l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

pag. 6 Martire fu un abilissimo oratore e polemista e pe'r amo– re della polemica spesso finì per indulgere al paradosso ·e forse non gli spiacerebbe sentirsi citare in modo paradossale, Comunque viene il sospetto, di .fronte a tante citazioni interessate, di pensare che sia molto comodo per non poche correnti politiche qualificare come di estrema destra, sanfe-_ dista o clerico-fascista ogni tentativo di polemica nel campo delle forze cattoliche, in politica. Del resto questa faccenda della destra e della sinistra quando è distaccata da un esame concreto delle forze che esprimono certe posizioni politiche diventa un curioso gioco l'ordine civile di geografia parlamentare spesso semplicemente demagogico. Basterà ricordare che in modo quasi comico all'epoca della Costituente nessuno voleva sedersi a destra nella Ca– mera e salvo qualche rara eccezione non ci si volevano sede– re proprio quelli che in sostanza di destra erano. Basta osser– vare che quasi tutti oggi ( tolti 1 fascisti per ragioni ... no– stalgiche) dichiarano di essere più o meno a sinistra tanto da dare l'impressione di una specie di simbolica collettiva traversatà della Camera da destra a sinistra di tipo dannun- · ziano ( ma pe.r ragioni tutt'altro che romantiche). E a destra allora rimangono ... soltanto i morti. Miglioli e il '' • mistero del. contadin.o,, Abbiamo voluto ricordare, nella ricorrenza del 5° an– niversario-; •Guido Miglioli, anche per la testimonianza di fede che fu la Sua morte. Ma, certamente, non solo per que~ sto. Volevamo, e sentivamo doveroso, riaprire un dibattito che èlopo la Sua scomparsa tutti troppo concorde~ente, si affrettarono a chiudere. Specie nell'ultima p;ute della Sua vita, Miglioli, a cui piacevano forse anche troppo gli slogans, aveva condensato in alcuni di essi, in modo particolare, la Sua vis polemica. Egli parlava spesso della « miseria del contadino vergogna del democristiano » e con questo non voleva certo solo par– lare, come è facile -constat,are .dai suoi scritti, d,i una miseria economica, ni-a -parlava di una grave involuzione che avreb- - be portato nel mondo contadino la « superficiale, arbitraria e demagogica impostazione dei problemi contadini fatta dal– la democrazia cristiana » ; ma parlava anche del « mistero del contadino castigo del comunista >> e con questo Suo lìn- •guaggio un poco allusivo ed essoterico voleva puntualizzar~ come l'azione dei comunisti per i contadini fosse troppo spes– so più che demagogica distante dalla mentalità reale dei contadini stessi e troppo intesa a servirsi di questi come di una forza politica di ·urto e come infine proprio dai conta– dini era nel futuro destino venissero i più gravi « castighi » per i comunisti { in Italia e anche nei paesi di « nuova demo– crazia », egli diceva, specie dopo gli ultimi incontri con Kolarov). « Solo Gramsci e Grieco, entro certi limiti, si sono pro– spetta'.ti in alcuni a-spetti il problema contadino in Hmiti ~on tattici cercando di vedere nei contadini dei reali alleati e non una massa di manovra della classe operaia ». Egli per– ciò rimproverava ai comunisti un'impostazione tattica del problema dei contadini. Anche solo in queste sue cc battute » c'era quanto basta– va perchè da molte parti si fosse ben contenti di lasciarlo tranquillo nella tomba del suo vecchio contadino soresinese. Ma la comprensione delle battaglie politiche di Guido Miglioli con tutte le loro positività e i non ·pochi errori, è possibile solo se si colloca la sua azione nel mondo conta– dino in rapporto ad una visione del tutto singolare di tale ambiente.