l’ordine civile - anno II - n. 12 - 15 giugno 1960

• I dieci anni Alla ICISL m ,questi giorni si vilve in un . clima di 'grande eufori,a. La ,Confed~razione Italiana Sindacati Lavo– ratori .ha compiuto il suo decimo anno di vita: il primo de– éennio. è passato. E, nel frattempo, .Pastore ha avuto il tempo per divenire ministro e per raggiungere il ruolo politico di protagonista, mentre Storti ha preso le redini del potere. . Anche altri personaggi della OISL hanno avuto temp~ e· modo di fàre strada : Donat-1Cattin, per esempi,o, che ormai si è stancato di fare il ìnòrafista contro i « lassisti » della segrete;ia cislina, ha ·pr~ferito assolvere la funzione di leader d.èl :centro-sinistra. Sono statf organizzati festeggiamenti e manifestazioni varie per celebrare il decennale. Si è bandito ' persino un concorso •Con il ,quale· ci' si propone di premiare il gioinaliJsta che meglio sarà riùscito ad illustrare l'azione decénnale della ,CISL. Questo conco'rso noi non lo vinceremo di sicuro. 1 Ci proponiamo infatti di sottolineare i limiti della politica della ·CISL che, lungi dal battérsi per la difesa e la affermazione della dottrina sociale cristiana, 'ha accettato al– cuni dei postillati che caraterizzano il mo,vimento avversario. E' noto che il· sindacalismo cattolico nacque in funzione antisocialista, non per banali motivi concorrenziali, ma per– ché nessun cattolico può accettare l'impostazione classista ti– pica dei sindacati socialisti. Questo concetto era fissato a chiare note nell'atto di costituzione della ·Confederazione lta– Ìiana ·dei LavÒratori, ia famosa confederazione «bianca», là dove era ·detto che « li fronte al vecchio movimento operaio $Òvversivo e negatore,. sorge il nuovo movimento sindacale, èristiano e ·co'struttivo )). • A questo concetto facevanò continuo riferimento nella"' lo,ro battaglia •quotidiana i capi dei sindacati « bianchi ». Nel . fehbraio del '25 Achille Grandi ribadiva ·«la netta distin– zione >> nei principi e nei metodi fra cattolici e socialisti: .. distinzione che era opposizione. Quando, con la caduta del regime mu~soliniano, i cat-, tolici ripresero la loro milizia in campo sindacale, manife– starono chiaramente il proposito di evitare ogni estremismo contro.producente. Desiderosi di impedire in ogni modo il riaffio·rare del radicalismo classista, essi pensavano che occorresse lasciare in vita la stmttura organizzativa per grandi settori dei lavo– ratori, rimanendo inteso, pei-altro, che si dovesse annullare speditamente ogni sovrastruttura burocratica e paternalisti– ca. Non sul piano del'l'unità di classe - mito caro alle varie scuole marxiste - bisognava muoversi secondo i cat– tolici se si voleva impedire che le classi lavoratrici si 'POnes--– sero contro lo tSato. Questa e-ra la opinione generale dei cattolici, fino a quando ,non si manifestarono i primi cedi– menti psicologici dinanzi al marxismo. Non pochi tra i ma.g– giori esponenti dei sindacaJi cattolici furono vittime di un complesso di inferiorità di fronte ai socialcomunisti. La pro– paganda degli avversari li aveva disorientati; le parole d'or– dine del velleitarismo ribellistico fecero, purtroppo, presa su chi era sprov,visto di una corazza interiore che lo tute– lasse nelle battaglie sostenute in un campo così arduo. Ben presto ci si rese conto dell'errore in •cui cì si era malauguratamente caduti. L'unità era un fatto artificioso, un accordo di vertici che non rispondeva a nessuna esigenza mora1e e a nessuna istanza ·di rinnovamento cr~stiano. E• proprio in questi momenti appare per la prima volta in modo evidente l'incanacit di coloro che più tar•di dovevano dar vita alla 1 CISL. Invece di fare una battai:i;lia all'interno della confederazione unitaria per far luce sulle manovre dei social-conìunisti che volevano adonerare i sindacati come strumento contro lo Stato, invece di fornire le prove della impos~ibilità di