l’ordine civile - anno II - n. 18 - 15 settembre 1960

b -OP I N I o· ·NI DIBATTITI \E • ,- ~-· ,JLS •. e '' e . Nòn vorrei che la mia precedente lettera: « Ci suknno altri d~lori >;,' abbia generato nei lettori 'la convinzione\ che la civiltà occidentafo non ahbia oramai più nessuna spernnza, che stia per morire ,defiini 1 tivamente, e ohe nulla, se noii un miracoio divino, p-ossa·riaihi.litatla e riportarla alla luce. i li guardare, a volte anche •con troppa spietata crudezza, _il mond-0 che ci c!,rcon~a,_ ~O'll significa affatto chinare la 1 ~esta e alzare 1e bracma defnntlvamente. La constatazione del m-ale non avrebbe senso se da essa _rion si ·avesse la forza di prendere le mosse p;r cost 1 uire qua'lcosa di nuovo. , _ I Un articolo come il mio precedente sarebbe il prototipo della assurdità se ad esso non si aggiungesse dell'a'ltro .. [ _ La critica che distrugge è meno di niente; è immobilismo nell'imm_ohilismo. J - E' sofo tatti-ca in un mondo di tattici e finisce col diven tare conformismo dell'anticonformismo. I - Certo che dire quafoo;;a di nuovo non iè fac·He. 'E non tanto perehé -il nuovo non esista,. ma sopra tutto • . perché non i.i è- mlllÌ iintepretati-nel giusto significato. 1 Se si parla di una ma,ggiore giustizia si è, nel'la migliore delle ipotesi, d·efiniti comuni•sti bianchi; se si è conviint~ ché un gonverno di centro-destr-a possa -aver fatto qualcosa di buono, si è accusati di e·ssere amici ·del nazismo, ancor p~ima che vi sia concesso di dire le vostre ragioni. • Qui. bisogna sempre vivere in un compartimento stagno e colui che si azzarda ad uscire per guardare fuori, per ce~care di comprendere; è, qualora riesca a evitare l'accusa rli ,·u!!'e– nuit~, un nemico di classe o un deviazÌ'onista della lin a di partito. ·E' .questa. la logica di coloro che so'li possono darvi il progresso, il bènessere e la iriustizia sociale ·e non si avv-e– dono che, per chi è caduto nel profondo di un baratro,Inon -è af.fatt_o ·progresso il tempo che· si perde per risalire alla superficie. ' - . Ci p-uò e;.sere un altro uomo che, in virtù di una ag– giore •prudenzà, ·ha ,sanuto evitare la disgrazia; un altro uomo che rimane fermo solo perché aspe·Ua gli amici perduti. rI quali, anziché rin~razia·re d•i aver salva la vita, intor– pidiscono le .acque -0oi loro discorsi e vomitano· le loro a4cuse di immobilismo sul so'lo che tende I-oro la corda. • 1 E' vero. Uno è seduto mentre gli altri arrancano faiico– samente. Ma ciò non ,dimostra necessariamente che il primo sia rimasto più· indietro o c-he i secondi siano i soli a• co- strui,re qua'lcos-a. I D'accordo. I consi,gli c'he l'uomo di lassù ,detta, pos1ono sembrare sorpassati, ma Ja realtà è che nessuno ha ancoraf im– p_a~ato. ad applicarlii, perché alltrimenti non sarebbero lpre- c1p1tatI. 1 · -Credo sia questa la posizione ·dell'insegnamento cristian·Q nei rispetti della realtà occidenta'le. . I Siamo ,dispostissimi ad accettare l'accusa - vera sino a un certo punto - che p.a duemila anni l'i,dea •cristiana [non dica nulla di nuovo. Ma in cambio chiediamo una co1tro- 1>artita. Applichino tutti gli uomini quell'idea e solo allora po– tremo dire se il nuovo esiste o non esiste. E' facile dire: sono deglii ilfosi. Sono degli uomini che ·vivono fuori del tempo. Ma non è certo una ragione intelli- gente; una ragione