l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

b l'ordine civile capo sia la· legge, la giustizia, il diritto : che non sia vmco• lata nè dalla legge morale, nè dal diritto dello Stato, questo è l'errore totalitario. Al totalitarismo si oppone la tradizione classica e cristiana, la tradizione civile d'Euròpa, la tradizio• ne del genere umano : a 1 l totalitarismo, democratismo, fasci– smo è marxismo sono invece sistematicamente giunti. Il tota– litarismo è lo Stato moderno che si rivela a se stesso,. che è nel suo diritto e nella sua politica come è nella sua filosofia. Ora De Gaulle è nel quadro della tradizione : è perciò essenzialmente ,su un piano anti totalitario : ma lo è a·ppunto perchè dice il famoso :•moi, De Gaulle. Io, nome e éognome. Non la Rivoluzione, il Partito, la Storia. Moi, De Gaulle. E' fuori dello Stato totalitario perchè è fuori dello Stato, ideologia, a· cui il grigiore liberale ha· offerto le più classi- che occasioni politiche. - De Gaulle è il principio della restaurazione dello Stato, ,dopo il suo assorbimento nella filosofia e nc;;lla rivoluzione, iniziata dall'illuminismo e dal giacobinismo, compiuta dal fascismo e dal comunismo. Dalla Francia nacque il vecchio Stato, dalla Francia nasce il nuov·o. Tutto questo non presuppone che De Gaulle abbia suc– cesso nel suo tentativo di portare la nazione francese_ su una- strada antica e nuova. E' anzi facile pensare che le vere difficoltà di° De Gaulle appaiono non appena le difficoltà mature della politica francese ( e la più grave di tutte, che ha nome Algeria) saranno risolte o avviate a soluzione. E' già accaduto una volta, accadrà una seconda-. Comu– nisti, socialisti, democristiani, impotenti dinanzi al sussulto del putsch militarista, e salvati dallo stato di diritto difeso da 1 l generale, sono là : essi attendono sempre dal1a medio– crità, dalla debolezza, dal vizio, il risorgere della loro triste stella. Guy Mollet pesca e attende. Ma la partita deve ancora non soltantò giocarsi, ma più se:qiplicemente solo configurarsi. E non si giocherà solo in Francia. Nelle memorie di De Gaulle si parla spesso di un cc ra– yonnement » della Francia. La pace in Algeria rende'rà, spe– riamo, possibile a queste parole di assumere un concreto significato. elle memorie del generale appare chiaro la sua visione di organizzare a sud un insieme politico in cui la Francia 'abbia una preminenza morale nell'eguaglianza civile. Questo disegno ha per sè il visibile bene oggettivo d·ei popoli del Mediterraneo occidentale: contrarie, indifferenti pag. 3 e ostile le loro politiche. Eppure, nonostante il tanto parlare di Africa e di Asia, qui si gioca ancora una delle partite decisive della .storia. Qui dove è il loro centro più alto, la loro sorgente . .più piena, la· cultura occidentale e quella orientale s1 mcon– trano per integrarsi nella ·verità o ,combinarsi nell'errore. Purtroppo il nostro paese è gradualmente e lentamente • travolto da corfu manovre di piccola astuzia provinciale fuori della sua tràdizione e della sùa realtà politica e, aggio– gato, in nome d-ell'apertura .so·ciale, alla poilitica -inglese. Pur– troppo la Spagna non riesce a superare il dramma· della guer– ra ci.vile- e a darsi istituzioni che superino il riferimento a quella dolorosa pagina della storia spagnola. Le guerre civili_ son~ senza gloria e se ne tace il ricordo : questo, che si deve dire al e< resistenzialismo » e all'antifascismo italiano, lo si deve anche dire al· falangismo spagnolo. I paesi del Magreb sono anch'essi alla ricerca di un equilibrio istituzionale, sopratutto il Marocco ed evidente- mente, l'Algeria. • C'è nelle presenti istituzioni francesi, nei valori che la persona del Presidente De Gaulle serve ed esprime nella sua azione, qualcosa