un'unione che non si basasse sulla stessa della ·cISI~ , di Fausto Romano _ dottrina, certi rapprese:O:tanti della corrente cristiana agirono demagogicamente in modo da rafforzare, invece di ~n~ebo– lire e distruggere, il mito dell'unità di classe. La scisswne, perciò, si verificò non sù chiare premesse ideali, né su :fatti concreti ( si ricordi, per esempio, la campagna per la tregua salariale chiesta coraggiosaemnte dai_ cattolici per impedire -l'inflazione), ma su motivi marginali, del tutto contingenti . L'andazzo· d~magogic_o, di cui davano prova alcuni maggio– renti della corrente cristiana, compromise irrimediabilmente un 'operazione che •doveva essere testimonianza di moralità e di correttezza civile. Si diede così l'impressione che non sì trattasse di nna scis~ione e di una rottura di una situazione insostenibile, ·ma di una messa alla. porta della' .minoranza cattolica da parte della maggioranza, socialcomunista. Con il passare d'el tempo e con il susseguirsi di inizià– tive destinate • fin dall'inizio al fallimento, il processo· invo– luti,vo si ago-ravo sernp1·e più e la nascita ·deila CISL avvenne ·quando il t>gruppo che aveva assunto là leadershi~ ?ella ,CGIL, era giunto alla rl.ecisione di accantonare ogm nven– ·dicazione che si richiamasse ai presu·pposti della dottrina so– ciale cristiana. La •Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori segnò· con il suo •sorgere e con il suo burocratico sviluppo, l'ab– handono di tutte '1e antiche idee del sindacato cristiano. Il miraggio dei :capi cislini era, infatti, quello di arrivare al monopolio· sindacale e ad una caratterizzazione -confessionale veniva considerata come un troppo grave impedimento. Ani– mati sempre da tale vana speranza, cercarono le vie più tranquille e comode, •quelle vie che dessero l'assicurazione di non costringere all'atto azzardoso, alla mosas pericolosa e compromettente. Non meraviglia, stando le cose in questo modo, che la CISL sia divenuto un sindacato gradito a quelle forze verso le quali avrebbe dovuto tenere un_ atteggiamento di viaile critica. La CISL si è ben guardata dal battersi per t, . • il primo, grande obiettivo serio che era necessano raggmn- ,o-ere: ,quello della le-gge sindacale con la quale si poteva ve– ;amente neutralizzare l'a!:>uso •di potere dei sindacati rossi. Non sorprende neppure, dati i non più occulti intenti, che la ,CISL accetti il non decorso ruolo di subalterna ris•pet– lo ai sindacati nord-americani, ,subalternanza che non ha aiutato la CISL a rimanere legata alla realtà italiana e, so• prattutto, a riavvicinarsi alle fonti ispiratrici della dottrina sociale cristiana. In competizione demagogica con la ·CGIL, la Confedt • razione di Pastore e di Storti è passata, in molti punti, dal sindacalismo al classismo in sede teorica ( ricordiamo fa de– finizione di governo di classe data al governo Segni), tempe– rato dall'opportunismo in sede pratica ( del governo Segni faceva parte l'on. Pastore). Per eliminare ogni pur vago sospetto di confessiona1i– smo si è deciso infine di aderire all'Internazionale dei sin– dacati socialisti, ignorando del tutto l'esistenza di un movi– mento che unisce i lavoratori cristiani di tutto il mondo. Così si ,è lavorato in Italia a spianare la strada al social– comunismo liberandolo dal suo più pericoloso e tenl!ce ·op– positore, il sindacato cristiano. Su ,questa linea si è operato il distacco dalla dottrina sòciale cristiana, l'unica in grado di ispirare una vera elevazione morale e civile, non materia– listica né in senso riformistico né in senso rivoluzi-0nario. E si badi, con ,questo non si è interpretato la volontà della base che vota CISL nelle C.I. Perché chi vota e aderi– sce alla CISL aspira a trovare in essa •qualcosa di radical– mente diverso dalla ,CGIL e non una copia stinta di essa. L'on. Rapelli ha un giorno efficacemente indicato 'Ì ·quat-

RkJQdWJsaXNoZXIy