l’ordine civile - anno II - n. 2 - 15 gennaio 1960

bi 'LETTERATURA E COSTÙl\l ALBERT CAMus•· La morte di Albert Camus ci offre una occasione, di cui avremmo fatto volenti.eri a ·meno, per rimeditare bre– vemente, attraverso la sua opera esem– plare i temi nuovissimi .e antichi del manicheismo e dello gnosticismo con– temporanei. E' un necrologio impietoso il nostro: ma essq non tocca certo l'uo– mo, le possibi.Jità che egli ha avuto, in rapporto ai suoi talenti e alla infinita misericordia •di Dio, di salvarsi, sebbe– ne la sua opera. ' L'ultimo e più grave •errore che po– tremmo compiere, infatti, dinanzi a una fine .così tragica è quello~ di voler ba t– tezzare il pensiero di chi cristiano non era: e questo è, oltre tutto, un dovere suggeritoci, non solo dall'amore per la verità ma anche dal rispetto verso chi ha fatto dell'onestà intellettuale e della sincerità senza infingimenti la propria bandiera, il solo, in definitiva, titolo di vanto. , Se Albert Camus ha incontrato Dio, lungo le vie della propria traragliata esperienza, ·non una traccià ne è rima– sta nei suoi libri e nel suo pensiero. Un vecchio saggio sull'ateismo, che eb– be immeritata .fortuna ai isuoi tempi, di Felix Le Dantec, si apriva con unà •«di– chiarazione· di fede >J che suonava, pres– sapoco, così: cc Sono ateo come sono biondo e come sono brettone ... ». E Ca– mus scriveva: cc Non è che la 'verità cristiana sia una iHusione: è· che non vi sono mai entrato, ecco tutto ». Si tratta, come si p_uò facilmente ri– scontrare, di una scelta preesistente ad ogni possibile esperienza, di una sorta di mostruoso dono .di natura cui Ca– mus non intese mai sottrarsi: l'ateismo· come caraUeristica .naturale, mai va– gliata e discussa, da cui discende ogni. altra possibile convinzione. E s'·è .citata la frase di Le Dantec per mostrare co– me, nei suoi ahi come nei mediocri _rapprésentanti, la cultura razionalista e sensista non vada oltre certe petizioni di principio ehiuse nel cerchio ossessi– vo di una convinzione pre-logica. Camus andrà alla ricerca non di una verità eventualmente diversa da quella posseduta, cercherà solo· conferm·e alle proprie convinzioni. Il do.Ìore degli in– nocenti, il fatto che essi debbano pa– gare per i colpevoli, ·la presenza del male nel mondo, ib definitiva, sono per lui altrettante riprove dell'assenza di Dio. La presenza storica della Chiesa nel mondo e i possibili errori dei suoi :i.;;ppresentanti vengono invocati a di– mostrare che se Dio non è, come non ag n o è, la sola cosa che con ti è la fodelt:à all'uomo e 'al suo destino terre~o. « Il mondo non: è ne razionale nè irrazio– nale... La ;agione· è vana e non vi è nulla oltre la ragione». cc Non vi è fe– licità s·ovrm:hana, non vi è eternità fuo– ri del giro dei giorni. Questi beni deri– sori ed esse\nziali, queste ~erità relati– ve ,sono le 1 sole che mi commuovono. Le ahre, gH "ideali" non ho un'anima sufficiente ner capirli. Non che Sia ne– cessario •fare le bestie ma non trovo senso nella !felicità degli angeli ». ,Comus passerà così, in una traietto– ria consegulente e logica, dall'amore verso la natµra solare dei -corpi e degli amori umaJi alla scoperta ddl'assurdi- • tà della conp-izione umana, al richiamo verso una i concreta solidarietà cl-elle creature umiane come solo rimedio alla presenza iJcoerci'bile del male del- mondo. i I . Amore p~r la vita, amore per l'uomo e la sua dignità, invito alla soEdarie– tà : ecco i temi positivi della cc religio– ne laica » <;li Albert Camus. Se dalla considerazione del-l'assurdo· storicamen– te implicitd nelfa condizione uma~a egli sarà p~rtato a dire ( nel Mito di Sisifo) che ;il solo problema fifosofico « serio » è quello del suicidio, lo stesso libro si con 1 clùderà con l'invito a con– siderare ·cc f~lice » Sisifo