l’ordine civile - anno II - n. 4 - 15 gennaio 1960

b La situazione sindacale italiana L'on. Giuseppe Rapèlli è, nel mondo ·politico italiano, un uomo noto uer l'a•cutezza e il ,coraggio delle sue tesi poli– tiche, ed un si~dacalista tra i cattoEci certamente il più pre– parato ad il più attento al mondo del lavoro. Sono ben note certe sue decise e leali posizioni d.i fronte anche al partito cui • a·ppartiene co·si -come è ben noto il movimento che, da lui ispirato, ha ,clamorosamente ottenuto nei grandi complessi in– dustriali .del Nord (Torino e ·Genova, per ora) una notevole affermazione non ,certo solo polemica nei confronti ,della CISL. AH'on. Rapelli abbiamo creduto chiedere che ci chiaris– se alcuni aspetti della attuale realtà sindacale italiana: con la simpatica disponibilità di sempre ci ha cortesemente {)OD· cesso, e gliene siamo vivamente grati, il colloquio che ri– portiamo: L'anno scorso è stato un .anno molto interessante dal punto di vista sindacale, perché si sono sviluppate parecchie q.gi– tazioni in occasione del rinnovo dei co,ntratti nazionali di va– rie categorie di lavoratori. Anno interessante anche dal. punto di vista economico, con dei massimi di esportazioni come mai non si erano raggiunti nel nostro paese. Certo se si fa il c.on– f ronto tra l'ottenuto dai lavoratori con quello che è stato di– chiarato il maggior raddito dal punto di vista industriale, si deve constatare come i lavor•atori .all'incirca abbiano avuto un aumento generale del 5% di fronte ad una aumentata produ– zione industriale che è del IO%. Come spiega, onorevole, que– sta anomalia? • A mio avviso l'anomalia si spiega, perché i sind·acati ita– liani, e ,anche i sindacati di altri •paesi sono ,Rtati superati dai processi tecnologici moderni. Facciamo un esempio. La pro– duzione di Torino ra-ppresenta un quinto del fatturato che si vende all'estero. 1 Un quinto che viene _dato si può dire, da tre ditte : la ditta FIAT per le auto, la RIV per i cuscinetti. a sfora e la ditta OLIVETTI per le macchine di ufficio. Que– ste ,ditte hanno contribuito notevolmente all'aumento del red– dito; naturalmente le agitazioni nazionali 'llon si svilup·pano solo nei loro ~onfronti, ma invece per la generalità delle ditte. Allora succdde che la Confindustria ha buon gioco a Ro– ma, nel ne,'.!;are ai lavoratori dei ma,'.!;giori aumenti, perché si fa fotte della situazione delle ·piccole e medie industrie più disagiate. Di qui la sperequazione nella sistemazione sindacale nazionale, rispetto àlle situazioni di fatto. Da un lato se riesce a proteu:g·ere Ie piccole e medie industrie, dall'altro non sod– disfa 'affatto, né può so.ddisfare il lavoratore dei ,'.!;randi com• plessi. Difatti cosa è avvenuto ,a Torino? 1 Le maestranze della FIAT, su invito del Sindacato italiano dei lavoratori dell'au– tomobile, non hanno scioperato; e di recente la FIAT ha com– plessivamente riconosciuto aumenti del 12% contro il 5,50% ottenutosi nella vertenza nazionale. Perché questo 6,50% in più? Perché 'il progresso tecnologico, la m.aggiore esoortazio– ne con l'accresciuto rendimento umano, ha permesso alla FIAT di aumentare la sua pro•duzione, e di amnentare conseguen– temente il suo fatturato, •che è passato da 370 :miliardi a •1'30' miliardi. Agevole oer la FIAT concedere il 12%, djsa,'.!;evole per ·piccole e medie industrie che spesso- son.o in concorrenz~. accanita fra· loro sul merc!ltO interno e non hanno sempre .sbocchi convenienti di esportazione_. Perciò il problema sta nel , risolvere queste anomalie: quale, a· Suo avviso, dovrebbe essere l'azio11;e dei Sindacati? L'azione dei sindacati così ~ome spesso è prospettata dal– aµi~Zl\l<i!JJ!