· Anche il cristianesimo di Miglioli, che fu sempre ,profon– damente credente e mai colpito da alcuna sanzione ecclesia– stica, va ,,isto in rapporto alla sua- inserzione del mondo contadino. Egli lega le opere del suo crisfranesimo alla lotta tra i contadini che per cinquant'anni condusse senza posa. A proposito di questo dice: « Forse, la ragione prima sta qui: che figlio di un perfetto ccagrar10 » di quel -tempo fui geqerato ed alimentato., con una attenz,ione p_articolare, <la una mamma che ne era l'antitesi più sublime. Ed io mi tro– vai vincolato a questo dono materno, in ,tutte le sue espres– sioni e i suoi riflessi, così da assorbire qualche pò di quella rara religiosità cristiana, che mia· madre traduceva in una indocile e costante opera di sacrificio per le famiglie dei contadini poveri ». E più oltre dice che in nome di questa ibliotecagi obianco di Franco Leonori fede « incominciò la vita tra i contadini delle mie terre, nel– le stalle, nei campi colla loro miseria morale e materiale che assorbì ogni mia energia, ogni mio avere, ogni affetto. E v1 ho resistito per un innato più che consapevole sentim·ento di dovere >>. Ma ·tornando a'11e.sue posizioni politiche, se si st:udi,ano bene si trova che esse non mutarono mai e furono ferrea– mente legate ad un programma di lotta per i contadini so– stanzialmente unitario anche se gli strumenti di attuazione si legarono ad espressioni politico-organizzati-ve mutevoli: fra i cattolici indipendenti, nel Partito popolare, nell'antifasci– smo internazionale, nel Fronte popolare, nell'« av-anguardie cristiane », e poi alla fine di nuovo tra i cattolici indipen– denti. Ripetiamo se si vanno a leggere i programmi ,e le affermazioni che accompagnano le sue evoluzioni politiche si trova che rimangono sempre (nei limiti dell'evolversi -dei tempi) immutate . Ecco come Egli sintetizza infatti gli obbiettivi per un movimento per la conquista e la realìzzazione della riforma agraria: « a) per il salariato fisso,.,,la trasformazione radicaJe del suo rapporto giuridico verso una forma di gestione asso– ciata; b) per le varie forme di mezzadria, la loro trasforma– zione verso la conduzione ditetta; c) per il piccolo coltivatore, la sicurezza del suo pre– dio fa miliare; d) per il latifondo, l'espropriazione e la concessione enfiteutica ». Mutano '1e alleanze, ma alle alleanze .Miglioli non an– netteva ,(spesso ingiustamente) soverchia importanza. Quel– lo che invece egli non ammetteva era mettere in discussione, per arrivare a dei compromessi, il suo programma Qontadi– no. Nella vivace polemica con Grieco (In parte raccolta dallo Zanibelli) troviamo ad un certo punto ad esempio una frase del Grieco molto indicafiv,a in questo senso: « basta leggere le tue lettere per capire che sei tu che vuoi imporre i tuoi punti di vista ; e se non li si accoglie, in tutto, o· solo in parte, accusi i tuoi contraf,ldittori di non comprendere nulla, di essere degli ignoranti e via di seguito ». Ma Egli non si poneva solo dei problemi di ordine sindacale, ma dei profondi problemi di carattere politico e sociale; voleva che si arrivasse ad un organico inserimento del contadino nello Stato. A proposito dei salariati in particolare, di cui si occupò in modo prevalente, Egli dice sempre che bisogna portarli ad essere dei veri contadini, nel senso più profondo del termine. E su questo in particolare polemizza con i democristiani ed i comunisti ed è interessante come reazione di quest'ultimi una frase di una lettera indirizzatagli da Grieco: « i tuoi apprezzamenti su una presunta resistenza, d'ordine· ideologico, che sarebbe in noi comunisti, a -seguire questa via perchè farebbe dell'attuale salariato un contadi– no, sono frutto della propaganda dei Comitati Civici ». E' difficile oggi rendersi conto di quanto sia stata pro-

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