l’ordine civile - anno II - n. 9 - 1 maggio 1960

La polemica Mauria e;." Express,, Su uno degli ultimi numeri de cc L'Eipress », portavoce \ dei circoli francesi della cosiddetta sinistra democratioa euro– pea, si ,è svolta ,una polemica interessante da un duplice punto di vista. Innanzi tutto, per i due protagonisti e, poi, per l'.argomento dibattuto. Non è la prima vorlta che François Mauriac e J ean J acques Servan-Sohreiber duellano con le armi cortesi deHa dialettic•a su questioni politiche e cultu– rali. In questa occasione, però, essendo in discussione non un elemento ,di carattere marginale, ma un problema di fondo, come può essere quello della ·crisi che attanaglia Ja società italiana, la polemica Mauriac-Servan Schrei1ber ci ha aiutato nella formulazione di un giudizio •sulle due cc formae mentis >> che caratterizzano gli uomini degli opposti schieramenti po– litici che si contendono la guida della cosa pubblica in Francia come in Italia. François Mauriac è tra coloro che si rendono conto ,della necessità, ·ari.zi , dell'u:r,genza di offrire un'alter– miriva ragionevole all'attuale regime democratico-parlamenta– re se non si vuole cadere nel tr-a1bocchetto del totalitarismo. Serv-an Schreiber, invece, è vittima del .nuovo mito ,d·ella sinistra democratica che si è venuto a sostituire a quello logo– ro del fronte pòpolare; non tanto logoro, •però, da non giu– stificare il timore ohe, previa opportuna lucidatura, possa essere riportato av,anti domani. Ora, proprio considerando i due diversi modi seguiti per svolgere il tema gravoso della crisi politica ita,liana e delle possibilità di superarla, ci si accorge del realismo, rsuscettihile di positivi ,sviluppi, del veccho scrittore e dell'utopismo, senza nemmeno il meri,lo dell'evasione lirica, del giornalista radi,cale che crede di ri– so1vere tutto com la mitologi•a e con le •formule magiche di Mendes-France e di La Malfa. b lnteressant(è, dunque, la polemica Mauriac-Servan Schrei- • ber. E riteniamo di essere nel giusto se prendiamo 'lo rspunto· d·a essa per un discorso sulla ·crisi -delle istituzioni democra• tiche e repubblicane che è in atto nel nostro paese e che non sarà certamente eliminata dall'atto di .fede del trio Fanfani– Saragat-Nenni. Non crediamo, infatti, che ·ragionevohiiente possa essere ne,ga·ta la crisi del regime. Non crediamo, inoltre, che sia di buon gusto, prima che produttivo, ·ahbandonarsi al litigio per stabilire di ohi sia la colpa -dell'attuale stato dei fatti. E' inut>ile che gli onorevoli Moro e Segni tentino di scagionare la d.c. riversando sui partiti minori quelle respon• sa·bilità che pesano sul partito di maggioranza i_cui dirigenti, in quindici anni, non hanno fatto altro che bruciare tutte le occasioni fino a ricondurre la nazione su un piano di tragica instabilità. Il dovere di tutti e, in particolare, di ·quei cattolici che hanno il torto di aver permesso .alla democrazia cristiana di p·arlare e di agire .a nome di tutta-fa comunità, dei fedeli, è quello di studiare la via da intraprendere per assi:curare uno sv.iluppo organico alla società italiana che non può, certo, rìman:ere soggett-a al gioco ed· al capriccio dei partiti. Ma non ci si illuda ,di uscire dall'attuale impasse facendo ricorso ad un·a delle formule suggerite da chi ,è abituato a tutto risol- . vere semplicisticamente. N·on sarà un governo di centro-sinistra· a mutare il de 0 stino di questa democrazi•a. Non siamo i primi a dirlo e non saremo gli ultimi, ma tant'è: il centro-sinistra è il corridoio obbligato per giungere ,ad una repubblica sor.ialis.ta .' Una vol– ta chiamati a far parte dellà maggioranza gli uomirii del p.s.i., a nulla gioveranno i propositi paternalistici dei teorici dello « stato sociale >>. • E tutto •si ridurrà :ad una dii;c_ussione. in fa~ miglia su quale delle vie al soci 1 a1lismo sia la 'migliore : qu-ella di Fausto Bel.fiori di