l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

b I • Il , dileinllla La ravvivata polemica nei confronti del m.s.i., in occa– sione della presentazione al 'Parlamento del governo Tam– broni, a proiposito della democraticità o meno di tale partito e quindi dell'accett!_lhilità o meno dei suoi voti da parte dei governi ,cl.e., ~ l'incredibile epilogo della vi,cenda, ci offre l'occasione per soffermarci a delineare i contorni di questo partito che puntualmente torn~ alla ribalta delle cronache politiche allorché si tratti di votare la fiducia a questo o quel governo 1 per poi tornare appartato fuori della dinamica poli– tica che ha nelle sinistre il suo ,centro di gravità. Parlare del m.s.i., considerare questo partito con un cri– terio di obiettività che riteniam~ sempre e per chiunque do– vero•so, vuol dire, come premessa, chiarire ulteriormente la nostra posizione verso il fascismo, dal quale il m.s.i. trae la ispirazione dottrinale. Chi si appresti, ·quindi, ad un esame oggettivo del _m.s.i., deve, come no_i e come è nella tradizione di questa rivista, porsi al di sopra del dilemma, dei poli con– trapposti fascismo e antifascismo considerando che l'uno e . l'altro :hanno dato al paese -sia hene che male, l'uno •e l'altro, comunque, si sono ugualmente rivelati incapaci per risolvere il problema politico e civile d'Italia. Il nostro non vuol essere atteggiamento tattico nè oJportunistico nè comodo, ma è una esigenza di carattere assoluto che ci spinge a dare del fasci– smo una valutazione non antifascista, ma obiettiva, per poter comprendei-e quanto di positivo e di storicamente acquisito, àibbia l'esperienza tragicamente chiusa. Su questo piano di obiettività e di superamento dell'an– titesi ,ci costringe anche la constatazione che l'Italia si è mos– sa, fin -dal ,primo dopoguerra, in uno stato di lacerazione e di divisione; non può comprendersi dunque, il senso unitario della sua ,storia al di fuori di una chiaro intendimento dei filoni opposti: fascismo e antifascismo. La via maestra di un cammino che non conosce discri– minazioni e •che ,ab'bia come meta l'instaurazione di un vero ordine civile, ci viene indicata. da chi eroicamente morì sul– l'una e sull 7 altra sponda; le pa:iole dei caduti della Resistenza e quelle dei caduti della R:S.I. sembrano sintetizzarsi in uno stesso ,ammonimento, in un unico estremo grido di perdono e di pace'. Uno Stato giusto, in Italia, non potrà essere contrasse– gnato ,che dall'annullamento dei motivi polemici e dal rela– tivo superamento degli indirizzi ideologici-politici del fasci– smo e dell'antifascismo. Il mancato raggiungimento degli o·biettivi prospettati spiega ,a sufficienza la ragione per la quale il m,s.i. è, oggi, malgrado l'accettazione del sistema e del metodo ,democratico, una « voce >> isolata in un « com– plesso >> di partiti che hanno· trovato vigore e consensi in no– me dell'-antifascismo. L'essersi ·inserito nella dialettica , fascismo-antifascismo scendendo sul ferreno più agevole per l'antifascismo, èioè in definitiva a,çcettandolo, rappresenta per il m.s.i. l'origine del suo isolamento. Il m.s.i. è sorto, infatti, come partito ·demo– cratico degli ex-fascisti, a tutela degli interessi lesi di quanti àderirono alla R.S.J. e si trovarono sbandati dopo il fatalé epilogo. Da ciò consegue che il m.s.i. ebbe ragione e possi– bilità di vita in quanto c'era stato· il fascismo, in quanto esi– stevano ancora coloro che, legati al cc ricordo ll, costituirono poi la base elettorale del nuovo partito, che non poteva così essere che sezionale e corporativo. Definite così le caratteristiche del partito al suo sorgere, ~ evi-dente 1a constatazione -della sua insufficienza sul piano dell'azione po'1itica e della ,sua mancanza di un bagaglio cul– tur,ale C'he doveva derivare da una seria, effettiva, autocri'tica