l’ordine civile - anno II - n. 2 - 15 gennaio 1960

,( NOTE • ROMA Il discorso del card. Ottaviani Sarebbe· facile la polemica ·contro tubte le lamentazioni fiUstee che da tut– te le colonne dei giornali italiani sono salite verso il cardinale Ottaviani. ,-Sa– rebbe facile. Perché il Cardinale ha detto cose che la coscienza umana one– sta non pùò negare : cose evideroti, per– ché attengono ai primi fondamenti del vivere civile. ,cc Finché sarà possibile a Caino di massacrare Abele senza che nessuno· ne risenta : finché sarà possibile tenère in ischiavitù nazioni intere senza che vi sia chi prenda le difese degli oppressi: finché sarà possibile, pur dopo tre anni dalla insurrezione ungheresè veder con– tinuaio lo ~tillicidio di condanne a nior- _ tè di studenti, di contadini, di operai, tei di· aver amato la libertà soffocata dai carri armati stranieri, senza èhe il mondo inorridisca a tanto delitto, non si può parlare di vera pacè, ma $òlo di acquiescenza e .di coesistènza con lo spi– rito massacratore ». Ma per il mondo, è sufficiente che "l'ordine regni a Varsavia''. Per- misuraré la decadenza della no– stra tradizione laica, basta fare il con- 1ronto dei mazziniani di ieri con i cc mazziniani >> di oggi. Allora la lotta ed il sacrificio dei miglior:i di ogni po– polo per la libertà di tutti i popoli: og– gi i repubblicani, passati da Mazzini a La Malfa; rifanno propria la cirvica a,ri,abilità del ministro del Il Impero e predicano ·u riconoscimento morale del fatto compiuto. Lo stesso vale per tutte le tradizioni e ·le forze politiche • di si– nistra. Dietro ,il cardinale Ottaviani, vi è un'altra Tradizione: una Tradizione che l'errore ed il peccato umano non possono distruggere nè deformare : una Tradizione che, venendo meno ogni ve– rità e ogni valore all'errore moderno, ri·vela di essere l'unico possibile fonda– mento di un ordine ci-vi.le umano. Il carif:..inale • non ha invocato, dinan- zi a coloro a cui la· tirannia IJ,a tolto la patria il ricorso alla forza, • che in altre circostanze sarebbe s-tato non solo lecito ma doveroso. No .. E' noto che il cardinale ha sostenuto nel suo corso di diritto pubblico ecclesiastico, la pratica illiceità de.Ila guerra preventiva, posti ' gli attuàli • mezzi di distruz-iorie. Chi parlava dunque ai profughi dell'Est era un uomo che aveva autorevolmente in– segnato che il loro diritto alla patria, che la tragedia delle .foro nazioni non era tito-lo sufficiente di guerra offensiva· giu'Sta. E COMMENTI E la nostra sinistra avrebbe dovuto saperlo perché l'on. Togliatti non ha mancato di citare molte volte quel te– sto. Chi può pensare che la Chiesa con– dànni il legittimo terotativo di uomini di ·buona volontà, da ambedue: le parti apposte, di raggiungere un accordo per la diminuzione degli armamenti, fino al disarmo; se questo obiettivo fosse umanamente sperabile? No certo. Ma per quanto. potente sia oggi l'Unione So,;ietica, è giusto che • venga proclamato innanzi al mondo quello che il padre Cristoforo dice a Don Rodrigo e cioè che Dio non ha messo al mondo delle creature perché altri le possano· far soffrire a proprio arbitrio. Per quanto potente sia la .costruzione $òVieticct; vi è in è$Sa un /ermènto di ingiustizia e di illegititimità che trava– glierà il cofosst:Jd;atiente $inO alla crisi più radicali!, Gli spiriti coltivati e gli sto!ftaci sod– disfatti che oggi controllano -la stampa la politica e la cultura e che non man· cano di firmare manifesti anche sulla situazione all'Est ,( ma in modo da ri– manere moderni e progressivi e di non spiacere troppo nè all'uno nè all'altro potente) sperano che questo ~ondo in cui si sono così comodamente installati sia eterno. Ma- si sb.agliano. ,cc .Passa la figur-a di questo mondo ». L'ingiustizia consuma le op~re più fastose ed