l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960

bi _[ VANGELO SECONDO GIOVANNI (XIV, 23-31). Pentecoste « Se uno mi ama conserva in sè la mia parola, e il Padre lo amerà, e andremo da lui, e abiteremo con lui; chi non mi ama non conserva in 'Sè la mia parola. La pa- _ rola che avete sentito non è mia, ma di chi mi hé'lman– dato, il Padre. Vi ho detto queste cose stando fra voi. Ma il Con– solatore, lo Spirito Santo che il Padre manda nel mio nome, vi insegnerà tutto, e vi suggerirà tutto ciò che vi ho detto. Vi lascio la pace; vi do la mia pace : ve la do non come la dà il mondo. Il vostro cuore non si turbi,. e non si spaventi. Avete sentito che vi ho detto: vado, e ritorno a voi. Se mi amate, vi rallegrerete perchè vado al Padre; perchè il Padre è più grande di me. Vè l'ho detto prima é:he succeda, perchè quando succederà crediate. Non mi resta più molto da parlare con voi; perchè viene il principe del mondò, che in me non ha nulla. Ma ·affinchè il mondo sappia che amo il Padre e che faccio come mi ha ordinato ». I passi evangelici domenicaJi, distaccati ,come sono dal contesto e resi opachi ,dalla monotona ripetizione attrav_erso gli anni, inducono facilmente a commenti o a considerazioni the, invece di ·guardare alla sostanza -del discorso, s.fuggono_ verso le applicazioni spicciole e le esortazioni moraleggianti. Nel brano riportato, la freiquenza delle parole ,ccamore », « pa– dre », •e< pace », finisce per costituire una specie di piano di slittamento verso un sentimenta,le tono ammonitorio-5 e verso i generici e fiacchi richiami a sentire la paternità di Dio e ad amare Dio e il prossimo. . Già la metafora « padre )> rischia, ai nostri ,o-echi mo– derni, disahituati all'autorità caratteristica delle antiche so– cietà patriarcali, di corrompersi e di falsarsi. IJ pa,dre -- per noi, oggi - è molto spesso l'uomo paziente e arrendevole che cerca alla meno peggio di trovare dei compromessi fra !'-esi– genza di educare i figli e quella· di compiacerli. Ma un con– temporaneo di Gesù certamente annetteva alla parola ccpa– dre » sensi diversi: l'aspetto .dell'autorità ordinata per il he– ne dei figli, indubbiamente prevaleva in lui sull'aspetto della dolcezza e della pazie-nza. I mussulmani, per razza e per am– biente vicini all'atmosfera che accoglieva le parole pronun– ciate da Gesù ~amminando per le polverose strade di Pale– stina, si rivolgono a Dio con la metafora ccpadrone >l, che del resto, nella radice, richiama la parola ccpadre Ji. L'addolcimento che noi inavvertitamente compiamo·, at– tribuendo a ccpadre » un significato per notevoli aspetti ,di– verso rla quello in cui dovre'bbe essere assunto nel contesto, lo compiamo anche per molte altre frasi pronunciate da Ge– sù, e in relazione alle circostanze in cui sono state pronun– ciate. -Dimentichiamo molto facilmente, ad esempio, che il passo evangelico della Pentecoste, che ho riportato, è la ri- • sposta di Gesù alla chiara domanda di un apostolo : cc.Signo– re, che eo~a è successo perchè tu ti debba maniifostare a noi,· e non aJ mondo? », e che solo consid·erando la domanda può 1 avere un significato la risposta. Gesù aveva detto che ccil mon-do non può ricevere lo Spirito di verità >J ( v. 17), e Giu– da Taddeo aveva chiesto un formidabile ccperchè ». Nella solei:i.nità della Pentecoste la Chiesa ricorda l'effu. sione sugli apostoli dello Spirito santo, il consolatore per IL VANGELO mezzo della venta, i,l testimone della potenza e della gloria clel Figlio di Dio. Lo Spirito santo manifesta il Cristo. Ma non 1o manifesta al « mondo )), Questo è annunciato, per ope– ra dello Spirito santo, a coloro che Cristo chiama i suoi e: amici J>; Dio a-biterà con loro, sapranno cctutto », avranno la. pace. di Dio e la loro gioia sarà piena. E questo, semp!