l’ordine civile - anno II - n. 15-16 - agosto 1960

Il • COillUlllSIDO e la titolarità del progresso 1. - Le origini quarantottesche del comunismo, ap,parso cc mod,ernaimente >>a cc .conclusione della filosofia classica te- •desca ))' non sono sempre. apprezzate in tutto il loro reale e insopprimibile significato storico. Esse infatti non rappresentano la qualunqu~ collocazione nel tem,po di una ·filosofia, ma segnano 1piuttosto la confluenza prevista, e trasformata in tesi, di tutta la verità della filosofia nel fatto, nel fare, nel •divenire storico. E' ancora atto di maliziosa indelicatezza rivolgere a un c_omunista qualche domanda sull'avvenire del comunismo. I testi ,canonici, infatti, dicono : « Per la filoso'.fia ,dialet– . ti.ca non vi è nulla di de,finitivo, di assoluto, di sacro; di tuUe le cose e in tutte le cose essa mostra la caducità e null'altro . esiste ,per essa a'll'infuori del processo ininterro;tò del dive– nire e ,del perire, dell'ascensione senza fine ,dal più basso al più a,lto, di cui essa stessa non è che il riflesso nel cervello pensante >>(Mar~-Engels-Lenin). Il pensare è dunque aUa sua consumazione. La realtà esterna, fisica, cc oggettiva >>,nel suo ,movimento, e nelle con- ' • dizioni immanenti .del medesimo, si riscatta dal pensiero e lo ripudia. Ciò che si perde è ciò che non i,mporta salvare, se la realtà, comunque, si ·salva; se si salva il fare. 1Senza questa riserva di pura prassicità, il comunismo sa– re'h!be nato morto; e la dialettica ratificatoria, materialistica in , quanto appunto ex post, riflesso (•delle 'leggi) della realtà, non ' che sollevare nel mare della storia quei flutti gigante~chi, non ne avreb'be neppure increspato 1a superfi.cie. 2. -- Arrestiamo.ci tuttavia un momento dinanzi a una 1 ' prirn,a contrnddizione: l'urto rivoluzionarìo - cc il ,diritto alla 1 rivoluzione è del resto il ve-ro diritto storico)) ( Engels) - rivela una natura tipicamente coercitiva, nel ,senso che oecor- ). re incatenai,e 1 prevent1vamente la ragione, ,per provocarlo. Ri- i dotta, e solo perché ridotta, la so·cietà all'immobilità men– tale, per così dire, essa è pronta a subire l'intervento chirur– gico ; ma lo ,subisce in condizioni ·perfette non tanto di ane– stesia quanto di abulia e di afasia. Conseguenza grave, anzi gravissima: se il fare rivoluzionario suppone, come suppone, la stasi, la decomposizione •materialistica (lo si legge nel passo SO'pra riportato) ,d,el pensiero, •codesto fare a pensiero chiuso si corrompe, ,si immerge in una opacità plumbea, scadendo al ruolo ,di semplice cc processo tra ,cose >>. · Dal •punto di vista ,della rivoluzione, si avvera n:i~nt'altro che un'integrazione feticistica ,del movimento, tend·enzial– mente diretta ad assorbire tutti i possibili automatismi delle forze so,ciali. ,, ,La vitalità ,rivoluzionaria, i1;1quanto cc avveniristica ))' del comunismo, risulta co:sì regolata sul posticipo, sul ritardo, sull'arresto. Da ·qui la difficoltà che esso incontra a prendere la testa ,del movimento storico, ricolfogata appunto a·l suo .ca– rattere cc quarantottesco >>di estrema avventura romantica - 5i tratta ,di un suicidio! - ,della cc filosofia>>. {Non per nulla Cro,ce reagiva a questo funerale del pensiero e della storia, precipitando:si a toccare gli amuleti). Per chi nutra l'ardire di guidare la storia, un accieca– mento •così volontario e violento ,deUa ragione, è la cosa più fatale. .. . __ . Nel buio ,che si crea, ogni filo di luce, ogni conato di affermazione diventano cc dogma )), aderiscono cioè al fare ,con una •pesantezza, ·con una invadenza così prepotenti, .,da in-' cepparlo: I hlocchi, ·prima di apparite e di configurarsi