l'ordine civile - anno II - n. 8 - 15 aprile 1960

l'ordine civile nel senso del bene ed in quello del ma– le"; 2) la legge dell' "ambivalenza del– la storia" ( "se la storia umana è sotto· mes~a ai due movimenti contrari se– gnalati dalla prima legge, allora noi possiamo dire che in ciascun momento la storia umana ci offre due aspetti. L'uno di questi aspetti dà ragione ai pessimisti che vo-rrebbero corodannare questo periodo storico. L'altro dà ra– gione agli ottimisti che vorrebbero di– chiarare il medesimo periodo puramen- l • ") te g onoso . La terza legge si enuncia come "leg– ge della fruttificaz'ione storica del be– ne e del male". Secondo questa legge "il bene in cui fruttifica la giustizia delle soc.ieià umane e la sciagura in cui fruttifica la loro ingiustizia non hanno niente a vedere con il risultato imme– diato, visibile : bisogna tenere conto del– la durata storica". La quarta le·gge è co– sì enunciata: "quando, in un punto par– ticolare dello spazio, in una nazione determinata, si produce un fatto che /a passare all'atto delle potenzialità e del– le aspirazioni secolari, questo fatto non si produce solamente per quella nazio, ·ne, esso si produce rper il mondo". Un'altra -legge afferma che "lo svilup– po della presa di coscienza è per una parte segno di progresso umano, dal– l'altra presenta rischi inevitabili". La sesta legge, sulla gerarchia dei mezzi enuncia due tesi: 1) "la superiorità dei mezzi temporali pov-eri sui mezzi tem– porali ricchi in riferimento a dei fini spirituali; 2) la sùperiorità dei mezzi spirituali dell'azione di combattimen– to nel tempora-le sui mezzi carnali del– la medesima azione". Questa legge consente di sostenere la "particolare importanza per i cristia– ni" dell'azione di Gandhi. In essa si rivela un metodo di azione che i cri– stiani "saranno molto probabiltnentJ.e condotti ad imitare, lo vogliano o no". Tra gli esempi di questo metodo in Oc– cidente, Maritain cita la "lotta colle.t– tiva non violenta guidata da Vani.lo Dolci in Sicilia". Si ha l'impressione che queste "leg– gi" potrebbero essere molte di. più. L'autore non ha definito né un crite- I tiotecaginobianco rio né una dottrina generale che possa 1 forodare una definizione di legge sto· ~.ti rica : non ha dato una precisa definizio- ne della storia e non ha collegato q4e– ste "leggi" a tale definizione. Non ha dato nem-meno una vera de– finizione della filoso-fia della storia. Le ".leggi" da lùi affermate non sono dun– que dedotte. con -metodo filosofico da una definizione dell'essenza della storia. ·E _non sono nemmeno. leggi "induttiv·e" nel senso in cui questo termine può es– .!Jere applicato alle generalizzazioni di Arnold Toynbee. In realtà ci sembra che le "fonti" delle leggi di Maritain siano sos-prattutto due : uno è data da una certa interpretazione di testi scrittura– li o di dottrine teologiche: l'altra, da - una elaborazione in forma di legge storica generale deUe tesi sullo svilup– po dellà sto.ria moderna contenute .in "Umanesi'mo integrale". Come tipo del primo caso; diamo la prima legge, quel– la definita del "doppio • progresso co– stante" che viene provata con la para– bola e-vangelica della zizzania e . del buon grano : la. seconda legge, quella dell'ambivalenza. della storia che viene provata con un testo di S. Grégorio Ma– gno. Come esempio della seconda· fon·· te citiamo la VI legge, quella della ge– rarchia dei -mezzi che si ·rifà a quella pro5:pettiva di, spiritualizzazione indi– vidualistica ;della vita sociale che è la prospettiva storica di "Umanesimo in– tegrale". La cosa non è che piu evidente che 'nel caso del secondo tiyo di leggi sto, riche descritto ·da M,~r_itain : quella SU· gli stati della storia umana-'. La mede– sima nozione di stato è ·di chiara origi– ne teolo-gica ed è affermata come tale cioè co,me em,prunt alla teologia. Così si dica ,della le,gge relativa al partico– lare destino degli ebrei, dedotta dal- l'Epistola ai Romani. . , Sul testo paolino ,( e nemmeno su al– cun preciso ragionamento filoso fico) non si fonda però la dottrina del "mi– stero filo-sofìco" d'Israele, secondo cui Israele è una sorta di "corpo mistico". Secondo il Maritain, "m~ntre la Chiesa è consacrata al compito della salvezza soprannaturale e so 1 pratemporale del \., pag. 2:i mondo, a Israele è asse-gnata, nell'ordi– ne della storia temporale, delle sue fi· nalità proprie, l'opera dell'attivazione terrestre del -mondo. La sua indistrutti– bile speranza stimola l-e forze vive deUa terra". Questa funzione civilmente e storicamente per principio positiva del– .l'Israele secondo la carne, questo •rico– noscimento di una sorta di messianismo terrestre, ancorché dram.matico ed in– stabile, ci pare - altamente discutibile. Altre "leggi" ci. paiono essere la tradu– zione semplice del.giudizio positivo da– to dall'autore s-wlla civiltà moderna. Ad esempio la legge sul "passaggio d~lle civiltà sacrali" a - quelle profane o lai- . che: o quella "sul progresso della co– scienza morale": o quella "dell'ascesa del popolo. alla ".maggiorennità" in ma– teria politica e wcial·e". In ciascuna di queste tesi e soprattutto nella pri-ma e ne.Ila terza si ha, come in "Umanesimo integrale" l'accettazione di tesi iipica– mente moderne. Se dunque dobbiamo giudicare quest'opera di Maritain come il tentativo di fondare una filosofia del· la storia, dobbiamo dire c-he il tentati– vo non ci pare, nonché riuscito, nem– meno sostanzialmente accennato. L'apporto della Rivelazione non ha stimolato una vigorosa riflessione meta– fisica, quanto piuttosto ha offerto delle "facilitazioni" culturali, ha fornito dei contenuti, ha consentito delle evasioni. Il Maritain è un "saggista", non un filosofo : egli è capace di elaborare ipo– tesi di sforia della cultura e della po– litica molto spesso suggestive ( la gran– de influenza di "Umanesimo integrale" ne è una prova), ma non· di affrontare in mòdo diretto e autentico una tema– tica metafisica. Da questo deriva il f at– to che egli è particolarmente abile ·nel- ['operare comuni-cazioni di linguaggio, in molti settori, tra la filosofia tomista e la Tradizione cattolica ed il lingua-g– gio moderno, ma queste comunicazioni • raggiungono -mai il rigore di una pro– spettiva filosofica solidamente fondata. Ci pare che quest'ultima opera, pro· prio per il /atto che non si pon·e come un saggio culturale ma come un tenta– tivo filosofico, ce ne dia una \più chiara conferma. G. B. B.

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