l’ordine civile - anno II - n. 6 - 15 marzo 1960

bi l'ordine civile pegno sociale, ma anche nella sua f er– mezza democratica dalla presenza del P.R..l. e del P.S.D.1. e che in ragione non d:i sue debolezze o promesse di ardimenti; ma nella sua impostazione programmatica e delle garanzie di se– rietà offerte dalla ~ua struttura, possa contare quanto meno sulla asténsione parlamentare del P.S.l. mettendo alla prova la sua ç,onsapevolezza democra– tica e la sua volontà costruttiva ». NeUa seconda mozione ( quella che poi è risultata di minoranza) si 'può leggere : << Sulla base dì questa fonda– mentale impostazio11,e il congresso del P.R.l. constata che lo sforzo co•mpiuto neglì scorsi anni per condurr_e il Par– tito Socialista sul terreno della aperta democrazia in chiara e netta opposi– zione alla concezione del massimalismo marxista non ha avuto alcun concreto risultato. Nel campo della politica este– ra, nelle amministrazioni locali, neUe organizzazioni sindacali e di base, il Partito Socialista mantiene forti lega– mi nei confronti del Partito Comunista. Tn verità tranne a.Zcune affermazioni verbali in concreto il P.S.l. non è riu– scito a rompere quei legami che lo av– vincono al Partito • Comunista. Anche quand~ in tutti i paesi della no:;tra Eu– ropa abbiamo visto i vari. partiti socia– listi abiurare il massimalismo, il Par– tito Socialista Italiano (per. ragione, dicono i socialisti delle differenti strut– ture e differenti situazioni nazionali) non è riuscito ad uscire da quella fase che era dal 1948, del 1953 e che si è ripetuta nelle elezioni del 1958, e. ·non esageriamo se affermiamo. che in certi momenti si sono lasciati scavalcare aal– lo stesso Partito Comunista. Anche quando il Partito Repubblicano ripete continuamente - come afferma l'at– tuale leader l'on. La Mal/a - che nes– sun connubio è possibile sul piano ideologico con il marxismo, data la pro– fond<~ differenza tra mazzinianesimo e marxismo, tuttavia l'esperienza di que– rti ultimi anni ( esperienza interna an– che nello stesso P.R.l.)' ci dimostra che « il passaggio del ponte » può essere facile e possibile - non' solo del suo ~lettorato, ma in genere dell'elettorato italiano. Se la memoria non ci tradisce, la stessa ala sinùtra del Partito Repub– .blicano in una. riunione susse~uente al– le elezioni del '58 ebbe ad accusare l'elettorato italiano di incapacità di di– scernimento tra oppqsizione ed oppo– sizione, allorchè rifocillò di voti l'estre– ma sinistra che numericamente si pre• stava più ad una opposizione rispetto all'ala sinistra democratica rappresenta– ta dal Partito Repubblicano e quello radicale. Dove .. vagli.ano giu!l,ge-i-e oggi i rè– pubblicani? Essi possono ancora con– tare; se lo vogLiono, sui lavoratori, su-_ ,!!li artigiani, nella piccola e media,,_bor– {{fu~sia, così come conta nella tradìzio– nale oasi repubblicQ,na di Romagna, Ma mentre io vado discorrendo d{ aues_te cose mi si richiama alla meni~ ~iò ·che ebbe a sostenere nel lontano. l 9.Ii~~:iil repubblicano Napoleone Colaj.aTJ,ni: ic Il PRI per ragioni econ,Qm,Ìç~l! e· MT I ,tradizione avrebbe dovuto avere la pro• pria base sui lavoratori, nell'artigiana– to, nella piccola e. media borghesia. Ma quando venne l'ora del ris,ve,glio negli strati sociali, che rappresentava– µo la maggioranza. di un popolo, si trovò _alle prese con una formidabile concorrente, <:h~ in parte era stato ali– mentato dal suo seno: il partito socia– .lista .. Questo gli tolse parte del prole– tariato, se non tuttò il proletariato ... l socialisti compresero·, intuirono, che la base di azione propria non poteva cer– carla se non dove l'aveva e doveva ulte– riormente svilupparsela il Partito Re- 1 pubbl.icano ». GIOVANI D.C. ~ltaliamondo,, e il centro-sinistra In anni non lontani i dirigenti dei ,Gruppi giovanili DiC. pass,avano, a torto o a ragione, .per elementi capaci di sviluppare un discorso lo.gico ; sia pure muovendo da premesse estranee alla r~altà obiettiva della situazione politi- 1 cà quale allora essa si mani.festava. A leggere l'editoriale del numero 39 di « Italia Mondo )), firmato da Lucia– po Benadusi, si _deve concludere che ,anche quel tratto caratteristico è vènu– io meno a,gli esponenti delle ultime le– .ve dei Gruppi giovailili. Scrive, •infatti, il nostro : « ... il centro-sinistra ,è attualmente .quello che era un tempo il centrism,o, ,cioè non una mera combinazione par– lamentare, ma