l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

VANGELO SECONDO MARJCO (XVI, 1-7). Pasqua. Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria madre di Gia– como e Salome comprarono gli aromi per andare a imbalsamare Gesù. E di buon mattino,· nel primo giorno della settimana, si recarono al sepolcro appena sorto il sole. E dicevano fra loro: « Chi ci toglierà la pietra dall'ingresso della tomba?». Ma quan– do guardarono· videro che la pietra, che era molto grande, era , , già stata tolta. Entrate nel sepolcro, videro un giovane seduto a destra, vestito di una .veste bianca, e si spaventarono. Ma egli disse: « Non a,bbiate timore. Voi cercate Gesù di Nazaret, che è stato crocifisso: è risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'ave– vano deposto. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che vi ,precede in Galilea; là lo vedrete, come vi aveva detto ». Alla gloria della resurrezione, alla 1 potenza del trionfo di Cristo, all'inizio ,della nostr,a vittoria, corrisponde un passo ev,angelico ,dimesso, povero, ambientato in una tomba. Che comincia eon la solitudine del crepuscolo del giorno di festa, quaudo tre· donne vanno per una ,Gerusalemme indifferente a comprare dei balsami per ungere H cadavere di Gesù secon– do !',antichissimo uso ebraico; e finisce con la paura, la gran– de paura delle tre donne sole neHa tomba vuota. Il passo evangelico che la Chiesa •propone alla nostra meditazione nel giorno ·di PaS'qua manca del versetto conclusivo, che dice: • « uscite fuggirono dalla tomba {le ,aveva invase tremore e spavento) e non dissero niente a nessuno ; perché avevano paura >>. ,Fuga, tremore, spavento, paura. Non osano nep·pure port,are ai discepoli l'annuncio della r•esurrezione. D-ov'è il trionfo? Il risorto precede i discepoli nella oscura e periforic11 Galilea, dopo essere stato sepolto nel giorno· deUa grande festa nella sacra Gerusalemme. E apparirà per primo a Maria di Magdala, ,dalla quale aveva scacciato sette demoni. -v-- '~~,-.. Gli .anni ci ,hanno abituato a ,celebrare la Pasqua come una radiosa e limpida primavera dove tutto è luce e gioia, al nostro cuore è pro:posta una splendida e definitiva luce, che resta troppo lontana •dalla penombra delle nostre giornate umane. Il Natale è ancora a misura ,d'uomo, è un bambino che nasce, ma la Pasqua, un morto che risuscita, è troppo grande e difficile per l'uomo, per non ,correre il rischio di essere fal– sificata. Il nostro modo di sentirla finisce per essere disuma– no, perché ignora il nostro vagare ,al crepuscolo nella città ' indifferente, ignora la solitudine, la tomba e la paura. Prima •e ·più ancora che di ·gioia e di vittoria, ·1a re~ur– rezione è messaggio di sbalordimento, di novità, di speranza. La vittoria sulla morte, il 1più incredibile e il più ~ero dei bisogni dell'uomo, è cominciata sommessamente. Su un lago della lontana Galilea dei pescatori si getteranno a nuoto dalla barca per vedere e toccare il risorto; ma nel tempio di Geru– salemme passegger,anno in abiti pontificali i tranquilli cele– bratori della pasqua vecchia, e il tesoro si accumulerà nel gawfi.lacio. Solo nella nostra solitudine e nella nostra paura nascono la speranza e I.a gioia, tanto impossibili da non tro– vare neppure espressione nelle pagine dei suoi più prossimi testimoni. E come la pasqua ebraica segna l'inizio della storia d'Israele, così la Pasqua di resurrezione segna l'inizio e la preparazione, piuttosto che il culmine e l'adempimento, della promessa. Noi restiamo malgrado tutto soli e pieni di ango– scia, ma siamo diventati capaci di ,balbettare che. c'è un « pri- mogenito dei morti ». • JL VANGELO VANGELO SECONDO GIOVANNI (XX, 19-31). Domenica in albis. Venuta la sera di q•uel giorno, il primo della settimana, essendo per paura dei giudei chiuse le porte del luogo dove si trovavano i d·iscepoli, venne Gesù e fermatosi in mezzo a loro disse: « pace a voi ». É dopo aver detto questo, mostrò loro le m~ni e il fianco. Avendo visto il Signore, i discepoli si ralle– grarono. Allora Gesù disse di nuovo: « pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Detto questo, soffiò su[ di loro e disse: « ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati, e a chi non li perdonerete, non saranno perdonati ». [ Ma uno dei dodici, Tommaso detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli altri discepoli allora gli dissero: « abbiamo visto il Signore ». Ma egli rispose: « se non vedo nelle sue mani il foro dei chiodi, e se non metto il mio dito al po 1 sto dei chiodi, e se non metto la miii mano dentro il suo fianco, non ci credo ». • I Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo là dentro, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si fermò in mezzo a loro, e disse: « pace .a voi ». Poi disse a Tommaso: « metti il tuo dito qui, e guarda le mie mani, e avvicina la tua nuiino e mettila dentro il mio fianco: e non essere incred,ulo, ma ca~ace di fede»., Tommaso rispose e gli disse: « Signore mio, e htio Dio». Gesù gli disse: « perché mi hai visto, Tommaso, hai creduto; beati quelli che non hanno visto, e hanno creduto». Gesù fece alla presenza dei suoi discepoli molti altri pro– digi, che non sono scritti in questo libro. Ma queste cose sono st~te scritte perché crediate che Gesù è il Messia, figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate nel suo nome la vita. . I Ad una lettura attenta e sincera, non ·paralizzata da un malinteso ossequio, anche in questo passo del Vangelo risul– tano molto .più viyi l'ansia, il duhbio, lo sforzo e il dramma deÌl'uomo che non' la vittoria e il trionfo di Dio. La fede in Gesù, il Messia ,figlio di Dio, si appoggia piuttosto alla nostra capacità ,di aver fode { « non essere incredulo, ma capace di fede », « beati quelli che non hanno visto e 'harino creduto »), al drammatico contrasto, esemplificato nell'apostolo Tomma– so,1 tra la nostra speranza e la nostra sterile stanc,hezza, che alli'evi,deriza della gloria del risorto. Alla morte di ,Cristo tre– mJ la terra e lii aprono le tomhe, ma testimoni alla sua resur– rezione sono soltanto il silenzio e la paura. All'ingresso del morituro in Gerusalemme ci sono le folle di osannanti, e sem– bra ·giunto -il momento del grande avvenimento messianico; ad accogli-ere il messia· risorto dai morti c'è uno sparuto gruppo di uomini incerti e dubbiosi, chiusi in una stanza per paura dei loro nemici. ·« ,La terra ~remò e tacque, quando Dio si alzò per fare giustizia» 1(Salmo 75), secondo l'espressione dell'offertorio della messa pasquale, non ·è un miracolo accaduto una volta pet sempre, venuto dall'esterno. Sono ancora necessarie la spJranza e l'ostinata certezza ·che rinascono dolorosamente datinsaziato bisogno ,de~la perfetta gim;tizia di Dio. GIORGIO ZuNESI Direzione, redazioM e amministrazione: RQma • -~ia di Porta Castello, 13 • Tel. 561.279 Direttore: GIOVANNI BAGET-BOZZO - Redattor~ resporuabiùi: DOMENICO DE SOSSI Autorizzaadon,e del Trih:anala di Roma 111. 6923 del 30 mag,io 1959 ABBOl'IAMENTI: Annuo: L. 2.000 • 9-n.: L. 1.100 • Trim.: L. 000 ' Tip. 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