del fascismo. La •costante ,preoccupazione del m.s.i. è, tuttavia, del M.S.I. di Oddo Bucci quella di ottenere un ,riconoscimento della sua -democrati– cità; a questo scopo ha accettato -di inserirsi nel giuoco demo– cratico in modi umiliantemente subalterni. Nemmeno il p.c.i. ha subìto tanto, pur mantenendo una posizione di doppia ve-/ rità ben più chiara ed esplicita del m.s.i. Il che indica, come è ovvio, una ben diversa posizione di forza, se s~ pensa poi che il fascismo è un fenomeno che appartiene al passato, men– tre il .comunismo è una reahà ,presente. La cl.e. si è sempre rifiutata ,di ricono~cere, in sede parlamentare, i voti del m,s.i., nonostante fossero talvolta determinanti e lo stesso p.l.i., schie– rato sulla •destra, non ha voluto riconoscere, con il m.s.i., nes– suna .base comune di opposizione. Ma ·questa contraddizione ·è implicita nella natura steE~a _ di corporazione •democra~ica degli ex-fascisti che è propria del m.s.i. In ultima analisi il m.s.i. è un'opportunità elettorale pri– ma e più che una forza politica. Cioè, il m.s.i. è un partito ,parlamentaristico che tutela gli interessi, materiali e morali, legati alla lunga vigenza in Italia di un regime non parlamentare. Curiosamente, quindi, iL m.s.i., è un partito democratico, un partito parlamentarista ed un. partito fascista sotto la medesima ragione: la ragioni;, elettorale. Il complesso di Salò ed il ricordo del ventennio, sono titoli di voti, sufficienti a far eleggere ventiquattro de– putati: un buon partito minore. Il m.s.i. raggiunge -così un certo_ equilibrio politico, il ricordo fascista gli tira addosso il veto democratico •che gli_ consente sol_tanto rapporti este– riori con gli altri partiti includendolo in una sorta di gh«'itto esterno. Ma questo isolamento esteriore si confonde con l'isola– mento interiore del movimento; e tale isolamento esteriore è la sua condizione di esistenza, ,che il 'Movimento si rivela incapace di trascendere e di modificare. Di ,questa situazione è .parte inevitabile il contrasto la– tente tra 1e energie della base in cui si racchiudono alcune posizioni oneste e dolorosamente coerenti ed il tatticismo di vertice. A questo punto il m.s.i. sembra avviato verso una prospettiva puramente parlamentare, tentando di .smussare con pazienza e· con longanimità la barriera della diffidenza. Il p.c.i. ha per primo compreso la situazione del disagìo del m.s;'i. e gli ha teso la mano che gli è stat~ stretta nelle re– cente esperienza di Milazzo in Sicilia. Il problema politico centrale tuttavia, 1 per il m.s.i., si riassume nei suoi rapporti .con la cl.e. che acquistano un ri– lievo ben maggiore di quelli, che, gioco forza, è costr,etto a tenere ,con gli altri partiti di destra. L'impossibilità di espri– mere una politica unitaria ,di destra ,è proprio dovuta alla presenza del m.s.i. che rimane eosì una forza totalmente su"– bordinata al gioco politico della d.c. Il m.s.i., a ,questo punto, agisce nél doppio rÙolo di soc– corritore e di disgregatore della d.c. In determinate' precarie contingenze, infatti, tralasciando i vari rifiuti verbali, i go– verni d.c. si sono sempre retti con i voti del m.s.i.; a mag- , giormente comprovare tale tesi, U governo Tam 1 broni è 1iu– scito ad otte~ere la fiducia delle Camere, proprio grazie ai voti, questa volta cc non negletti >> del m.s.i. Ma l'appoggio, politica.mente gratuito del m.s.i., ha un prezzo molto oneroso nell'esacerbarsi dei contrasti in sèno alla d.c. date le opposte consid:erazioni dei voti parlamentari del m.s.i., che hanno ,condotto alle dimissioni del governo• Tam'broni. Da questa sostanzialmente falsa ,posizione ·al m.s.i. non re– stano che due vie da seguire : o una serena valutazione d·el fenomeno fasci~ta per individuare -ciò che di v,alido vi è stato

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