l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960

Ridurre • I costi dell'olio per far fronte al la produzione di olio d'oliva nel 1959 è stata, secondo l'ISTAT. di . 2.603.000 quintali, più o meno allineata alla media dell'ultimo decennio. A tale cifra è da aggiungere la produzione di olio d'oliva rettificato B che può essere stimata in 480.000 quintali· circa. • • Se poi si passa ad esaminare le principali caratteristiche dell'olio di oliva di pressione, va subito notato che non meno del 50-60 % della pro– duzione si è presentato con acidità superiore ai 4° o comunque tale da dover forzatamente essere sottoposto a raffinazione. Da ciò deriva che le raffinerie e gli impianti di estrazione di olio dalle sanse hanno potuto sviluppare la rispettiva attività secondo un ritmo_ relativamente soddisfacen!e pur sempre appesantito dal notevole squilibrio rispetto alla potenzialità l;vorativa degli impianti, sfruttata in misura infe- riore al 30 % . _ la richiesta da parte dei consumatori è apparsa sempre più orientata verso gli oli di gusto poco sapido e di· colorazione non molto intensa. Del pari, si è avuto un incremen!o delle vendite dell'olio d'.oliva confezionato in recipienti sigillati rispetto alle vendite di olio di ohva ·allo stato sfuso. Si è andato quindi sempre più accentuando il fenomeno per il quale la produzione si .indirizza verso una standardizzazione dei tipi. di ol_io imm~ss~ al consumo, realizzata - come è a tutti noto - attraverso I tagli fra oh d1 pressione ed oli raffinati. Gli impianti di estrazione di olio dalle sanse hanno potuto lavorare circa 5.700.000 quintali di sanse, tutte di produzione nazionale. E' qui da porre in evidenza il fatto che il continuo. processo di perfe– zionamento degli impianti di frangitura delle olive ha fatto si che in molti casi le sanse abbiano presentato un contenuto in olio notevolmente ridotto: la ,;,edia nazionale è ormai sul 6%, rispetto a11'8% del periodo immedia– tamente postbellico. Quanto poi alle caratteristiche delle sanse, secondo uno stato di cose che sembra· essersi ormai consolidato, non meno dei due terzi delle disponibilità globali sono state di acidità superiore ai 20° e solo un terzo di acidità inferiore a questo limite. Per determinare le disponibilità globali di olio d'oliva sul mercato in– terno bisogna aggiungere alla produzione nazionale •le importazioni in de– finiti;a. Per il 1959, l'influenza delle temporanee importazioni di olio d'oliva lampante, poi nazionalizzato, impedisce di far rico~o integ_ralmente. al.le for– mulazioni dell'Istituto di Statistica: occorre avvalersi delle informaz1 on1 d ella Direzione Generale dell'Alimentazione. Da queste emerge che mentre le importazioni di olio al solvente in definitiva sono state solo di 17.000 quin– tali circa tutti provenienti dalla libia approfittando dell'esonero dal dazio doganale' le importazioni; sempre in definitiva, di olio di pressione,_ •~no ammonta;e a circa 313.000 quintali. Si nota, cioè, da un lato una diminu– zione delle importazioni di olio al sohcent4:, che. ~iven,tano pratic,ar~ent! irrilevanti - e d'altro lato un incremento degh acquisii all estero dell oho c.1 pressione 'a c~usa della ,..;lati:"~•~~arsità, d~lla pr~~uzione nazionale della ~am– pagna. Circoscritte le disponib1hta. dell_oho rett1f1~a!o ~ al_la sola produzione otienibile dafle materie prime nazionali, tale quahta d1 oho ha potuto assol– vere ai compiti che gli sono propri e che, come tutti s~nno, _consistono_ ne! miglioramento mediante tagli, di forti quantità degli oh d'oliva denominato in commercio 'come « mangia biletti ». Tale situazione si è determinata 1.nche in questo caso per -il gioco della di~ciplina ~egli abbin~menti e. quindi dob– biamo constatare come, nel 1959, sia pure .1n annata d1 produzione n~n ab– bondante, non si sia verificato il fenomeno abnor~e del 1957! c~n~1stente in ·un eccessivo afflusso di olio al solvente dall estero e qu1nd1 in una immissione sul mercato interno di olio rettificato B in misura assolutamente superiore al necessario ed al richiesto. . Di converso l'allargamento del rapporto d'abbinamento per l'olio d'oliva di pressione ha' consentito; a parti~e da_l giug_no,.. ~i ~pprovvigio~are con regolarità il mercato attingendo agh altri ·P·aes1 oh:v1coh ~el ~ed1ter~aneo. Il consumo di oli vegetali è in evidente, continua d1lataz1~ne. S1 può stimare che ci si vada avvicinando al livello di 5 milioni di quintali all'anno, se non , lo si è già superato. Siamo quindi a~ un consumo, p~ocap_ite an~u~ di