Bevan, di Tito, di Gomulka o, addirittura, di Krusciov. Tutto questo potrà piacere a certi « giovani turchi >> della d.c., ma non troverà consenzienti i cattolici che sanno quale è,il senso dell'equilibrio civile da essi auspicato. La formula di centro-sinistra •è soltanto apparentemente un farmaco effica·ce per questo regime invecchiatosi troppo presto sotto gli -acciacchi delrla retorica populista, dei luoghi comuni c~ipto-evangelici e delle bravate ~onmniste. Non può non suscitare meraviglia, perciò, il fatto •che il centrn-sinistra sia p·atrocinato proprio da coloro che più tengono a pre– sentarsi come austeri vestali -del sistema. La _Malf.a, che 1 è così sensibile ai valori dell'intelligenza, ,è rsembrato esserne poco provvisto nei giorni scorsi quando si è a'hbandonato ·alle di– squisizioni a favore -del tent·ativo di Fanfani che inutilmente si è affaticato ad abbattere le resistenze opposte dai clerico– moderati alla còstituzione di un governo condizionato 'dai voti di Nenni. Siamo propensi a credere; però, che La Malfa abbia voluto apparire quello che non ,è: egli ben comprende quel che tanti d.c. cosiddetti di destra hanno solo intuito e, cioè, che il centro-si•nistra ,è il primo passo verso nuovi orien– tamenti politici e sociali ohe hanno nel soèialismo il loro comune denominatore. La verità è che per ragioni tattiche La Malfa è ,costretto a recita-re la parte del borghese a,stuto ed illuminato che spera da un dialogo con i socialisti di uscire vincitore e con il •patrimonio intatto. Non siamo di 1queUi che temono dietro ~gni. angolo l'ag,guato bolscevico, ma, a nostro giudizio, un processo polìtico •che si apre con un governo ,di centro-sini•stra si conclude fat3:lmente con l 1 a conquista della lead·ership da parte dei _comunisti e, di conseguenza, :con la fine della de– moc~azia _ditipp parlamentare. Del resto, non ci stancheremo di ripeterlo, i primi ~d essere_ convinti -di ciò sono proprio i cenfro-sinistri se .'è vero, -corµe è vero, che, ancora prima che Fa•nfani si pronun.ciasse· e mentrè si navigava in alto mare, era stato possibile registrare dichiarazioni di uomini respon~ sabili ·i qua.Ji auspicavano •Ùn « cartello » delle sinj.s'tre per. premer,e sul gover-p.o e &.pingerlo sempre più n~J senso voluto dai massimalisti. L'imprudenza di. questi impazienti 1 è st•ata una conferma di q~el che andiamo dJcendo ; •:una cortferip,a,. fnvero, superflua. • • • Né, d'altra parte·- per portare il nostro esame, sull'altra spond·a· - è lecito riporre delle speranze di conservàzione nel centro-destra. Scegliere l'immobilismo. offerto dai .liberali e dai monarchici signi,fichere 1 bbe per, la :Q. 1 8. suggerire gratuita• mente altri elementi polemici, regalare- ,alle sinistre altri st-ru– menti di rottura che sarebbero impie,gati .per facilitare-l'ascesa al potere del fronte popolare. Quale aiuto ,po.trebibe, avere la· d,c, ·dai J.i,berali. e dai monarchici,. in qua•I modo il· p-.1.i. ed i.I p.d.i. potre·bbe:ro soccorrere la d·.c., offrirle nuova linfa vitafo, potenziare ·la sua. classe -dirigente· deficitaria,. suggerirle ini.ziative e spunti di lotta, sprovvisti. come sono e .di pro– grammi e· di uomini capaci di. ,spstenerli e di realizzar-E ;pur con la opportuna gradualità? L'accortezza. di Malagodi, la sua. compostezza. burocratica ed il suo con"re.tismo·. di- marca b,ritannica·, sono ben ·poca· cosa nelle .•condizioni attuali. e non garantiscono alla. -democrazia cristiana .. la vaJidità di ·una politica di alleanza con la destra moderata. Da i;espingei·e, pure, ·e con fermezza, l'i.nvito del movi– mento ·sociale ad un ripiegamenfo r totalitario. Etl i motivi di quésto rifiuto· àprforistico •sòrno• molteplici. Basterà sottò– linearne due. Il prfrno ,è di natura ideale: la tidstra· critica al regime ·attuale· noh tra,e. le sriè originì"'-da nòstalgie totali-

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