l’ordine civile - anno II - n. 11 - 1 giugno 1960

DOCUME~Tl La • • cr1s1 della De1nocrazia Cristiana • Dal discorso del ministro Gonella al Consiglio Nazionale democristiano L'analisi dei motivi e degli sviluppi della recente cns1 ministeriale - di cui ho· parlato nella recente riunione del Gruppo parlamentare - deve offrire al Consiglio Nazionale del Partito l'occasione di. considerare, con il massimo impe- ~ gno, un 'altra crisi: la crisi della Democrazia Cristiana. E' un problema di fondo al quale si deve ricondurre la stessa vicenda governativa. Tale crisi può divenire allarmante se non l'affrontiamo subito con rigidezza morale e coraggio politico. I CRISI IDEOLOGICA E MORALE I) Il credo poli1,ìco Siamo andati perdendo sempre più il contatto con la sorgente spirituale, del nostro Partito, con i suoi motivi i,deo– logici e con le sue ragioni storiche. Si tratta talora di infiacchimento dei principi, e talora di erronea considerazione della natura dei principi. Qualcuno ' è arrivato a credere che i principi si possano diversamente colorare se la coloni.zione è sostenuta da un voto di maggio• ranza. E' evidente che gli articoli della fede politica non si mettono in votazione. Neppure le maggioranze possono mu- ·, tare il credo politico, e tanto meno possono costringere le minoranze a conformarsi al risultato di un voto cui si nega la legittimità. Nessuno di noi può proporsi di intaccare il patto sul quale si basa la nostra libera e vo-lontaria associazione senza intaccare il presupposto ·clell'adesione ad essa. 2) La coscienza politica Non si può scherzare con le o·biczioni della coscienza la·, quale deve essere più che mai viva nei momenti che p1·ece– dono le grandi decisioni, quando, prima di obbedire con la disciplina, ognuno ha, non il diritto, ma il dovere di assu– mersi la personale responsabilità di concorrere alla forma– zione della decisione. Questo pur involontario dileggio è un regalo che abbiamo offerto ai nostri avversari i quali non potevano né possono, evidentemente. mostrarsi afflitti dalle caricature della nostra dignità ideolo.gica co,nsiderata come un, paravento di intc– reEsi di altra natura. 3) Dall'integralismo al conformismo Singolari sono poi gli sviluppi dell'integralismo che con– duce taluni a sentire il bisogno di aggiungere ,qualche cosa che mancherebbe alla completezz·a del messaggio sociale cri– stiano. Nessuno può pensare ·di correggerlo con un ciarpame di motivi ottenuti in elemosi-na da altre ideolo,gie. Il nostro integralismo, prima di :rivolgersi aUe aperture .. si deve rivolgere .a riconoscere che gli interessi delle classi la– voratrici sono rappresentati in Italia anzitutto dalla D.C. che è il più forte partito di massa; sarebbe desiderabile che si aHermasse che la politica ,delle classi lavoratrici è l1t poli– tica della D,C .. Non commettiamo l'errore di squalificare l'of– ferta di quelle masse che hanno avuto fiducia nella D.C. rite– nendo necessario il ricorso alle aperture per dischiudere il cammmo di una politica più cosciente dei doveri verso i la- oratori. \., La stessa « politica delle cose n, mal :;i combina con la logica esigente della ideologia. E'. qÙesta una nuova edizione della cc politique d'abord J.>, in cui si scorge una maldestra fur– lJizia, quella di colornre le ideologie secondo situazioni di con– tingenza. 4,) Dogmatismo di ieri e di oggi Noi abbiamo sempr~ sentito il dovere di essere indul– genti verso gli scritti giovanili di chi ha partecipato, fortu– natamente senza fortuna, alle olimpiadi della cultura poli– tica dei tempi che furono. Tutti possiamo sbagliare, e tutti abbiamo il diritto rii correggerci e di essere accolti ,nella buona compagnia. E poi, che cosa sarebbe la D.,C. cristiana se non avesse accolto nel suo seno i convertiti fascisti di ieri? E perché do– mani non potrebbe accogliere i socialisti di oggi realizzando, con la loro conversione, la più colossale apertura? Ma ciò dovrebbe indurre ad essere meno do·gmatici. Cer– chiamo almeno di sospettare che, come si è sbagliato ieri, così si può sbagliare oggi ed ogni categoricità di asserzioni relative alla tattica po1itica, che si rivela sempre così labile, dovrebbe e~sere, non dico temperata ·da bassi calcoli contingenti, ma rapportata alla ben più degna categoricità dei principi ri– spetto ai quali la tattica ha valore strumentale. Cerchiamo di non essere ammalati dalla moda -di ieri o di oggi: solo lavo– rando contro la moda il nostro antifascismo ci ha aiutato a dar vita al pote,nte movimento della D.C.. Bisogna essere,nella storia ma non necessariamente con la storia. Anche Goe•bbels era un realista e diceva che la storia era con lui ; ma la sto– ria travolse quell'esperienza crudele in un mare di sangue, ed abbiamo avuto ragione noi, i non realisti, che eravamo contro la storia. 5) Motivi politici e nwti1;i religiosi Nella recente crisi r:rano già in giuoco anche valori <l'i natura spirituale. Motivi religiosi e motivi politici sono spesso interferenti. Noi vogliamo che il cattolicesimo sia il lievito della no– stra storia. Siamo convinti che il progresso, conducendo alla libertà, conduce al cristianesimo. La D.C. porta sulle sue spalle un impegno molto pesante per la grandezza del no– me, ed è facile, direi doveroso, sentire la i-ndegnità di fronte • al blasone che rechiamo sulle nostre insegne. Ma l'indegnità si corregge nello sforzo di trasferire nelle opere il nome cristiano. Noi non siamo quei cattolici che, all'alba del mondo mo,lerno, avevano· difficoltà a condannare il moribondo feu– dalesimo perché il liberalismo era antireligioso, e n~gavano i diritti dell11 ragione perché il razionalismo tentava di ne– gare la fede. Se vi è un ateismo proletario, non per questo i cristiani devono fare proprio il sistema capitalista. Tanto più che vi è pure un capit.alismo non meno ateo di quellò proletario. ' ·La dottrina sociale cristiana ha fatto molto cammino nei nostri anni. Un secolo fa vi era chi si domandava se era possibile intrndurre la democrazia in Chiesa, ed og,gi sap~ piamo bene, per quotidiana esperienza, che anche nel dram– ma politico vi è la storia di Cristo in mezzo agli uomini. Caposaldo della nostra politica è la difesa delle libertà, sia religiose che politiche e civili; lo abbiamo dimostrato nella nostra lotta contro il razzismo ed il totalitarismo di quando erano imperan_ti.

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