I O kg. circa, che dobbiamo .peraltro·· ·considerare suscett1b1le d1 ulteriori aumenti come del resto tulli ci auguriamo. Co;,,e di norma la differenza fra consumo e disponibilità di olio d'oliva è stata colmata. co~ l'olio da semi di produzione nazionale o importato dall'estero. . · , 1· Presumibilmente la produzione di olio ottenuto da oleaginose naz1ona 1 diverse dall'olivo si aggira tuttora sui 400.000 quintali circa all'anno. Il saldo per la copertura del fabbisogno è stato quind_i costi~uito da im~ortazioni dall'estero e dall'olio da semi delle scorte statali, anch esso proveniente, co– me noto, da importazioni condotte a termine dagli Stati Uniti nel quadro della legge 480. . . le cifre fornite dalla Direzione Generale dell'Ahmentaz1one mostran!) come n°el corso del I959 le importazioni da parte di operatori privati siano state di quintali 963.568 di cui 811.871 quintali sotto forma ~i se.mi ol~o•i: Nello stesso periodo sono stati immessi al consumo 201.504 quin tali d egh oh delle scorte statali, per un totale di 1. 165.072 •quintali. Per quel che si riferisce all'andamento dei prezzi all'ingrosso sul mer– cato nazionale i dali forniti dall'Istituto Centrale· di Statistica indicano come, nel 1959 la t~ndenza all'aumento rispetto al 1958 si sia accentuata ed abbia toccato I~ punta massima nel luglio; si è poi avuta una_ lieve ,fl~ssio~e ?ei mesi successivi. Considerando come indice il prezzo medio dell oho d1 oliva nel 1953 e fatto 100 tale indice, la media annuale del 1959 è stata di 129, I, con una punta in assi ma nel luglio di 13~. . . . . Per gli oli da semi, l'andamento dei prezzi lascia intendere come c1 _so sia trovati costantemente di fronte ad una pesantezza del mercato, probabil– mente dovuta ad un'offerta maggiore rispetto alla domanda. Anche qui, prendendo come base il prezzo medio del 1953 e fatta. I oo_ •~le _media, il prezzo medio del 1959 è stato di 108,2. la tendenza ribass1sllca in campo internazionale è. stata peraltro più accentuata : in Italia, ha esercitato una funzione di freno la disciplina degli abbinamenti. E' quindi da notare che nel biennio 1958-59 e sempre prendendo come punto di_ riferjme_nto .il .1953, per l'olio d'oliva. si sono realizzati .sul me.reato aumenti di prezzo più accentuati che non per l'olio di semi, pure nel quadro delle maggiori oscillazioni che il prezzo dell'olio d'oliva ha subito. Mercato Colllune Venendo a parlare degli impianti industriali esistenti nel settore oleario, vi sono in Italia 244 fabbriche di estrazione di olio dalle sanse, di cui una settantina inattive. le raffinerie di oli vegetali sono 170, di cui 100 munite di impianto per l'esterificazione degli oli ad alta acidità, tutte funzionanti. Per quel che si ,iferisce alle fabbriche di. olio da semi, secondo le indi– caziÒni fornite dal Ministero delle Finanze in .materia di imposta di fabbri– cazione, le· fabbriche attive nell'esercizio finanziario I 958-59 sono state 245: • Se ,:lai quadro generale che precede, si pa~sa ad esaminare i principali avvenimenti che hanno caratterizzato la vita del settore oleario negli ultimi tempi, ci si deve princip~lmente soffermare su alcune circostanze di impor– tanza fondamentale e cioè sulla pratica entrata in vigore del Mercato Comune Europeo in pri,,;o luogo; quindi, sui provvedimenti legislati.;i riguardanti· il settore dell'olio d'oliva, al momento attuale in corso d'esame al Parlamento. ·Il Trattato di Roma, com'è noto, P!evede fra. l'altro l'abolizione graduale dei dazi doganali all'interno della Comunità; l'istituzione di una Tariffa co– mune nei confronti dei Paesi estranei alla Comunità e l'adozione di una politica agricola comune da parte degli Stati membri. • In occasione dell'art. 14 del Trattato, il I. gennaio 1959 si è operata la prima riduzione del IO% per i dazi sui singoli prodotti. la stessa riduzione del 10% è stata applicata, da parte italiana, alle importazioni di merci ori– ginarie e p·rovenienti dai Paesi membri dell'ÒEçE e da quei Paesi nei cui riguardi giocava la clausola della Nazione più favorita, con l'esclusione, peraltro, di tutti i prodotti contenuti nella lista G annessa al Trattato e limi– tatamente alle merci elencate nei primi 38 capitoli della Tariffa Doganale Comune. ·E'· stata quindi posta in essere una prima discriminazione fra pro– dotti originari e provenienti da l".aesi della· Comunità e quelli originari e· provenienti da Paesi terzi. Nel settore oleario, tale discriminazione riguarda particolarmente gli oli vegetali. la Tariffa Comune verso