un raggruppamento ~ta– bile di gruppi ·sociali ( ?) oltre che di forze politiche aventi' alla base una co, mune visione dei problemi più urgenti ,dello Stato italiano in un omogeneo pro– gramma di azione. Contro questo nuo– vo schieràmento si è andato formando sulla destra un fronte di gruppi parti– tici -ed extra partiti-ci, laici o cattolici, economici o confessionali ( non riuscia: .mo a capire la logica di questa ultima contrapposiZJione) che supera, per va– stità e pericolosità i precedenti schiera– menti della destra in Italia ». E più avanti: cc... la forza della destra non è nei ,suffragi elettorali di cui • dispone, nè nel numero dei suoi deputati, ma nel– la possibilità di minacciare costante– .mente la scissione dei partiti di centro– sinistra (D.C., P.R.l., P.S.D1. per Lu– ciano Benc:dusi) • a.Zfine di paralizzare ,la loro azione politica >> : << le sottoli– nea ture sono nostre). Premesso che non ,ci sentiamo dav– ~ero- di poter sqttoscrivere l'afferma– zione che il vecchio centrismo non era ,una mera combinazione padamentare .ma « un raggruppa•mento sta:bile etc. », dalla prosa sopra rÌ!portata possiamo rilevare: I) che le forze di centro-s.inistra (D.C., P:R.I., P.S.D.I.) costituiscono un .blocco politico omogeneo nella ispira– zione e nei programmi ; 2) che su questo blocco, omogenee;, ed i~pirato politicamente in senso uni– voco, pefserebihe tuttavia la minaccia di pag. 11 scissioni interne, che renderebbe dif– ficoltosa la sua possibilità di muoversi nelle direzioni rispondenti alle sue vo- cazioni di. fondo. • Non v'è chi non scor,ga in tali affer– mazioni. una palese contraddizione, una . sostanziale debolezza nella analisi delle situazioni e dei dati politici concréti. - - Come sia possibile,, infatti, conciliare la compattezza di orientamento politico e programmatico delle tre formazioni di ,centro-sinistra con la permanente mi-, na~cia di 'scissione che pesa su d.i loro, ;resta per noi un mistero. • Noi siamo dell'avviso che un tale ar- 1 gomento è la risultante di una radicata \tendenza a confondere i .propri desi– deri con le situazioni di fatto. In verità, la realtà delle cose, per quanto ri:guarda le formazioni cosiddet– te di centro-sinistra, a noi pare sia vi– ,cina a quella adombrata nella seconda parte .della diagnosi : esse versano in un permanente stato -di crisi. • E la situazione politica italiana, qua– Junque sia la soluzione che verrà data filla crisi di governo, è contraddistinta da uno stato di immobilismo pressochè totale, proprio per la incapacità delle .formazioni democratiche, D.C. in testa, di affrontare e suiperare lo stato di crisi rvhe ormai si trascina da anni. Stato di crisi che si è maniféstato .in tutta la sua portata nel momento in ,cui pro-prio le formazioni democratiche di centro-sinistra - facendo appello ·alla collaborazione di forze esti:anee ialla loro tradizione dottrinaria e politi• ca - hanno ,riconosciuto la· incapacità di superare con le loro sole forze i limi– fi a cui_ aveva portato la ·politica del « centrismo democratico >>. Benadusi, quando parla di omoge– .neità e compattezza delle forze del cen– .tro-sinistra esce fuori della realtà più f•vidente per perdersi nel mondo deJla ;?iù pura fantasia politica. Nè vale accusare, secondo un e< cli– chè >> ormai superato nella sostanza e ,nella forma, le forze oscure del granò.e ,ca.pitale e dei monopoli, o, pe1w:io d~lla _ reazione clericale, di pesare all'interno ,delle forze democratiche con minaccie di ricatto e di scissione, al fine di evi– tare una decisa svolta a sinistra della politica· italiana. Tale giustificazione, nella situazione attuale, non ha più neppure un valore letterario. Perchè alla ra<lice dei contrasti e delle divisioni all'interno delle forze democratiche. v'è una sostanziale ca– renza di unità dottrinaria e auindi po– litica e programmatica. che solo la ner– sistente •volontà rli ootere della classe dirigente di auelle forze_- in tutte le articolazioni di correnti e rli .!!:rtmoi - imnedisce che si concreti in aperte SCISSIOnI. « Nella crisi lun,q;a e difficile si af– frontano conservazione· e nro,gresso )), r.osì si intitola l'editoriale che abbiamo in esame. . E' un titolo ad eHetto, buono, al massimo, per i comizi. Buono per i comizi, quando Benadu– si non chiarisce che cosa intenda dire con l'affermare che cc••• tale costella-

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