l’ordine civile - anno II - n. 14 - 15 luglio 1960

pag. 8 I avanti lettera, di neutralizzare l'accusa fatta a Gesù di essere a sua volta un rivoltoso. Ma quando l'Auh:irità 'è m~nchevole, o. per d,ebo.l~;i:7ia o per prepotenza, che è 1 .debolezza •mascherata: l'ordine :civile rivela all'istinto dei rivoltosi le sue brecce. E così la folla con i ,suoi falsi profeti, urlò, già mezza inferocita, la sua prefe. ~~.nza per. ;B~rapba. E suhito, :i=»ilatoperse le staffe, mettendosi a 'vociare che voleva dimèttere Gesù : « Che cosa farò io di quello che voi dite re dei Giudei? Che cosa farò io di Gesù così detto il Cristo? » ( Matt. XXVII, 22; Mc. XV, 12). Ma qhelli urlarono ancora più forte la sentenza da loro bramata, sovrastandolo : << Crocifiggilo ! Crocifiggilo ! ». Allora Pilato, sferzato nella sua dignità, si risolleva sul– l'onda dell'Autorità, e per -la terza volta - -come esplicita– mente sottolinea S. Luca - proclama vigorosamente l'inno– cenza di Gesù: '« Che -cosa ha fatto ·di male costui? Nessun motivo di morte io ho trovato in lui! >> (Le. XXII, ·22). M~, proprio mentre annuncia che lo farà liberare, ripete l'errore di volerlo dapprima far flagellare, e questa ingiustizia basta 'a confermare nella consapevolezza ·del •proprio potere la folla demagogica e anarchica -che insorge con il suo grido assassino, disorientando completamente Pilato. Allora costui, visto che non c'era più nulla d'a fare, e che anzi la chiassata volgeva in: tumulto, si fece portare ·una baccinella d'acqua, lavan.dosene 1 ostentatamente le mani: certo in disprezzo dd Giudei, senza avvedersi, però, che il gesto plateale tornava assai più a danno del suo prestigio; poi, ordinò che Barabba fosse liberato, che Gesù fosse flagellato e quindi consegnato ai pretoriani perché venisse -crocifisso per c?nto dei Giudei (Matt. XXVII, 26/27). Una piazza di servi dello straniero, improvvisatisi a par– lamento con un complotto che infrangeva il proprio ordine religioso, avevii avuto ragione della maestà -dell'ordine civile di Roma. • E qui si mette storicamente in evidenza una verità teo– logica fondamentale, comunemente ignorata o trascurata, e che deduciamo direttamente dalla Somma Teologica ,di San Tommaso d'Aquino, il Dottore ufficiale della Chiesa Catto– lica. « L'uomo si trova attua·lmente in uno stato di natura corrotta, sicché_ viene meno in ciò che pur potrebbe secondo la ·propria natura, e perciò non -p_uò .realizzare questo bène di natura con le sue sole forze naturali >>( S. t. I, Il, q. 109, Il. 2). ' ' Se così non fosse, Pilat~ avrebbe potuto starsene tran– qµillo nella soluzione data al processo, poiché contenti erano i Giudei, e certamente Cesare non avrebbe chiesto conto· di quella ingiustizia che si perdeva nel mare di superbia su cui l'ordine civile di Roma .stava costa.ntemente in pericolo. Ma Pilato, invece, tornò indietro. Si sentì prendere dall'angoscia. Capì che il dramma della Verità cominciava proprio allora. E qÙesto per un'altra vei:ità egualmente fondamentale, igno– r.ata o negletta. L'uomo- è stato. creato nello stato di sopra– natura, quindi il suo fine è soprannaturale, e, mancando della grazia ,di Cristo, non solo non 1 può raggiungere ciò che potreb-, be secondo .le facoltà naturali che possiede, ma a maggior ragione gli è impossibile . siste;marsi nell'ordine soprannatu– rale di cui l'autore e il consumatore ~ Cristo in persona. Per– ciò, nell'anima dell'uomo senza Cristo, si arpre una voragine a doppio fondo ( di na_tura e di sopranatura) che invano l'uo– mo tenta di colmare con ogni sorta di miti o .di sentimenti o di surrogati pse11-do-scientifici (.S. T. I P., q. 95; I, TI, _q. I e seg,) .._ • • • . N~l caso specifica, Pilato aveva cercato di colmare il vuo.to del suo ordine civile con una lavata di mani, un Barab– ba e l'abbandono di un innocente alla sua sorte. Ma si. accòrse subito che ,ciò non .bastava, perché, nell'atto stesso di ritira,rsi· • dalla scena, prese coscienza che la rivelazione fattagli. da Gesù lo .impegnava totalmente o. ,pro o contro. E proprio mentre stava concludendo. la sHa .misera manovra politico-giuridica, era giunto un misterioso messaggio ,di sua .moglie che lo· aveva richiamato violentymente alla realtà divina di Colui che egli stava giudicando. ·« Sedèndo Pilato in tribunale - scrive iJ solo Matteo -,- mandò a. lui la moglie sua dicendo : Niente ci ~ia tr<1. te e ·quel· giusto: ché io molto ho sofferto oggi in sogno per ca:Usa di lui» (Matt. XX\TII. 19): l'ordine civile E qui emerge un'altra verità