che possa conv-incerci o fermar-ci. _ 1 speranza I , 1 Se la dia'grrosi da me pre,ced•entemente tracciata - dia– gnosi che tendeva a identificare la crisi del mondo occiden– tale con la crisi della responsaibilità morale - ha coho qual– che elemento di verità, ,è -C'hiaro che una resurrezione può esi– stere al sollo patto che ritorni a viver-e l'individuaiJ.e coscienza dell'uÒmo. li nostro dramma è un po' il dramma di Giuda. Viviamo ,come lui in una comunità cristiana, ma di na– soosto tendiamo a dei fini che' non so'lo non hanno niènte in comune col cristianesimo, ma lo •rinnegano totalmente. Quale è allora la via che possiamo seguire? ,E' necessario essere uomini, ancor prima che dei Cri– stiani. L'essere un Giuda o un Pilat•o che se-ne lav;a le mani, non solo contr-addice alla novella ,Cristiana, ma ,contraddiée 'l'es– senza stessa -del·l'uomo. Profondamente diversa è invaece la storia ·di Paolo, -che, da primo persecutore del Cristo, diventa· uno dei suoi ,più fedeli discepoli e uno •dei ma,ggiori maestri della Chiesa. Iii che dimostra che l'odio può ancora essere tramutato in -amore, •mentre ,do,v•eesiste l'ipocrisia, c'iè il vuoto assoluto. In un mondo materialista come il nostro, sarebbe ridi– co'lo parlare di fode, di .reHgione o di Dio, e se ,azzardassi que– sto, anclie il più paziente ;dei miei lettori, forse, chiuderebbe il ,giornale. Quindi è megNo p111rlaresolo di cc uomini ». E' necessari-o mettere in evidenza -come ogni reale pro– gresso non possa non partire da qui : -dalla convinzione che ogni um·ana esistenza - se vuole essere degna di un simile nome - dev-e essere coerente, sincera, rispettosa ·della indi– vidualità altrui. Non a,bbiamo nient'altro -da fare se non· convincerci che siamo semplicemente degli uomini: coi rroslJri difetti, con le nostre bassezze, ·coi nostri senti•menti e col nostro eg•oismo. Se terremo ·presente -questa realtà, il solo_ fondamento di ogni umana creazione, possiamo -sperare -di superare noi stessi, così come l'at-1-eta cerca di supera-re i suoi primati, non già negando l'ostacolo, ma pedezionando il suo stile. La reahà che egli ha d'innanzi •è un realtà che può do– minare, qu~lora mi,g!liori se stesso. li tragico •è, che da troppo tempo abbiamo seppellito questo principio di una vera vita. AbJ:>iamo ridotto -l'uomo - e mi si consenta riportare le parole di. Fulton Sheen - cc a un anima'le economico e a uri sacco fisiologico, pie11;0 di Hbidine psicologica ». E - -sono semp,-re parole del Vescovo ,americano - ccuna volta ·avvenuta la materi-a-lizzazi-one -e l'atomazioue dell'uomo, niente di ·più naturale che sorgesse il tota 1 li,tarismo per racco– gliere i frammenti -di una nuova totalità e sqstituire l'uomo coU-ettiv,o all'uomo individuale che era isolato da tutte. le re– sponsabilità so•ciali ». E' ormai giunto il momento per far sì che l'o~hedienza alle leggi non sia più una .pura obbedienza formale, priva della benché minima convinzione. Il nostro mondo è pieno di fm:1bi che •si vantano di .aver isolato legalmente l'ordi!].amento della società, pieno di eroi che sono famosi solo per •questo. Ma con ciò si preclude per sempre ogni possibilità di evoiuzione, ogni passo verso un più completo perfezionamento. Fino a ·quando a qualcuno è concesso di fare ciò che -a

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