l’ordine civile - anno II - n. 9 - 1 maggio 1960

f r. b pag. 22 non fu infatti che l'ultimo atto di una manovra di Stalin volta • àd eliminare elementi poco fidati dalla direzione del Partito e dall'apparato poliziesco. A ciò si aggiunga che lo Stato sovietico non può tollerare, non si sente abbastanza forte e sicuro per to.llerare che suoi cittadini si tengano in contatto con cit– tadini stranieri della medesima razza. ll desiderio degli ebrei dell'URSS e dei paesi satelliti di mantenere dei legami con le organizzazioni ebraiche mondia– li fu pertanto un'altra delle cause della persecuzione. • E' inter(!ssante notare che questa non vi sarebbe stata, o comunque si sareb– be manifestata in forma. più aitenùàta se il desiderio di compiacere agli strati più arretrati del.la popolazione non a– vesse indotto i regimi co.munisti a in– dulgere a manifestazioni antisemite. Ora, dopo l'epoca staliniana, gli ebrei non occupano nell'Unione Sovietica quelle posizioni nel -commercio e nel– l'artigianato che facevano la loro catti– va fama tra la popolazione locale. Non per questo sono venuti meno i motivi di persecuzione. Se· si esclude infatti il settore scientifico e tecnico,· nel quale gli ebrei sono numericamente secondi ai soli .russi propriamente detti - e SO· no quindi percentualmente.al primo po– sto - negli altri campi della vita na– zionale, e segnatamente in quello poli– tico, si tende ad affermare il principio della rappresentanza proporzionale - de.lle varie ,naziona-lità. Questo prin-ci– pio viene parzialmente tras-gredito per quanto, riguarda molte nazionalità mi– nori, ma viene totalmente negato per quanto concerne gli ebrei. E siamo così giunti al centro -del pro– blema t gli attuali dirigenti sovietici, pur non mancando di contraddirsi ( si veda la documentazione contenuta nel– lt. ~ecùn_da parte ,dell'o,pera), negano agli ebrei il carattPre di /.tppartenenti a una nazionalità autonoma, come po– trebbe essere l'ucraina o la georgiana, e praticano una politica di assimilazio· ne. Spiega K~usciov ai vari suoi interlo– sollevano la questione, come gli ebrei, cutori occidentali che di volta in volta una volta rifiutata la sistemazione loro offerta tra le due guerre nella regione siberiana del Birobigian ( regione im– pervia e povera nel.la quale sono con– venute in tutto poche decine di migliaia di ebrei) e quindi la possibilità di dare vita a una repubblica autono:ma, deb– bano adattarsi ad essere assimilati. A questo punto Fe_;to inaica con l'ap– poggio ,di convincenti osservazioni che questa politica ufficiale di assimilazio– ne, che nega al gnip:po ebraico ogni ca– rattere nazionale, viene quotidianamen– te contraddetta dalla prassi sovietica. Gli ebrei - si dice in teoria• - non si distinguono dai russi, dagli ucraini, da– gli armeni e dagli altri popoli con i qua-, li vivono franimischiati. Sulla loro car– ta d'identità deve però essere menzio– nata l'origine ebrea, circostanza que.~ta non senza peso se si pensa alle tradi– zioni antise7!1-ite del- popo.ZO russo e al fatto che si e no è trascorso un decen- nio da quando Stalin decideva l'elimi– nazione ,della élite intellettuale e arti· stica ebraica, indicando al popolo gli ebrei come nemici dello Stato. Questi ed altri element( inducono Fejto a pervenire alla conclusione che la politica di assimilazione, tanto nel– l'URSS quanto nei paesi satelliti, è fal– lita, e che solo una vera ·distensione in– ten:azionale potrà consentire agli ebrei di migliorare la loro sorte. Gli stèssi ebrei" sono ·pe~altro divisi: una parte di loro, strumenti del Partito comunista o vittime dellè loro illusioni, ritengono che si deve fare· di tutto per annullare ogni carattere specificament-e ebraico onde facilitare l'assimilazio1e; gli altri scorgono la loro speranza esclusivamen– te nel raggiungimento della Terra pro– messa, vietato loro da regimi che non vogliono publicamente ammettere, con– sentendo un esodo, il fallimento della loro politica. Questa tragic<-1divisione, presente del resto anche tra gli ebrei. di Occidente, trova una eco dolorosa nelle pagine dell'opera, che si configura così come una delle poche recenti che al di là delle constatazioni contingenti ten- l'ordine civile tino di cogliere le ragioni di fondo del dramma degli ebrei nell'Europa orien– tale. Brevi e interessanti capitoli dedica Fejto alla situazione degli ebrei in Ce– coslovacchia, in Polonia, in Ungheria, in Romania. Egli tenta anch·e di fornire una interpretazione della svolta com– piuta dall'Unione Sovietica nel Medio Oriente intorno al 1950, quando dopo aver sostenuto i·l nascente stato di Is;ae– le si schierò dalla parte dei pa.esi arà· bi, segnando così auto-maticamente la sorte degli e-brei residenti sul territo– rio degli stati a regime comunista: Quel-· lo che distingue il libro dèllo sto~ièo ungherese dalle altre pubblicazioni ri., guardanti il medesimo argomento è pe– rò, più ancora che la felice scelta dei docu·menti - intesa non già a provare quanto è già stato abbondantemente provato ma ad illuminare le ragioni di una politica - il tentativo di sintesi delle cause di un antisemitismo ·privo generalmente della esasperazionè raz– ziale di quello nazista, ma pur sempre esistente nelle (orme più svariate. G. D. A. Olivetti Studio 44 olivetti è la macchina per lo studio professionale per il piccolo ufficio per il minore lavoro del grande ufficio. 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