l’ordine civile - anno II - n. 15-16 - agosto 1960

DelJa falsa -E' un fatto che un discorso « ,di reli,gione » trova pochi ascoltatori. Ne trova pochi fra coloro che non professano al– cuna religione, e ne trova pochissimi, o a-d-diTittura nessuno, fra ·coloro che -profossano mia religione. In questo caso, ' la religione si ,presenta come difesa dal divino, e il battesimo come una inoculazione di vaccino: la !eligione pigramente appresa e pigramente insegnata sui han. chi della s·cuola elementare, e coll'venzìonalmente seguita nelle messe domenicali, costituisce infatti una •religione ,depoten– ziata, ,ca,pace di immuIJ,izzare, .per i:l resto ,della vita, dalla r.ischio•sa potenza della religione autentica. • Già Lao-Tze diceva che cc la religione nasce quando muo– re Dio ii, ma l'esempio culminante è nel destino -della predi– cazione di Gesù Cristo in Israele, rifiutata proprio da coloro che professavano la religione consistente nell'attenderla e nel prepararla, accolta e in qualche modo seguita, invece,· dalle folle cc ignoranti, che non sanno la Legge J> {come dicevano i saeer,doti -del Tem,pio ), -dal soldato romano (•« non ho trovato una fede simile in Israele i>), dai sacrileghi pubblieani, daUe_ prostitute. In nome della religione il sommo saee11dote croci– figge Dio. Ma •appunto una religione morta come è quella che vediamo in noi e intorno a noi ci consente di pensare tran– quillamente che l'incomprensione, la sterilità, l'odio dei reli– giosi israditi di iduemila anni fa, tramandatoci nel racconto evangelico, ,è un eipiso-dio -del passato, senza legami con il no– stro presente, che non ci rigua11da. Il fatto che il sommo sa– cerdote del tempio di Gerusalemme abbia mandato a morte il Figlio -di Dio diventa così un caso, un doloroso caso, un terribile caso, ma niente più di Ùn caso, che, esaurito nel tempo, per noi non significa più nulla. Il fatto è stato steri– lizzato e -cristallizzato, appunto; in una religione che ci di– fonde ,da Dio, impedendo-ci .-di caipire che il fatto è accaduto per noi, che vale per tutti i tempi e ,per tutte le esperienze, senza che <e neippuì-e uno iota J> spari,sca. La religione presenta una fondamentale ambiguità: an– corandosi a valori assoluti, in funzione dei quali acquista il suo· si.•gnificato e il suo valore, corre perpetuamente e facil– mente il rischio di identificarsi con essi. Non è più la reli– gione come itinerario ~ Dio, come mezzo, ma diventa la reli– gi•one eome fine a se stessa, e quindi còme surrogato di Dio. Il divino le 1preme attorno con i suoi ·segni ~di contra-ddizioiie e di scandalo, con il s'uo rischio e con la sua eterna novità, a I . religione I . . di Giorgio Zunesi ma chiusi nel suo bossolo vtgeta,no fiaccamente gli adoratori dell'inerzia e dèlla tranquillità. Dio, dice la Scrittura, è cc Dio dei viventi >i, e cioè degli osanti, di coloro che sono aperti al futuro, di coloro che hanno ancora un ,destino da c·omp1ere. Ma -la religione che vediamo in noi e intorno a noi•è, proprio come la religione ·degli scribi e ,dei farisei, l'adorazione del Dio dei mor,ti, dei già vissuti, di coloro che -hanno già con– éluso il loro -destino e che non hanno ormai più nulla da . attendere e da sperare·. Da questo tipo di religione na-sce; o,ggi come ieri, la crocefissione di Cristo, perché Cristo è « v~a >J v-erso la « vita >i. Certamente non c'e peccato •più -grande -di questo radi– cale stravolgimento- del senso delle cose ,divine~ fino ad esau– rirle nel ,passato, a privarle -del futuro, ad ucciderle. I I veri nemici di Dio non sono gli atei, i ttegatori, gli imlifferenti. Costoro sono la mohiplieazione storica dello <c. stolto J> ·che, secondo il sa,lmista, dice nel suo cuore vuoto: e< :Qio non c'è ii. Per queste pecore sciocche e ·disperse c'è soprattutto la misericordia ·di Dio. Ma i falsari -della religione, quelli che entrano ~entro alla religione ,per corromperla e per tradirla, quel,li che si fanno della reli,gione un'arma contro Dio, deturpano il divino alla radice, « :bestemmiano lo Spiri– to J>• e commettono i·l :solo peccato per il quale, è scritto nel Vangelo, non c'è per,dono. Gesù Cristo è stato crocifisso nel. nome ,della religione ; ·coloro che lo hanno crocifisso hanno ubbidito alla loro religione, aHa finta e - fiacca verità che hanno inventato o accolto per non guardare in faccia la scon- , volgente verità vera. Noi li seguiamo con rigida coerenza sulla stessa strada di- morte. Ci rifacciamo -alfa religione sol– tanto per trovare aippoggi alla nostra inerzia e alla nostra mancanza di coraggio. Dio non lo -guardiamo in faccia mai, • e chiudiamo ostinatamente le orecchie alle sue strabilianti promesse. Sterilizzato il ,divino, sistemato, incasellato, archi– viato, ci presentiamo lindi e pinti a vivere con sufficienza. in mezzo af prossimo la nostra vita anche umanamente medio– cre, tentan.do -di far sembrare vivo agli occhi degli a'ltri quello che in noi è ben morto. • Quando mai facciamo con gli altri un discorso di religio– ne? La nostra religione è ,~oltanto una premessa gratuita, una convenzione, un luogo comune sul quale, ,:una volta accettato, non c'è più, niente da -dire. Sta alle spalle come le cose che sono passate. E' una grande, illustre tomba.

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