Paesi terzi, secondo il principio generale sta– bilito dall'art. 19 del Trattato, è da determinare al livello della media aritme– tica dei dazi applicati nei quattro territori doganali compresi nella Comuniìà, ad eccezione· di vari prodotti per i quali· l'aliquota daziaria è stata fissata prescindendo di tale criterio sia al momento della stessa firma del ,Trattato, sia mediante trattative fra gli Stati membri. Nel primo gruppo rientrano i semi oleosi per i quali si è previsto l'esonero daziario e nel secondo varie materie grasse, quali il sego e gli oli vegetali fluidi o concreti. E' dei giorni scorsi la conclusione delle trattative concernenti tali pro– dotti. I risultati raggiunti sono noti. • Peraltro, l'aspetto puramente doganale del problema passa in seconda linea quando si considera quel che contiene il Trattato di Roma nei riguardi dei prodotti agricoli. Anche per questi dovrè essere progressivamente in– staurata la libera circolazione nell'ambito della, Comunità, ma il Trattato pre– vede altresì l'instaurazione di una politica agricola comune nel senso che dovrebbero essere armonizzate, se non addirittura unificate, le politiche agricole nazionali che in qualche caso, ora come ora, differiscono sensibil– Jllente da uno Stato membro all'altro. Se nell'attuazione del Mercato Comune l'agricoltura italiana dovrè valersi delle cautele protettive che il Trattato di Roma prevede; se l'olivicoltura, più di ogni altra produzione avrà bisogno di maggiori proiezioni, tali protezioni potranno dignitosamente essere riclJ.ieste soltanto se avremo dimo•trato di aver fatto tutto quanlo è possibile per ridurre i costi di produzione e per valorizzare al massimo il prodotto. • Questa è una delle principali ragioni per le quali •i dovrebbe essere risolutamente contrari all'estromissione degli oli e5terificati dal novero degli olii commestibili. Questa è una delle principali ragioni per le quali si dovrebbe euere risolutamente contrari all'estromissione degli oli esterificati dal novero degli oli commestibili. Se si finirà col seguire un orientamento diverso, quale quello previsto dalla legge sulla classifica degli oli d'oliva in corso di esame al Parlamento, la responsabilità non sarà comunque imputabile agli industriali oleari italiani. Per quanto riguarda la produzione dei saponi, elementi di stim,a indu– cono a concludere che vi sia stata nel 1959 una contrazione sia nella pro– duzione d ei saponi da bucato, passata a 2.100.000 quintali ( rispetto ai 2.200.000 q.li d el 1958), sia nella pro duzi one del sapone da toletta, ridotta a 250.0QO q.l i ( a fronte dei .300.000 q.li del I958). Si è avuto !In corri– spettivo, u n ul teriore aumento della pro duz ione di detersivi sintetid, passata da 900.000 quintali circa nel 1958 ad un milione di quintali- circa. l'industria saponiera ha potuto approvvigi_onarsi liberamente all'estero ed all'interno delle materie prime ad essa occorrenti ed altrettanto ha potuto fare l'industria dei detersivi sintetici. l'andamento dei prezzi ha segnato una lieve flessione. Fatto 100 il prezzo medio del sapone nel 19S3, la media annuale ,per il 1959 è stata di 96,3"'. Per i detersivi, fatto anche qui 100 il prezzo medio del 1953, la media annuale del 1959 è stata di 100,9. E' da ritenere che la produzione sia stata ripartita per il 70-7S % nel centro-nord e per il 25-30 % nel Mezzogiorno. la capac.ità lavorativa degli impianti risulta utilizzata per il 70% circa. Nel settore dell'industria margariniera, il fatto d'importanza fonda– mentale verificatosi nel corso del 1959 è stato l'istituzione dell'imposta di fabbricazione di lire 12.000 per quintale, posta in essere con la legge 11 giugno I 959, n. 450, Poichè tale imposta riguarda la margarina da tavola, si è posto il problema di determinare l'assetto normativo più idoneo affinchè la margarina per uso industriale sia esonerata dal nuovo onere fiscale che non mancherà, specie in avvenire, di incidere sul ritmo delle vendit e e quindi della produzione. Questa, per il 1 959, può essere stimata in q.li 170.000 per la margarina da t avol a; in q.li 270.000 per la margarina desti– nala ad usi industriali ed in· q.li 50.0 00 per i grassi idrogenati. I prezzi di vendita d ella margarina d a ta vola, a prtire da luglio, hanno registrato ..un_ aumen.to. .corrispondente, all 'incir.ca ,..alL nu.ova imposta,. mentre ..L-prez:z:i..~- - -.,. dell a margari na industriale e dei gras si idrogenati non hanno subìto spo- 1 stamenti ..

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