l’ordine civile - anno II - n. 2 - 15 gennaio 1960

Chiesa e Stato - in Polonia I rapporti fra Stato e Chiesa in Polonia costituiscono uno dei problemi magg·iormente dibattuti dalla stampa occi– dentale negli ultimi tempi. _ L'occ_asione per una -indispensabile m.essa a punto ci è fornita da una inter-essante pubblicazione edita da e< Opere nuove >>,sotto il titolo di « Chiesa e Stato dietro la cortina di ferro >>.Il libro è curato da Vladimir Gsowski, avvalsosi della collaborazione di alcuni fra i più noti giuristi rifugiati daU'Europa •orientale, e si presenta di particolare interesse ai fini ·di una documenta•ta analisi. _Una serie di articoli ( fra questi, quello di Domenico Sassoli comparso sul numero dello scorso agosto di cc Analisi e Prospettive >>)·e la conferenza tenuta recentemente a Roma dai professori polacchi Morawski é Grzyb~wski, giunti espres– samente dalla Polonia, rendono più che mai necessario uno sforzo volto a dissipare gli equivoci addensatisi intorno alla questione. Come in generale avviene,- anche « Analisi e Prospettive >> tende piuHosto a teorizz-are sull'argomento che ad analizzarlo dovutamente, senza porre in risalto l'aspetto più sali,ente della situazione attuale, ossia la circostanza che l'Episcopato po– lacco agisce in uno « stato di necessità >> : eircostanza, questa, che costituisce la chiave di ogni concreta interpretazione del problema in discussione. Così l'articolo, chiaramente ispirato alle ide-e più spinte -d~lla sinistra democri-stiana, si presenta in forma piuttosto, generica, mancando anche di una precisa impostazione. Cade inoltre in. una evidente inesat<tezza sto– rica, quando parla di ·un ·cosiddet<to « test >>polacco e lo pa– ragona al « test >> francese, avvicinando ir pen,siero del nuovo ceto intellettuale - cattolico polacco •alle -idee, per esempio, di un Mauriac. Vi si riscontrano poi diverse affermazioni -di– ·scutibili, come •quando l'autore afferma : cc La Chiesa non ·vieterehbe dunque di accettare il socfalismo in quanto si– stema che mira ad elevare le condizioni di vita delle classi operaie e contadine. Ciò che invece è da respingersi è la -dittatura _comunista, la quale nei paesi dell'Europa e-entrale ed orientale ne costituisce la sovrastruttura polirt·ica ed impe– disce il realizzarsi degli obbiettivi ·della socializzazione dei • mezzi di produzione )), o dove si dice : cc I giovani sacerdoti ed i •giovani intellettuali non hanno conosciuto il mondo capitalista d'anteguerra, lo pensano ormai, senza rimpianti, soltanto come un pagina di storia studiata a scuola e, que– sta circostanza favorisce lo sforzo delle autorità religiose· di spoliticizzare la lotta con lo Stato._ Il cattoEcesimo polacco è convinto che il t-empo e la stabilizzazione interna ed inter– naz·ionale giocheranno favorevolmente per l'avvenire della_ Polonia >>. Rec,entemente, poi, sotto gli auspici della « Associazione Italia-Polonia )), i professori Morawsrki, dell'Università di Poznan, e Grzybowski, ,dell'Unive.rsità di Cracovia, hanno te– nuto a Roma una -conferenza sul tema· « Stato e Chiesa in Polonia >>. Le loro osservazioni possono essere considerate senz'altro suscettibili di indurre in errore chi sia ignaro della presente situazi6ne polacca. Il prof. Grzybows·ki, marxista, ha enunciato i principi giuridici che regolano la coesistenza dello Stato e della Chiesa in Polonia, principi che del resto rischia– no di essere ingannatori nella misura in cui la pratica attua– zione del modus vivend·i int,ervenurto tra Stato e Chiesa li ignori e li alter.i., Il pro{. Morawski, dichiaratosi cattolico, ed evideI)-temente rappresentante quel ceto intellettuale cat– tolico di cui pai-la cc Analisi e Prospettiv-e )), ha invece cercato di inquadrare storicamente il processo che ha condotto al modus vivendi, rilevando in sostatiza che un accordo fra regime ed Episcopato era necessario per assicurare la pace in Polonia e non escludendo che in avvenire si possa giungère di Stefano