l’ordine civile - anno II - n. 6 - 15 marzo 1960

l'ordine civile mang_ono questi fermenti vitali, sono sicuramente evitati i pericoli di involu– zione e di addo1;mentamento ». t< Biso,gna, trovare nuove strade, ma non. ~el senso deHa "scelta" obbligata fra destra o sinistra, cioè fra due orien– tamenti che altri ci pongono davanti facendoci illuderè di essere eternamen– te ad un bivio. Le nuove strade dohbia– mo costn1ircele noi guardando innanzi dove è anche terreno incolto e insidio– so; dove vi è cammino . da percorrere continuando la via già sicuramente bat– tuta. Non· si tratta di scegliere fra ciò che c'è, ma di dar vita a ciò che non c'è. Questo è il metodo ·di procedere con spirito giovanilè, ·costruttivo; e rin– novatore». Per questi motivi e su questi motivi, << Ordine ch,ile » basa la sua azione e fonda la sua batta1glia; le distinzioni - che pur ci sono -- tra « La Linea l> e noi, se pur dicono una divenia va•luta– zione dell'ampiezza della crisi della DC e della sua .f>OSsibileo non ripresa nel– l'opinione ,dei Cl!,ttolici del paese, dico:> no comunque la totale convergenza su– gli obiettivi finali di un'azione politica cristianamente ispirata. D. D. S. L'opinione di Waugh J,e polemiche su « La dolce vita l> accennano finalmente a placarsi. Auto– revoli prese di posizione pro e contro il film ( in entrambi i casi non senza cmalche riserva, nella condanna o nel– l'accettazione) hanno avuto il merito .J.i darè una - più ii;iusta dim~nsione al lihattito sòttraendolo aHa montatura· scandalistica . dei rotocalchi che, in mancanza 'di mef!'lio, hanno cominciato a discutere su Milano; chiedendosi se la « capitale morale ll abbia o non una << dolce vita >ì, se siano possibile a Bu– sto Arsizio le cose· che avvengono a Bas- • sano di Sutri, se possa accadere a Cer– via quel che è acca,duto a Fregehè. Segnaliamo ai nostri lettori la presa cli posizione. meditata e ;esponsahile, de « La civiltà cattolica ll r,he, ricòno– scendo i pregi positivi del film di Fel– lini e una sua poeticità non disgiunta da una carica morale. ha messo in ~ar– dia il.alla no.n utile iniziazion•e al pec– cato che il film stesso può offrire agli ,::nettatori sprovveduti e ripnrtiamo nar– ti di un arti 1 r,olo delln scrittore c~tto– lico in.glese Evelvn W augh venuto a Roma dall'lnf!'hilterra per rag!!lla·1diare i lettori del « Dailv Mail » su « La dol– ce vita ll e le polemiche successive. Nel suo articolo, che ha ~vuto una lar!!;a eco, non soltanto in In!!:hilterra, W awrh escludP. in modo perentorio che J() snet.tacolo di corruzione offerto dal film si;,, rannresentativo d-el costume di un qualunane strato della nnnolazione romana- inrlusa la nnibiltà. Wang:h af– fP."ma che la pellir,ola di FP.llini oosti– t11isr,e i:;oltanto la denuncia di un mon– do nnrtir,oli,re. limitato e in certo senso accessorio. formato da dnem11tografari, st:ri,nier,. giornalisti di bassa lega e gio– v;~; niì1 o meno g:audenti. W augh osserva che la satira della ari- , ,stocrazia ro _airn conteputa 9'el film si riferisce ad una sezione « del tutto tra– scurabile » di questo ceto, « che in real– tà si compone per la mag,gior parte di gente seria l> e che essa ha comunque aspetti caricaturali «· del tutto assurdi » come nella scena dell'orgia girata in un palazzo romano. « Palazzo Odescalchi, nota lo scrittore, venne prese in affit– to « per -ambientare l'orgia ma in esso, ne sono certo, nessuna orgia aveva avu– to luogo da secoli ». Quanto agli episo– di del film relativj alla religione, W augh non vi trova nulla di irreveren– te nei confronti della Chiesa : -cc la sa– tira è diretta interamente contro gli ec– cessi della stampa e della televisione l>. Lo scrittore osserva che in effetti « Fel– lini non ha alcµn rapporto particolar– mente stretto con nessuno dei due am– ·bienti descritti dal film, quello aristo– cratico e quello reHgioso: il mondo che egli comprende perfettamente e rappre– senta in modo briHante è quello del ci– nema e del g~ornalismo ». ' « Da oltre duemila anni - scrive an– c,ora W augh - Roma è l'Urbe, la capi– tale unica del mondo o:ccidentale. Come un cuore umano, essa è sempre stata. tormentata all'interno dalle fazioni e minacciata aH',esterno dalla bar,barie. Al giorno d'oggi, la grande minaccia barbarica proviene dal cinema e, stret– tamente associato ad esso, da un nuo– vo genere di turisti che vengono non· come amatori d'arte o come peller::zini religiosi, ma come cercatori di piace– re. Per soddisfare questa gente è spun– tato a Via Veneto e dintorni un disgu– stoso quartiere pieno di rumorosi locali· notturni. Ma essi costituiscono una par– te