_e per oper_a dello Spirito santo, è annunciato al mondo : « il principe di •questo mondo è già •condannato » ( XVI, 11). La .opposizione fra ccmon,lo >, e « Regno » è dunque ·qualcosa che sta a,lla base del destino della Verità nella storia, e non può essere l'idotta a un temporaneo oscurarsi ddla Verità per na– tur.ale effetto del suo inserimento nella debolezza degli uomi– ni. Esiste una cruda vérità, tanto cruda che sembra non resti altro che dimenticarla: ccgli uomini hanno preferito la te– nebra alla luce », << il mondo non può ricevere lo Spirito di verità », « il principe di questo mondo è già condannato ». _ Gesù Cristo non dà una rispotSta esauriente alla doman– da di Giuda Taddeo, ma esprime con assoluta precisione le dimensioni del contrasto, ponendolo come chiave di inter– pretazione di tutta la storia. La soluzione, forse, appartene– va alle « rt10lte cose che ancora non potete capire » e che lo S,Piri•to santo doveva rivelare insegnando_ « tutto• -ciò che ,deve succedere ». Gesù non liii rispòsto, non aveva più tempo: « non mi rest_a più molto da parlare con voi. Perchè viene il .piincipe del mondo, che in me non ha nulla ». VAN,GELO SECONDO MATTEO {XXVIII, 18-20). SS. Trinità ,« Mi è stato dato ogni potere, nel cielo e sulla terra. Andate, dunque, e rendete vostri discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Pàdré e del Figlio e dello Spi– rito santo. Insegnate a conservare tutte le cose che vi ho affidato. Ed eéco che io sono con voi per tutti gio~ni, fino àlla consu.mazione del mondo ». Anche qui, nei tre versetti che concludono in modo )Ili– .ra,bile il vangelo secondo Matteo, desidero soltanto sottoli– neate alcuni aspetti •di forza, che· superano il toi::io moraleg– giante delle init-erpretazioni aUe quali fa-cilmente ci abbando– niamo. Gesù Cristo afferma che « ogni potere, nel cieJo e sulla terra », è suo. Questa è la più antica confessione di fede di· cui ci conservi memoria la storia delle prime comunità cri– stiane: « Cristo è Signore », e ogni altra autorità ,deve crol– lare d'innanzi alla sua gloria. La missione affidata agli apostoli, stando alle traduzio– ni correnti, consiste nell'cc ammaestrare tutte -Je genti )l; ma, se traduciamo con più sostanziale fedeltà, la frase acquist~ un sapore diverso : ccrendete vostri discepoli tutti i popoli ». Così, anzichè ccinsegnate a osservar~ tµtto ,quanto vi ho eo– ~andato l>, che sembra restringere il discorso all'osservanza ài norme di tipo morale, possiamo tradurre: ccinsegnate a conservare tutte le cose che vi ho affidato », e cioè a tenere viva nel cuor.e la sua sconcertante promessa, a ostinatamente· attenderne l'attuazione. Affinchè abiti davvero co.q noi ccper lutti i giorni J> che çi separa~o dalla ccconsumazione del mon– do », l'evento che è tanto più impensahile al mondo quanto più è vicino, l'evento che fonda il senso della speranza. Giorgi.o Zunesi Direzione, redazione e amminutrazione: Roma • Via di Porta Castello, 13 - Tel. 561.279 Direttore: GIOVANNI BAGET-BOZZO - Redattore respomabile: DOMENICO DE SOSSI Autorizzaziene del Tribunale di Rema 11. 6923 del 30 maggio 1959 ABBONAMENTI: Annuo: L. 2,000 - Sem.: L. 1.100 Trim.: L. 600 Tip . .Airs-GRAP • Roma • Via Banchi Veéchi 12 • Telef. é52.576 llu e ay l.,

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