci si passi l'analogia con la storia sacra) e( s-acramentum futuri >>. E· tuttavia ,t~tta la storia itaEana ha reso possibile I'ege– inonia, in questi anni, della presente· ,Costituzione: essa è, in bene ed in male, un momtnto ineliminahile e determinan– te della storia italiana ed europea. Ciò che colpisce a prima vista è la ,molteplicità di forze politiche, dominate da ,filosofie contrarie, che hanno concor– so a determinare il testo costituzionale: da •questo è facifo dedurre all'eclettismo ed alla contr.addittorietà ddla Costi– tuzione. Questa tesi nega l'esistenza di una filosofia politica deHa Costituzione: alla Costituzione manC'herebbe la razio– naEtà intrinseca, anche quella -di carattere pur-amente for– maile ('la cc contraddittorietà>> della costituzione) e ,quindi una dottrina intesa ad esprimere in modo organico e coerente i valori costituzionali, sare·bbe i,mpossi 1 bile. di Giovanni Baget-Bozzo Il problema può essere così formulatp: esiste un crite~·io unitario, nel nostro testo cos,tituzionale, 'un criterio che co– mandi la soluzione dei problemi culturali e so-ciali che la Costituzione si propone? A nostro a•vviso, tale criterio unit,ariol-esiste .. Esso potreb– be essere così formulato: fine dello Stato ,è l'assiourare ai singoli ·il massimo livello di benessere in~ividuale : il benes– sere individuale ,compor.ta da parte de.Ilo ~tato sia delle asten• sioni ( che garanti·scono .il be,nessere derivante dall'esercizio della propria volontà) sia delle azioni ( che garantiscono al I sirogofo l'erogazione da :parte della soc·ietà di p,restazioni e di beni, in modo tale da gamntire un ,d,eterminato minimo . comune di soddisfazione dei bisogno, un determinato mini,no vitale. I Se noi esaminiamo ·questo ·concetto, yedianio -che al suo centro vi si trova il· concetto di ,bisogno umano. L'uomo ha bi,sogno, di mangiare, di dormire, di vestirsi, di pa.rlare, di scrivere ecc. Ognuno di· ·questi bisogni è tptelato da un'appo– sita norma costituzionale. L'uomo appare l·cioè in quanto so,g– getto di bisogno:· e questo bisogno viene 'valutato in termini empirici ed universali. J Ogni bisogno ottiene tutela costituzi na'1e ed ogni tutela costituzionale è fornita in ra.gione del bi ogno. · La prima nota di questo concetto dilbi,sogno è la empi– ricità. I bisogni sono entità· materiali ,e 1 si accertano· mate• rialmente. Le esigenze umane, viste in ,quanto bisogni, met– ·tono in lu:ce l'aspeUo materiale ,ilell'uo~o e div;engono ,pe1 questa via empu1camente, individualm~nte determinabili. In questo ,senso, la Costituzione non 1pone al suo centro un valore come ta'le ma rende vafore la mkssa, ,empiri.camente determina 1 bile, dei 1 biso,gni umani. E' in ~uesto empirismo la singolare ·posizione della ,Costituzione ,pel: rispetto alla filo- . I sofia politica ed alle filosofie politiche es,stenti. Essa si pone fuori dai termini propriamente ideali, ri.fìiuta I.a concettual,iz– zaziòne dei valori: -e gr.adua le filosofie politiche in ragione del bisogno che ciascuna di esse intende tutelare in modo particolare. Per ·questa via essa può ottenere le più spettaco– lari conciliazioni: ·mettiamo in luce quella più rilevante, .queUa tra individualismo e collettivismo. Individuailismo e co'Uet-tivismo sono termini che connotano ide~logie, sono cioè le p~role c1mclusive di determinate filosofie della natura e della società. Ma se si toglie ·da individuo e da società le filo– sofie che -vi stanno ,dietro e che sono in effett,i incomponi'bili tra di loro, aU()ra i due concetti rivelano 'la loro conciliahilità. Si può così determinare una scala di _biscjgni individuali ( tale è sempre 0igni ·bisogno, in ultima radice), taluni dei quali consistono in un poter fare, altri invece in un poter ricevere. Così l'uomo ha bisogno di po·ter parlare, come di poter mangiare, nutrirsi, a 1 bitare. Non c~è contraddizione tra-· i due generi di bisogni e quindi nemmeno tra le due vie che si rivelano le più adatte a soddisfarli. Go~ la filosofia della. Co·stituzione assume ,dall'indiv,idualismo la tesi che il bisogno è sempre indivi,duale e che il suo so-ddi·,;,ficimento va visto in ragione di questa natura del ibisogno. Ma può assumere anche la verità del collettivismo il 1quale afferma che certi v,incoli sta,biliti dalla società sono necessari per ~oddisf.are i bisogni degli individui garantendo a ciascuno la siicurezza di so-ddisfa- cimento dei bisogni: fondamentali. I ·Così i poteri verranno organizzati in[ modo da garantire la pluralità delle fonti -di aqto,rità ;politica! e quindi una certa

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