De Andreis alla stipulazione di un concordato tra la Polonia e la Santa Sede. Dal prof. Morawski ci si sarebbe attesi una difesa del punto di vista cattolico; Senonché essa è :mancata, diffonden– do egli tra gli ascoltatori meno provveduti l'impressione che l'attuale situazione, polacca sia il frutto di una libera adesione a ,dei principi comunisti -che la Chiesa riconoscerebbe come giusti. ,Pur accennando in termini volutamente vaghi a cc una ragione di stato polacca >>alla quale la ·Chiesa avrebbe dovuto adeguarsi, il professore Morawski ha adottato le tesi della propaganda comunista, secondo le quali la Chiesa godrebbe di una completa libertà ·e non avrebbe pertanto da lamentarsi del modus vivendi in vigore. Secondo -l'oratore, anzi, il fatto che la gerarchia cattolica nel gennaio 1957 abbia discreta– mente invitato i fedeli· a -compiere il loro dovere elettorale, dimostrerebbe che il regime attuale p-redispone condizioni perlomeno accettabili, se non ideali p~r !'·attività della Chiesa.• Una simile proposizione induce in errore se non è a-c– compagnata da qualche precisazione essenziale: in primo luogo, si sapeva che l'unica conseguenza possibile di indebo~ li mento della posizione di Gomu1'lra- a seguito della generale astensione sarebbe stata un ritorno degli stalinisti con o senza un più o meno aperto appoggio sovietico; iii second-o luogo, da molte enunciazioni ed iniziative di Gomulka si poteva sperare •in un ulteriore miglioramento dei rapporti tra Stato e Chiesa. Per tu1ta una serie di ragioni, dunque, la gerarchia ecclesiastica poteva auspicare che Gomulka rimanes~c al po– tere come il male minore che in quel momento si dovev:a preferire all'unica altra alternativa: l'intervento armato so– vietici;>. Male minor,e· è ugualmente il modus vi-vendi che l'Epi– scopato polacco ha dovuto concludere con il Governo; non– certo quell'ideale di cc ,convivenza >>che il prof. Morawski ha tenta;to di delineare, quasi che si •trattasse di convivienza tra -due organizzazioni trovantisi sullo stesso· piano e non tra un regime forte della potenza militare ·sovietica e la gerarchia ecclesiastica, che cerca di. limitare al massimo l'arbitrio co– munista. Ora, il modus vivendi della fine del 1956 non solo è lungi dall'assicurare al-la Chiesa la posizione che le spetta in un paese ove la grande maggioranza della popolazione, per ammissione degli stessi comunisti, è cattolica praticante, ma è stato ripetutamente violato, specialmente negli ultimi tempi. Anche su questa ~ircostanza gli oratori hanno elegantemente sorvolato, trincerandosi dietro la g~nerica e non compromet– tente ammissione di certe « difficoltà >>e « incomprensioni >>. J.l .famoso decreto del 9 febbraio 1953 ( che, come è noto, stabiliva che tutti gli ecclesiastici dovev-ano prestare giura– mento ,di fedel-tà allo Stato e che questo doveva dare il suo benestare per le e< erezioni, le conversioni e le soppressioni di uffici ecclesiastici tenuti da membri del clero ))) è da molti studiosi considerato la causa più importante del p;ggiora– mento dei rapporti tra Stato e Chiesa in Polonia. Inaspet– tata, tanto -essa fu violenta, si delineò la reazione dell'Epi– scopato polacco al citato decreto governativo, accompagnata dall'-accusa al regime di avere violato il principio· stesso della separazione tra Stato e Chiesa affermato ,dalla Costituizione polacca e ripreso dal sistema americano. A questo punto la situazione divenne più che mai tesa : nel settembre del '53 si verìificarono ·i ,colpi di scena del primo processo contro mons. Kaczmarek e della sospensione del cardinale Wyszynski da Primate di Polonia ( sempre in seguito al decreto gover– nativo del 9 febbraio 1953). Mons. Czeslaw Kaczmare-:k, ve– scovo di Kielce, fu processato in settembre, insieme con altri tre preti e una suora, essendo stato -accusato di spionaggio e attività antistatali. Il processo e< montato >>per screditare di

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