infinitesima della città che richiama un'attenzione sproporzionata. I rom·ani di tutte le classi sono ancora ·oggi in– comparabilmente pm •animati dalle preoccupazioni della morale e del de– coro che non gli aibitanti di Londra, di Parigi o di New. York ... Esiste però una piccola cerchia, che attira il gran– de interesse del pubblico, a cui ap– partiene una parte trascurabile della nobiltà e che si compone in ma,ggio– ranza di gente del cinema e di gente cosmoipolita. ccQuesto è il "Giro di via Veneto" : alle sue imprese si appassiona un pub– blico aviido -di pettegolezzo, un po' come ria noi. in Inghilterra vi sono saggie infermiere d'osp~dale che passano le loro domeniche a divorare giornali che tr.attano di delitti •e di violenze, tutte cose a cui esse non sono minimamente dedite e da cui non sono affatto tenta– te. Su questo appetito fioriscono, in Ita• . lia; oltre una dozzina di settimanali ».. Lo scrittore così conclude: C< Roma è, per la mngi~ranza -dei cristiani. la capitale del Cristianesimo, e al di là di aueste .chiassose 's·ciocchez,:e la narte fondamentale della po,nolazione è in– dustriosa ~ nia. E' difficile i, R:oma sfugirire ai motosr,ooters, ma è facilissi– mo sfug:gire via Veneto e trovare. inve– ce. le silenziose case in cui studiosi e se~Ìnaristi sono al lavoro. L'Urbe' ha assorb,to e civilizzato innumerevoli on– date di invasori barbarir,i. Anche que– st'ultima verrà. a suo tempo, tranquil– lamente sopraffatta >l, pag. 21 I nomi delle cose Alle origini del linguaggio le parole stavano ad indicare cose concrete e sen– timenti reali. L'evoluzione delle civiltà ha arricchito il linguaggio e le parole hanno perduto iL loro significato netto e preciso per assumere contorni via via più ambigui e, in taluni casi, un sa– pore magico che portava a scambiare il nome delle cose per la loro sostanza, l'emissione di voce con l'attuazione del pensiero immaginato. Le parole diven– tano, in altri termini, dei feticci, so- , stanza esse stesse anzichè em1bleriJ.a e simboÌo. Nominare le cose è già ren– derle attuali, attribuire loro una dimen– sione trascendente dltre che esistenzia- le fino al punto che il linguaggio per– de il suo valore di ' mezzo capace di trasmettere il pensiero per assumere ca– ratteristiche demiurgiche. Se queste osservazioni sem 1 breranno paradossali si pensi aHe vicende attua– li della vita politica italiana: l'esame _delle situazioni e dei pro'hlemi è stato sostituito, da1lla.enunciazione di formu– le e parole e, come se questo non· ba– stasse, ecco che, invece di meditare su soluzioni ampie e decisive, si affida tut– to alla capacità taumaturgica di pochi slo•gan : ccapertura a si.nistra >l, « aper– tura a destra )>, <e centrismo )>. Attualmente la panacea se.mhra es-, Sf'te l'apertura a sinistra. Ora il pro• blema non è. che si creda nell'apertura a sinistra ma ohe si pensi a questa soluzione senza cercare di vedere quel che essa realmente si,gniifica e sotfrn: tenda. Si dice ccapertura a sinistra, go– verno di centro sinÌ'stra l> affidandosi al suono delle paroile ma· ci si guarda bene da] dare un reale significato a quello che finora è stato uno slogan. A quanti nel tram, per le strade, negli uffici par– la no di apertura a sinistra vorremmo chiedere se intendono' quel che essi stes– si dicono: se vogliono proprio •l'oréli– nàmento regionale, che cosa intendono per •fedeltà atlantica e politica di di– stensione, cosa pensano in ordine alfa riforma della scuola, alla nazionalizza– zione delle fonti di energia, a tutti quei nroblemi, 'in altri termini che dovreb- . bero costituire la sostanza· di un gover– no, di centro sinistra. Vedremmo allo– n1, in base alle risposte ( e'd è un • test che, nell'ambito delle prolprie cono– scenze, ov.nuno nuò verific!lre ), r,he esi– ste la più totale conifusione ed igno– ranza: che molti dei più accesi fautori dell'alleanza DC-PSI, discordano in ma– niera assoluta nel •contenuto da dare a tale formula, che i 1 più, anzi, sono lon– tani mille mi,glia dal voilere <Tuel che vogliono i reali sostenitori dell'aihtbrac– cio Nenni-DC. RipeÙamo èhe il problema non è se l'apertura a sinistra' sìa un bene o un male ( non è esso che ci interessa. ;i,Jmeno i'l a-uesta. se-de): quel che vo– .o:liamo r;levare Ì>: come lo sfogan del centro sinistra abbia fatto prei'a su una certa parte •dell'opinioine pubblica ·_e venia usato· a -mo' di scongiu~o. come formula taumaturgica c~JOa'c·e di risnlve~ re di colpo oirni contraddizione, cli eli– nìinare totalmente ogni ostacolo. Invo·– ·ca l'apertura a sinistra l'impiegato ves-

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