come orga– nismi politico-militari, sono bfocchi di idee, sono scadenze f. di· Francesco M ercadante ultimativ,e pres~ntate nìente di meno che· alla ragione. Del capitalismo,· nella ,sùa schematizzazione ideologica, il coniu- . nismo ha spezzato la compattezza, l'unilateralità, la struttura monadistica, ma 1a sua di,chiarata aspirazione a segnarne e sànzionarne la fine si è dis~oha ,giocoforza in un mare di vel– leità. Sappiamo anzi, che per una <li ,quelle sorprese della dialetti,ca sulle ,quali sa speculare ,da ,pari suo un Lukàcs, poli– ticamente parlando, a !Stalingrado, 'per il ,comunismo e con il comuni:smo, ha resistito la •cc 1potenza >>del capitalismo. Nessun atto ,di questo oscuro dramma ,che è la storia si chiude a sc,ena vuota. ,Ebbene, ·il comunismo incor:pora in sé personaggi, ruoli, azione, e aib1bassa il sipario. Sta in questo la ·sua intrinseca inettitudine a •e< liberare >>i·l presente dal passato, e l'avvenire ·da 1 l presente: E' vano trastullai·si con· i ,confronti fondati sui pm mve– rosimili indici statistici, per stabilire quale delle <lue cc civil– tà )), se quella bo.rghese o quella comunista, sia maggiormente· proiettata verso l'avvenire. Un, tale avvenire è utilizzabile sol– tanto come materia incandescente p·er i ·giuochi ipirotecnici della propaganda. 11 èomunismo non ha •nessuna forza e ne:ssuna autorità di parlare dell'avvenire, perché si è spoghato della sola arma capace di dominarlo : l'idea. Ed è a questo punto che si fa avanti una conclusione piuttosto'· imprevista. Pifr la stessa ra– gione per cui il ,comunismo ,dichiara di possedere l'avvenire, e anzi di tenerlo :schiavo, esso ne cade ,decisamente fuori, ·esso è-il più passatistico dei fenomeni politici. Nel suo fondo si_.trascina quel tanto di messianismo rove– sciato - 1o si ,è denunciato tante volte -· che basta ·a spo– starlo ai margini del ,divenire :storico, anche se l'immensa sua mole fisica riesce a ostruirne per qualche tempo gli sbocchi. 3. - Del ,resto le p-rove di questa marginalità si nca– vano facilmente da un elementare ,controllo adei fatti. Come si spiega che in ,questo avvenire tutto accaparrato dal comunismo, penetra indisturbata quell'esperienza storica perenta, cui ·corrisponderebbe :la .civiltà capitalistica? E la presupposta dissoluzione avveniristica del capitalismo nel co– munismo non pro·cede tuttavia attraverso riconosciuti e ·COD· fossati impegni competitivi? Se la superiorità del comunismo si .fondasse quanto meno sul dato inoppugnabile della sua recenziorità, s'ha da am– mettere •Candidamente ,che ancora il 1punto di innesto di que– sto ulteriws su un prius omogeneo manca, ,che il 1911 di Le– nin non turba affatto l'equilibrio <li svolgimenti della storia. Il suo inserimento, normale e non ,catastrofico, nella ,trama dei fatti, lo aibilita, è vero, all'esercizio di un'effettiva funzione storica, ma circoscrive questa funzione d,entro .limiti invali– cabili. Le più preocc'lipate e ,precipitose istanze revisioniste sono state imposte al marxismo •proprio daUe forme inopinate ,del • suo ordinarsi e coordinarsi al capitalismo. Le classi .proletarie del mondo c ,apitalisti.co , vere classi; ·e veramente proletarie, hanno raccolto incidentalmente, assor– bendolo nel giro di esperienze dominate da altre logiche, il -fermento marxista .• Evidentemente la proposta rivoluzionaria mancava di cc p;resa >> storica, su di esse, ,concepite invece inizialmente co– me le destinatarie ideali. Queste masse, e il mondo borghese cui ,esse danno vita, contro l'eventualità di un pass~ggio al comunismo, hanno pre·so misure che non :lasciano adito .a so-

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