l’ordine civile - anno II - n. 4 - 15 gennaio 1960

commissione d'inchiesta dell'assemblea non può sosti– tuire il magistrato penale. Giunti a questo punto, la3ciare. che la questione resti affidata ai partiti e sia rinchiusa nell'ambito del– l'assemblea regionale ci pare impossibile. Se il governo sciogliesse l'assemblea, darebbe un severo monito alla classe politica siciliana e ricorderebbe al popolo siciliano che le istituzioni naziondli rimangono· le supreme istanze della vita del paese. Esiste, apérta e visibile, la crisi dell'istituto regionale siciliano, diven– tato occasione di privilegio i.ngiustificato, di sperpero, di corruzione, di finanza allegra. Ormai il governo ed il • l'ordine civile Parlamento non possono sottrarsi ad un giudizio s,1,lle istituzioni siciliane. Noi non crediamo che si possa date, nell'attuale clima politico siciliano, governo onesto e stabile. Troppo la corruzione si è spinta avanti. E' tempo di guardare ad altro c,he alla maggioranza di destra o a quella di si– nistra: è tempo di mostrare che la moralità pubblica non è più un conçetto di altri tempi od un'arma dema– gogica a scopi di tattica politica. Altrimenti il mal di Sicilia, che ha tante e così vaste rispondenze nel paese e che anzi là Sicilia ha il merito di rivelare, non potrà non ricevere dalla storia la sua giusta sanzione. Nuova In_agg1 oranza . e vecchia politica E' difficile dire in che senso il nono congr~sso comunista si possa considerare un fatto nuovo. Sia dal punto di vista della dottrina che da quello della tattica politica, nulla è stato detto al IX Congresso che non fosse stato già .detto dal– l'ottavo. L'ottavo a sua sua volta si era limitato a codificare, per il partito italiano, le tesi stabilite al XX Congresso del partito sovietico. • E la sostanza della politica italiana del comunismo era già stata fissata dal quinto congresso del PCI, il quale poneva l'accentç> sulla costituzione, ·sul parlamento e sulla pluralità ·dei partiti ( sia pure nell'ambito del CLN). Qualche flessione si ebbe in seguito, sotto il peso delle •esperienze dei colpi di mano comunisti all'est: tutto ritorna come prima. Non si vuole con questo sostenere che il PCI sia nel '60 il medesimo organismo che era nel '45. Quindici anni .di sto– ria, e di storia nel secolo XX, sono molti: e i quadri, i me– todi, il linguaggio, i problemi del PCI sono mutati. Pure le sue tesi sono •rimaste monoliticamente identiche, con pure variazioni di vo·cabol-ario. Le variazioni politiche del PCI rimangono chiuse nel dizionario dei sinonimi. Nes– suna novità ha sco,sso il cielo delle stelle fisse del pensiero politico comunista. La derivazione hegeliana del comunismo consente ai suoi militanti ed ai suoi dirigenti l'illusione di vivere come sul tetto della storia, a un livello tale che nulla può più accadere di nuovo e di rilevante. Solo il mondo dell'analisi, della tattica, dell'esecuzione conosce e •comporta variazione: ·quello dell'ideologia no. Il marxismo è una ·religione della lettera, che conosce solo l'ese– gesi pratica, casuistica moralistica. H comunismo, come l'ebrai– smo ortodosso, vive tr·a ·1a Torah ed il talmud. Così la forza che sostiene la derivazione pratica del pensiero, che vede il pensiero come riflesso dell'azione, è poi costretta a separare radicalmente azione e ·pensiero e a reintrodurre un dualismo radicale tra una dottrina assoluta e invariabile ed una prassi analitica e applic,ativa, incapace di ·produrre alcunchè ,di nuovo ed innovante sul piano deHe idee e dei principi. Se vo– gliamo risalire all'ultimo atto politico comunista che alibia. avuto rilevanza ideologica, dobbiamo rifarci al congresso del Comintern del '37, che elaborò la tattica della democrazia progressjva e al Congresso del PC ( b) dell'URSS che approvò la ·costituzione del '36. Le parole d'ordine sono rimaste quelle di allora : la poli– tica comunista non ha più ,comportato varianti ideologiche degne •di nota. E non è stato certo il •nono congresso del PCI •ad ap– portarne. Il .modello politico del PCI resta la presente strut– tura politica sovietica. Il contorno .del ·pluripartitismo non è un'idea diversa da quella contenuta nelle tattiche di fronte a:ntifascista e di fronte popolare elaborate più di venticinque b1bl1otecag1noo1anco di Giovanni Bdget-Bozzo anni fa. Chi pensava che la prospettiva della via italiana al socialismo eccitasse la creatività dei ·politici comunisti, è an– dato rapidamente deluso. Del resto il ·comunismo italiano vive in una sorta di blando regime orwelliano, in cui il segretario del partito si è riservato la competenza del pensiero. Questo caso dell'on. Togliatti è singolare, almeno in Europa. Là do·ve i comunisti sono al potere, la dichiarazione di politica sosti– tuisce J'elàborazione ideologica. Negli altri pa1·titi all'oppo– sizione, ·non si hanno più neanche le apparenze delle questioni ideologiche. Il maggior vigore ·culturale dell'on. Togliatti e le tradizioni intellettuali del comunismo italiano ci fanno dunque a,ssist·ere a questo fatto, che nel comunismo è ormai ùn singolare paradosso, di un leade.r politico che tende a giu– stificarsi come tale in quanto leader ideologico. Ormai non è più in genere chiesto tanto: Krusciov ha in questo senso. im– mensamente semplificato i ·doveri dei responsabili ·del potere còmunista e dei capi· dei partiti comunisti. Tuttavia, pur non dicendo nulla di nuovo per rispetto alla classica e svuotata prospettiva della democrazia popolare, la magia dell'on. Togliatti riesce ancor oggi a dar l'impres– sione che il PCI, uno dei più stati•ci e conservatori partiti comunisti del mondo, sia invece una forza in movimento, e che veramente l'VIII Congresso abbia deciso qualcosa di di– verso dal VII ed il IX qualcosa di diverso dall'VIII. Tutto sembra procedere come se i congressi comunisti non· siano soltanto la rituale 'ripetizione di certi gesti e di certi discorsi, ma significhino invece effettivamente un •costante progresso di cultura e di autocoscienza politica. • Si tratta però di una impressione che non regge ad un esame, anche superficiale, delle tesi politiche al IX Congres– so. Il segretario ·pensatore è come un artefice, non .di genio, ma di •consumata esperienza che riesce a dare l'illusione -di una nuov,a creazione, ripetendo con variazionè accidentale una forma antica, un disegno non suo. , , In reahà ciò ,che il comunismo italiano chiama tesi po- litiche, non sono altro che formule tattiche. Esse indicano cioè come gli avversari politici del comunismo ( dalla Chiesa ai monopoli) possono essere divisi e battuti, e come si può costruire una società in cui il loro potere sia sistematicamente e progrèssiv-amente subordinato al potere comunjsta. La not,a disti.ntiva, necessaria e sufficiente ,di una so– ,cietà soci,a1ista, consiste sempre nel ruolo dominante del _par– tito comunista. Ogni -determinazione dell'ordine e del conte•nuto di que– sta -società è indifferente per rispetto ·a questa nota formale, che assume un ruolo esclusivo ed assoluto. E' proprio la sva– lutazione ·del « soviet >> e del « ·consiglio >> ·compiuta da Stalin sulle traccie di Lenin, che consente l'elaborazione ,delle pro-

RkJQdWJsaXNoZXIy