che ha un significato universale, capace di un 'eco e di una influenza più grande. Abbiamo ce.reato di accennare in questo articolo quali questi principi possano essere: la restaurazione della tradi– zione classica e cristiana dello Stato, ed il superamento del mito dello Stato filosofia, dello Stato rivoluzione, dello Stato partito ( come del mito anarchico liberista_ clella dissoluzione dello Stato). Non si deve permettere che l'occasi-one storica che il gen. De Gàulle esprime venga lasciata cadere sotto il peso soffocante. del pregiudizio nato dalla falsa cultura che ci ha condotto due volte alle soglie della morte. Si tratta di una battaglia ideale, non di una battaglia nazionale, anche se essa presuppone ·il potere •politico ed il potere politico frapcese. E del resto il suo stesso successo in Francia è legato all'a sua capacità di esprimersi come posizione di principio, come giusto ritorno alla tradizione, come fine della egemonia cul– turale dello Stato inglese sul pensiero politico· europeo. La battaglia politica francese del gen. De Gaulle non può essere vinta che come battaglia ideale e morale di signi– ficato europeo e di valore universale. Israele, gli Arabi e l'Europa Il Presidente Eisenhower conclude felicemente in questi giorni la sua faticosa missione di pace per quattro -continenti: Ja tensione tra l'Occidente. Atlantico e l'URSS, che aveva im• pegnato totalmente l'opinione pubblica mondiale, pare gra– dualmente diminuire, e i problemi ,sollèvati dall'emancipazio– ne e dalla sistemazio_nè dei po_poli d'Asia e d'Africa, che sem– bravano di S"condaria urgenza, misurati solo per la lòro i,nci– denza sulla guerra fredda, esigono ora una distinta analisi e una originale più propria valutazione. La ·politica internazio– nale torna cioè a ,disegnarsi per linee più r,azionali e libere. Ora certamente uno dei punti più sensibili d-ell'attuale si– tuazione mondiale è ancora la zona del ,Mediterraneo; qui si giocano, e decisivamente-, le relazioni tra Asia, Africa ed Euro– _pa. E' qui che va definito il proprio atteggiameno dinanzi ai Paesi Islamici. L'Islam non è nè asiatico nè occidentale; sta in. meiio non solo tra l'Asia e l'Europa, ma ancor più fra l'Europa e l'Africa nera: Appunto a causa di questa sua posizione geopo– litica .intermedia la strada che l'Islam finirà per scegliere in– fluenzerà in mo,do decisivo la strutturazione futura del mondo. Ed è qui che esiste, in una sta.si ver,11mente inquitante, il problema palestinese. 1anco di Domenico De Sossi Noi abbiamo tentato, con assoluto ris•petto dell'ohbietti– vità, di chiedere una precisa iniziativa politica per la pacifi– cazione della Palestina, secondo le ripetute deliherazioni delle Nazioni Unite e gli imprescindibili diritti della Cristianità sui Luoghi Santi. Puntuale e dura è venuta la replica _laicista. Ma Israele - se -si tende veramente alla pacificazione ·del– la Palestina - non va certo con-sider,ato come << avamposto •della democrazia occidentafo ». Alcuni acuti ·studiosi isra-eliani stessi hanno avuta netta 1a sensazione del pericolo che un t,a-Ie isolamento potrebbe significare per Israele. 1 cc Israele, affer– ma Sir Olaf Caroe, deve essere ,considerato come parte inte– grande dell'Asia del Sud-Ovest. Non si tratta di consi,der-are questo Stato in virtù della politica interna di a'1cuni 'paesi oc- • -cidentali, ma èli considerarlo soprattutto in funzione degli in– teressi mondiali del Vicino Oriente, poi nei rapporti coi suoi vicini musulmani ». E questa linea politioa viene iHu.strata ancor più decisa– mente da Henry A. Byraode, ex assistente del Segretario di Stato ed attuale ambasciatore USA in 1 Canada ( v. Hutchinson, Violent Truce, N.Y:-;- 1956).

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=