decisiva: quella dell'esi– stenza .della rivelazione soprannaturale anche tra i popoli che non sono né cristiani né ebrei, come in certi casi fu delle Sibille, a éùi la moglie di Pilato può essere assimilata, in que- sto caso (S. T., II, II, q. Il, a. 7,· ad 3Um); • •Pilato sentì che doveva ritrattarsi e, con una virtù non indi~eren~e, sf _ripresentò a ,quella turba a cui aveva già rico– noscmto 11 diritto e che ormai era ebbra come una belva inferocita che sia riuscita ad azzannare la sua vittima. « Pila– t~ uscì di nuovo fuori - dice S: Giovanni {XIX, 4/5) - e. dice ,loro : ve lo conduco di nuovo fuori, affinché conosciate che non trovo alcuna causa -di colpa in Lui >>. E Gesù uscì : una maschera sanguinolenta, incoronato .di spine, rivestito per scµerno di una tunica color di porpora, sputacchiato, basto– nato, canzonato. -E Pilato lo. ·indicò con una frase che, sènza che egli se ne avvedesse, ri.velava il suo animo percosso dal vento dello Spirito Santo: Ecce Homo: ecco l'u~anità. Come Caifa aveva profetato, senza volerlo, che « un~ doveva mo~ rire per tutti » ( Giov. Xl, 51), così ora Pilato, riponendosi per la via impervia in cui la grazia di Cristo lo sollecitava. riconosce e indica per intuito e connaturalità, nella figur~ dolorante della sua Vittima, l'Umanità sofferente che Giobbe prefigurava e che il Cristo .d·ella Passione impersona-va, se– condo le profezie .di Isaia e la conferma per le strade del– l'Impero dell'Apostolo Paolo. Ma a questa sfida di Pilato, già più cristiana che paaana • fi d " • i ponte ci ell'ebraismo e i seguaci da essi sobillati, torna- ronò a urlare il « Crocifige ! », quasi agitando in aria la cam– biale in bianco che Pilato gli aveva pure rilasciato. E Pilato tornò a retrocedere balbettando, 1 quasi •piagnucolando nel suo intimo, non sapendo -davvero quello che si ,diceva, perché fa sua stessa sentenza· non· era ammessa dalla legge di Roma : « Prendetevelo voi e crocifiggetevelo, perché io non ci trovo motivo alcuno ... >>. Allora, come mossi dallo Spirito Santo che agita le tempeste per far fiorire le anime, i Giudei proferi– rono finalmente la grande verità che rivelava a Pilato il loro delitto e che Gesù era davvero il Figlio di Dio : « Noi abbio:mo una legge e secondo la legge deve morire : poiché si· fece Figlio di Dio ». Era la rivelazione sÒprannatur~le che affluiva ufficialmente come sentenza di morte, dal Popolo Eletto al rappresentante dell'ordine civile ,posto al suo giusto luogo, dove la Provvidenza di Dio aveva condotto l'amministrazione della giustizia ,civile per il bene comune. L'anima di chi è in pieno ·dramma critico della Verità, sc·evèra da sola i diversi elementi contrastanti e Pilato non si confuse per questo inganno sup:i;emo dei Gi~dei. La Verità che la menzogn·a assassina non poteva né spegnere né detur– pare, entrò nell'anima di Pilato e lo impaurì, appunto perché egli vedeva sempre più chiaro e capiva sempre meglio che nessun compromesso era più possibile. Perciò si rivolse a Gesù, e riformulando la domanda sulla natura della Verità, gli chiese in tutt'altro senso: « Da· -dove vieni, Tu? ». Ora sa– peva che Colui che gli stava dinanzi era di progenie divina, e voleva penetrarne il tragico mistero, e forse rapirne il se- •greto che l'avrebbe fatto più grande di Cesare e simile a Dio, ,come è antica tentazione del diavolo soggiacente a ogni uomo. E. per.ciò Gesù non rispose. Allora Pilato, riprendendo •gli spiriti della superbia, gli si impose, proclamando la pr01pria autorit.à : « Non -sai che io ho la potestà di -dimetterti e là pote~tà di crocifiggerti? >>. E a questo pro·console 'che legitti– mamente parla in nome dell'unico ordine civile allora esi– stente, Gesù risponde: « Tu non avresti alcuna potestà contro di -me, se noii. ti fosse stata data dall'alto ». . Ora per un Romano, l'Autorità politica era il culmine delfa Verità, come per i Greci era il Logos e per gli Ebrei Yaweh; .e l'ultima parola ,di Gesù suonò a Pilato come su– prema rive_lazione: « Perciò ehi mi ha consegnato a te ha maggior peccato»·. Dunque l'Autorità di Roma veniva .da Dio,_ed· era Colui che gli stava dinanzi che lo assicurava, chiu– dendo il. cerchio. della. luce irradiata all'inizio di quel pro– ces~o : Colui che aveva detto di essere nato per dare testimo– nianz.a alla Verità, essendo Egli medesimo la Verità per ge– nerazione. Dinanzi. a diichiarazioni o manifestazioni consimili, Pie– tro aveva professato che Gesù era il Figlio di Dio vivo, il

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