nonostantè la vanità dei s~oi sforzi; così nella Peste e nèll'Uomo in rivolta Comus scriverà /che il solo •problema individua•le con– creto è se si può -éssere santi· senza Dio e il solo problema collettivo se si possa vivere senza la Grazia; è corollario lo– gico di questa posizione l'accettazione dell'onestà intellettuale com"è sola nor– ma morale ; e la proclamazione della rivolta solid:ale come solo strumento di esplicazionei cosciente degli uomini li- beri. I • Il brano finale de La peste, riassume, con sufficie~te chiarezza i _motivi fon– damentali di Camus: cc In mezzo ai gri– di che raddoppiavano di forza e di du– rata, che si ,ripercuotevano lungamente sino ai piedi della terrazza, via via che gli steli mul,ticolori si alzavano più nu– merosi nel ~ielo, il dottor Rieux decise allora di redigere il raccoMo che. qui finisce per ~on essere d•i quelli che 'tac– ciono, per iestimoniare a favore degli appestati, p'er l'asciare almeno un ri– cordo dell'i~giustizia e della violenza che gli el'ano _state fatte, e per dire semplicemente quello che si impara in mezzo ai flagelli e -che ci sono negli uomini più :cose da ammuare che non da disprezzare >>. 1 • I I ·i Lo stesso itineraTio i pratico di Camus, però, ,conferma la p*carietà delle sue tesi, l'insufficienza· -di ogni religione laica fondata sui valori naturalistici dell'individuo:_ fu log1ca la parte attiva avuta dallo scnttore nelle vicende della resistenza francese mk fu logico anche iii suo estraniarsi -d!'lle vicende politi. che .dell'ultimo periodo per •la man– canza di una forza che gli garantisse - l'affermazione dei principi per i quali s'era battuto. Il rifiuto -del marxismo ( e non si vede cosa possa averlo ·salvato dalla sirena comunista se non ·quel gu– sto tutto fràncese deH'individualismo a oltranza) e la non comprensione del cristianesimo gli avrebbero precluso, in maniera sempre più drastica, la capacis tà, in definitiya, di capire il dramma da cui dipendono le sorti del mondo moderno. Manicheo solo a metà, Al– bert Camus ha rifiutato il cielo e scelto la terra ma esperimentato in proprio • la infinita vanità. e il profondissimo errore del l'i!fiuto di Dio. I valori che Camus ha creduto di di- ' fendere che. senso hanno, infatti, se li si sgancia da un{ organica visione del– la realtà? Se l'uomo, per sua natura, semina la peste potrà bastare un in– vito, per quanto onesto e accorato, a salva:,-ci dalle future epidemie? ·se l'uo– mo ·è cc homini lupus » chi lo persua– derà ad essere diverso, se la voce che parla è voce solamente umana? Così gli ideali· di Camus si dissolvano alla più elementare conferma storica : il mondo torna né'l càos popolato dai mostri ge– nerati dal predominio della ragione lai– ca, ii' bene fugge daila terra e rimane •solo il male, la tremenda realtà -del– l'assurdo. Avrà'ragione così Sartre ,(da cui .Camus cercò, disperatament·e, di differenziarsi) che proclamava l'inutili– tà della passione « uomo », lo sterile masochismo-sadismo dell'amore, l'infor– no de'll'alter_ità. Molti cattolici, specialmente francesi, hanno sperato in ,Camus, suggestionati dal suo invito alla solidai:ietà e alla ri– volta. La storia non è fatta di ipotesi e oggi ci viene confermato, da uria scomparsa irrepara-bile, che il recupeto cattolico del pensiero di Camus era .una follia nata soltanto dalla scarsa fe. de di uomini irrequieti, incapaci di percepire .l'evidenza di una fede che pure sostenevano di po.ssed·ere: vorrem– mo che la morte -di Camus li persua– d~sse a meditare, con coscienza e pro– fondità, i temi fondamentali della dot– trina ·deHa Chiesa, per non cadere più nell'orgoglioso errore di cercare in re– centissimi testi manichei e gnostici la verità rivelata da secoli. • MARIO BENEDETTI

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