\confoderali C•GIL, CISL e UIL, non aderisce (,, (intervista con l'on. G. Rapelli) sempre alla realtà .di un paese come il nostro che sta indub, biamente, per forza di cose, sviluppando una politica econo– mica che è enormement~ differenziata, ,da settore· a settore; da zona· a zona, da. azienda. ad azienda. Ques.to dato di fatto fa sì che i sindacati godano poca fiducia da parte .dei lavoratori per il limite di azione che la situazione impone. Spesso nei lavoratori vi è più una attesa di disposizioni di legge che ,di· azioni sindacali. Lo spostarsi sÙl piano politico e legislativo della riven– dicazione sindacale è una caratteristica del momento, che han– no lamentato, oltretutto, gli stessi industriali nella .loro as· semblea. Essi temono che un anticipo del fatto legislativo su quello sindacaJe radicalizzi le ragioni dei lavoratori più sul terreno politico che. non su quello sindaca.le ; il che potrebbe far gioco ai marxisti ed alla loro propaganda. Vuol dirci qualcosa? Certo ,che questo può rappresentare un pericolo per .il prossimo avvenire. Non sempre purtroppo il legislatore è rea– lista, non semp_re il legislatore si rende conto ,delle situazioni di fatto; spesse volte può essere trascinato da motivi delJlago– gici, elettoralistici. In questo senso una legge sindacale fatta tempestivamente, mettendo in •carreggiata l'.aziòne sindacale avrebbe giovato; facendo distinguere fra azione sindacale leci– ta e azione sindacale ·discutibile. Dalla distinzione noi avrem– mo avuto un benefico effetto. Purtroppo però. la leu:!!!esinda– cale non è stata fatta soprattutto per opposizione ,della CISL, la quale si era i,llusa di ·poter realizzare in Italia ,con l'aiuto . dei finanziamenti americani, con l'aiuto delle ·direzio~i azien– dali, ·con l'aiqto del mondo cattolico e con l'aiuto del Governo, una situazione .di monopolio. Il mono·polio non è stato rag– giunto, e se la .CISL rimane nel presente stato di incertezz,a sarà ancora. la CGIL a sopraffarla. L'incerto indirizzo della CISL e la discutibilità della sua • azione, viene spesso dimostrato dalle votazioni nelle Commis– sioni Interne. Se si presenta una nuo11a lista in concorr'enza, quella che più sovente perde voti è la CISL. Cosa vuol dire ciò? Se si afferma che ciò è ,dovuto ad interr'erenze delle dire– zioni si •potrebbe dire allora che son le stesse interferenze che alla CISL han ·per.messo nel ,passato, .di affermarsi soesso. Al– trimenti se non è così vuol .dire che la linea della CISL, incerta e spesso demagou:i·ca, •non persuade affatto· i lavoratori. I la-voratori di fronte ad un sindacato che vuol fal"Si passare per estremista pur non avendone né la sostanza né lo spirito, alla fin .fine preferisèono il sindacato estremista vero e pro– prio e si rivolgono piuttosto alla CGIL. .Cose che succedono anthe alla UIL, l'organizzazione ita– liana che. facendo parte della stessµ Internazionale ,dei sinda– cati liberi cui aderisce la neutra CISL, si dichiara invece so– cialistà ; e sembra proprio in considerazione -di questo crua– li,ficativo di ,socialista, ch'ess>1 sia stata ammessa aJla CISL internazionale, a dispetto della CISL italiana. Questo discorso ci porta a chiedere se ha fa.tto il suo te1npo ·il sindacato di indirizzo? Penso di no. Penso che in un mo.mento di svolta come l'at– tuale. di fronte ai -problemi che si uonu:ono sul piano. euro– peo, è il sindacato di indirizzo quello che ha più ragione .di essere, un sindacato di indirizzo in quanto ha obiettivi· pro– grammatici e che nell'immediato suo a~ire si snoda in una azione sindacale .differenziata. Non si può costrin~e:Ì'e la irente che viaggia ormai in automobile, a fermarsi, a scendere e met– tersi a camminare a ·piedi. Evidentemente il sindacato ha eome.

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