impo- . nenti. Coloro che si · risciacquano la bocca con la libertà, ii progresso e la socialità, dimenticano i diriiti degli op– pressi ogni qual volta non. torna a pro– fitto il ricordarli, possono dimenticare i diritti della persona. Dio non .li di– mentica. E nemmeno il Papa, nemmeno la Chiesa. E Ùna forza di distruzione, ora len- • ta, ora rapida, ma sempre inesorabile opera contro i· frutti dell'ingiustizia, contro le costruzioni u-mane che vengo– no. meno ai diritti di Dio ·e a quelli del più piccolo ·degli uomini. Vicenda del tutto minore in questa prospettiva è il rapporto del discorso dèl Cardinale con il viag1do del nostro Presidente· della Repubblica. Tutta questa vièenda' del viaggio è troppo lontana da una·· politica di principio perché l'enunciazione di un principio ·abbia po,twto·operare alcunché. Noi non vi abbiamo ·mai visto à'ltro che un atto di politica interna, essendo del· tuito mi– stèriòso i.Zsignificato che il cc viaggio » aveva nella nostra pòlitica estera. L'lta– Ua e l'URSS non hanno problemi pa.r– ticolitri sull' agewda : • il peso politico dell'Italia è dovutò solta~to alla sua partecipazione al.l'alleanza..._ occidentale e l'in~r-f!~f! ~9Pi'f!#co alle piècole"èresie della nostra pol~tica estera è. ,forzata– mente -limitato. Non si sa mai di che l'on. Granchi avrebbe potuto intratte– nere Krzisciov, con un'agenda di politi– ca cosi imilza posto ·che ·il nostro· Pre– sidente non è versato· in ·problemi agri-· coli. ~-~~ Motivi di politica interna si sono in– nestati nella decisionè· del viaggio co– me nel suo rinvio. Ma non li ha for– niti. il cardinale Oitaviani. Bastava leg– gere la prima pagina dell'Avanti del giorno appresso a·l rinvio per cogliere" l'innesto fresco e per capire di che· èosa si trattava. Citàndo ,ancora una volta il Manzoni: se ne sarebbe potutà· sa– pere di più se invece di cercare. lon– tano, si fosse scavato vicino. Le reazioni al discorso del Cardinale ,. ci indicano soprattuuo come l'adora– zione del "fatto compiuto sia· l'unico ·og– getto di culto della cosc·ienza· civile mo• derna. L'articolo quinto è l'unica _nor• ma di diritto universalmente éonosciu• ta. Anche la Ubertà e ·la giustizia• umàna da· nessuno ricèvono ingiuria maggiore che da chi le· ha sempre sulla bocca. Ma ·una critica in ,particolare ·voglia– mo pigliare· in considerazione perché 'essa· si è· ,posta· ,form,atmerote sotto il segnò _del Cristianesimo : è quella for- • mulata da Carlo Bo su "La Stampa", Lo scritto di Bo è_ un classico di quello che potremmo chiamare il falso Cris,tianesimo. Il procedimento adope– rato dal Bo è molto semplice. e< Il no– stro mondo è troppo malato perché possa essere guidato o aiutato indiret– tamente? .C'è anche· troppa confusione perché si possa procedere a delle di– scriminazioni ,assolute e precise. Non ci sono reprobi ed eletti, ma tutti siamo repròbi ed eletti:»; Elegante gioco- di bussofo.tti ! Dinanzi all'errore e al male la Chiesa e la coscienza umana debbono tacere perché siamo· tutti peccatori e l'unico rapporto possibile tra peccatori è la omertà. Le dure parole, che separano il cri– stiano dal mondo e che risuonano dalla bo,cca del Signore al magistero perenne è alla vita della Chiesa universale, so– no messe in parentesi. La Chiesa può essere ben composta di peccatori : ma essa rimane la città sul monte, il lume posto non sotto il moggio ma so,pra il carodelabro, • il sale della terra, la luce del mondo.· Essa è mandata al mondo per annunciare il Vange.lo; il Vangelo che separa uomo da uomo, congiunto da congiunto : il Vangelo per cui il chia11mto lascia che i morti seppelliscano· i loro morti: il Vangelo che fa al-l'uomo nemici i suoi sufssi parenti.· .. . , L'umiltà cristiana è . quella d;el :Afa•

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