l’ordine civile - anno II - n. 6 - 15 marzo 1960

bi NOTE E COM M'EN TI POLITICA INTERNA Ai margini del congresso repubblicano Non è la prima volta che nella sto– ria politica del Partito Repubblicano, emergano tendenze politiche così dram- . maticamente discordanti, come quelle che si sono registrate nell'ultimo Con– gresso di questo partito, .tenutosi a Bo- logna dal 3 al 6 marzo. . E come è avvenuto per molte altre occasioni -- e pare che questa sia una massima comun,e a tutti· i partiti italia– ni· - si sono intese mascb,erare molte tendenze dì fondo sotto il comodo velo di una feconda dialettica interna tanto necessaria in un partito democtatico, o sotto l'etichetta di un còntrasto sotto le. differenti tendenze dell'azione poli– tica immediata, più che su una base programmatica sulla quale ·non sorgo– no dissensioni di· sorta. Pur non VO· lendo ammettere. certe coincidenze,,sto– riche - che hanno sempre un sapore di fatalismo - tuttavia ci stranizza che determinate tendenze • ·revisionistic-,,e, -;:~,tantiscontri avvengano in questo par– tito "'i~-..coincidenza e in concomitanza di . suppo~onversioni ed evoluz,iòni . democratiche deil rartito Socialista. ln realtà anche alla fine del_ 1800, quando l'espansione del. massimalismo aveva del vertiginoso ed il Partito. Re– pubblicano vedeva crollar'! le sue roc– caforti una dopo l'.altra sotto il peso dei picconi della propaganda socialista, del 1889 - con la costituzione della Federazione Operaia Repubblicana Ra– vènTÙlte « composta di sei sodalizi se– guaci della nuova· ideologia>>. , A dìstanza di pochi anni i « repub- ~ blicani collettivisti tennero un congres– so .intenzionale, nel quale- sostennero ad o-ltr:anza'delle idee massimaliste. Come bene dice il Lotti, cc tra tutte, prof e– tica pe'r la sorte del partito fu la let– tera di adesione çhe Osvaldo Gnocchi– Piani, inviò da Milano l'll febbraio .1893 )) essa dièhiaravà: « Perchè non dovrei fare buon viso al _vostro Col– lettivista ( era il loro giornale uffi- ciafo)? • E' vero • he v~,i siete repubblicani collettivisti. Anch'io lo· fui quando mi costruii i,l ponte . ·per' passare. dalla scuola Màzziniana al movimentò- socia– le noveUp·. L'evoluzione del pensiero e dei sentimenti per essere serie e pro– mettenti devo11,oessere graduali. lo dif– fido dei mutamenti repentini. Non ma– turati nel tempo il tempo li disperde con mi bziffo di vento. La onesta sin– cerità. delle intenzioni che io avevo qnando muovevo • i passi su quel pon– te, su ciii movete oggi voi, io la pre– suppongo in voi $tessi e perciò le mie simpatie, pe-,, quel che valgo-no, sono .con voi. E sicco,me sono convinto che fra non moltò; varc (l.to il ponte, la vo– stra ip,ano toccherà· la; mia iq fin d'ora. la mia vi stendo ansioso di sentire la _stretta cordiale e commossa di nuovi compagni. La m1,ova famiglia tutti ( ci àttende >>. si cominciava a delineare e a denun– ziare uria grave debolezza all'i_nterno del Partito Repubblicano il quale fini– va con il cadère in discordie ideologi– che, che_si rilevaron·o tanto· dannose per le sue sorti. Teatro di questi scontri fu, ancora, la Romagna nellt:t quale regione_ il Par– tito Repu,bblic•mo era considerato come oggi può essere considerato ~ un partito di massa : Lo ·scontro più drammatico avv.ènne alla massima assise repubblicana nello _stesso anno, che si tenne a Bologna ( cose molto strane), << gli intransigenti .delle due par.ti quelli èollett.ivisti con , Felice Alsani, quelli -mazziniani con Luigi De Andreis si .scagliarono gli uni contro gli altri >>. << Le discordie ideologiche avevano avuto origine a -Imola; e fu quando, in-. torno al 1887, Luigi Sassi, il capo del Partito Repubblicano imo.Zes_e,suben- _ do a,poco a poco l'influenza di Andrea Costa, si convertì all'ideologia coUetti– vista. Si convinse. che pur restando va-. lido il pensiero politico di Mazzini, il marxismo .fosse più socialmente avan– zato. Egl( non rimase idea ))·. ( Luigi Salti, Romagna, pag. 10). isolato in questa I Repubblicani in fl contrasto tra l'ala conservatrice del. partito e la nuova capeggiata dal Sassi . era in effetti il contrasto tra << collet– tivisti e associazionisti >> che culminava in un primo momento -:-· nel novembre Il Partito Repubblicano si dissangua– va lentamente nelle. regio_ni tradizionali e come èra st_at'o·vaticinato lo slitta– mento verso posizioni socialiste, 'tu ine~ vitabile e fatale. In questo immediato dopoguerra· il Partito. Repubblicano non sembrò mol– to trat)(Jgliato dà queste problematiche, anziiuttQ perchè la dif gsa deUe istitu- . zioni aemocratiche-repubblicane, aveva spinto il ·Partito Repubblicano su pos_i– zioni di collaborazione •• governativa, mentre aveva spinto il Partito Sociali– sta su quelle posizioni che sono state la_negazione per eccellenza di una op– posizione costituzionale, nell'ambito dello stesso '-sis_tèma quindi. Infine l'accentuazione da parte del Partito Socialista, di una _certa linea programm_atica, che era data dal patto di unità d'azione con i comunisti, e· di converso la maggiore radicalizzazione \ della sua impostazione ideologica mas– simalista, era il colpo di grazia che divideva in modo inequivocabile il par– ti'to Repub.blicano dal P.S.I. L'unit~ di azione politica e progmm– .matica distinse, nel primo decennio del dopogÙerra, il Pa-,,tito Republicano da~ gli altri partiti politici, anche se in verità, come avemmo ·a. sostenere in • qualche altra occasione, il glorioso par– tito repubblicano si tenne su una posi- ' zione di <ccorrettivo marginale >>· più che su una netta posizione di -distinzio– .ne rispetto alle formazioni · politiche con le quali era stato chiamato a col– laborare. Necessità storiche congiuntu– rali o incapacità ad erigersi a secondo partito della democrazia italiana? Non entriamo nel merito della que– stione : anche perchè ci sembra che sia importante costatare come il Partito Repubblicano in una seconda fase - .che va dal 1953 ad oggi - gradata– mente ha tentato di sviluppare una po– ,liÌiça autonoma rispetto sopratutto alla DC ritenendo superati ce-,,ti pericoli che proveniva.no dalle estreme totalita– .rie dello schieramento politico ita,lia– no, anche se proprio in quel periodo_ i partiti del centro democratico erano stati· SCOTJ,fittidall'estrema sinìsira. E' in questa fase che il P.R.I. comin– cia a ~ dividersi negli orientamenti : e non sono da dimenticarsi alcuni epis~– di importantri di questo periodo, quali .il tentato dibattito 'ideologico all'inter– no del partito, per istanza della fede– razione· giovanile, il tentativo di moder– nizzazione. ( o revisione?) operata dal deputato on. Giulio Andrea Bellorii, in– fine è appena di qualche anno l'esodo dal partito· di uomini rappresentativi, .quali l'on. Vincenzo Mazzei, del prof. Tullio Gregory entrambi membri della direzione del Partito. 11 passaggio da una fase di autono– mia d'azione a quella di opposizione anche se cpstante divenne ineluttabi~e d.al mo.mento che il P .R.I. ha creduto di recuperare nell'area democratica il P.S.I., dal mo!ll,ento çhe - e i,,e ave– vano data ampia prova coloro che anzi Ìempo erano usciti dal partito - molti repubblicani, 1 hanno, forse, intr·avisto, l'impossibilit~ di ergersi a secondo par– tito italiano, magari' quale • condiziona– tore reale de,l Partito_ di maggioranza. Il recente congresso· di Bo[ogna dà ampia prova a queste nostre asserzio- . ni, basta dare un'occhiata ai punti sa– lienti delie due mozioni presentate, quella che fa capo all' on. La M alfa– Reale e quella che fa capo all'on. Pac- ciardi. • Nella prima si può leggere : cc che la spla soluzione capace di interessare i repubblicani è quella di un governo di centro sinistra garantito nel suo im-

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