l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

pag. 2 l'ordine civile '------'=--------------------------------------------------------- tèe? ... Au fond, quel fut jamais, quel peut etre, le ressort d'une dictature, sinon une grand- ambition nationale ou bien le crainte d'un peuple menacè? -La France a connu deux empires. Elle acclama le premier en un temps ou elle se sentait capable d·e domi,ner l'Eur.ope ·et où elle était excédée de désordre et de confusion. Elle consentit au second dans .son désir de effaéer l'humiliation des traités qui avaient scellé sa défaite et dans l',angoise où laplong ea-ient de récen• tes secousses sociales. Encore, ces régimes cesariens, •com• ment ont- ils fini tous deus? Aujor-d 'hui, nulle -conquete, nulle revanche, ne tentent les citoyens; les masses ne redou– tent ni invasion, ni révolution. Ainsi que j·e l'hai pro• mis, je donnerai donc la parole au peuple par des élèctions générales » ( De Gaulle, Memoires de guerre, voi. III, p. 238). Quest,: pagina potrebbe diventare classica nella lette– ratura politica: i motivi che vengono a-ddotti contro il ricorso alla dittatura sono valutati con fermezza e con realismo. Il generale non è un giocatore: rischiare per _un ideale non vuol dire disporre della sorte degli altri per correre l'alea della propria ventura. • De Gaulle ci ha dato, con le istituzioni del '58, l'esatta misura di ciò che fin da allora intendeva. Il generale si è • -battuto per una ·Costituzione, non per un potere senz·a legge. L'ammettere che essa ·potrebbe funzionare diversamente sen– za De -Gaulle non ,significa che essa non abbia ·più una logica, una realtà, uno stile ad essa proprio ·e -che tale stile non abbia in sè la virtualità di i-nifluenzare anche ,uomini di -formazio• ne e sopratutto di vocazione e di missione diversa da quella del gen. De Gaulle. La Francia e la politica europea possono e debbono ave• re un diverso destino che l'alternativa tra cesarismo e par– lamentarismo. Il bonapartismo non è dunque una categoria politica sufficiente ad esprimere De Gaulle. Bisogna pur riconoscere c~e il generale non esprime nessuna delle figure tipiche della politica moderna. Non è un militare autoritario: non è un capo democratico: non è un dittatore di massa: non è un tecnico di statura politica. Con Charles· De Gaulle ritorna con noi la tradizione cavalleresca e regale del medioevo : una tradizione altissima, che rip·ete i~ sè valori di legge natural-e, una tradizione -pre– machiavellica, che non ha nulla a vedere con la deformazio– ne che quelle consuetudini false ed effimere che giustamente chiamiamo « moderne » impressero alla cultura ed alla poli– tica umana. Secondo la realtà e la tradizione, la società civile è un insieme di uomini, posti innanzi alla suprema scelta del– l'uomo: bene o male, giustizia o ingiustizia, ricerca della verità o ricerca della vanità. Alla società civile Dio manda i capi : li manda come Egli vuole, buoni o men_o buoni, secondo i decreti della Misericordia infinita e della Giustizia infinita. I capi deb– bono indicare alle libere •coscienze umane la via del bene, della verità e della giustizia. Pretendere c-he un popolo definisca da sè le proprie vie, è assurdo, e può essere solo sostenuto, in forza di un errore, per i-pocnsia o per finzione. Un po·polo non può che scegliere ' i propri capi: questo è un suo diritto, ed è il valore della democrazia. Ma l'autorità viene da Dio: ed un popolo è grande quan– do sa riconoscere i -capi che la provvidenza gli manda; que– sta è la responsabilità del popolo che elegge. La filosofia razionalista, in tutte le sue forme, ha santi– ficato gli istinti spontanei, la volontà autonoma dell'uomo: ed ha ridotto la politica a forza. Ha dissolto in realtà il concetto di popolo, sostituendovi la classe, la razza, la na– zione; gli interessi, i sindacati, i partiti ecc. La negazione di Dio "in cielo si è accompagnata ( anzi era stata preceduta) dalla uegazione -di Dio in terra. Per ·questo il capo non veniva più da Dio, m.a veniva dal basso. Daf deismo, che negava il concetto di Provvidenza, all'idealismo hegeliano ed al ma– terialismo marxiano, che negavano Dio stesso, nasceva la totale umanizzazione e laicizzazione della politica e dello Stato. Il rapporto tra Dio e società umana, compreso dalla filosofia antica, innalzato a dignità soprannaturale dal Van– gelo, veniva interamente e compiutamente spezzato. De Gaulle e il, suo linguaggio sono certo un insulto al razionalismo e· all'intellettualismo moderno. La repubblica b1bllotca ·1nob1anco degli intellettuali, quando non è caduta in una m-orbida ras– segnazione, difesa da uno scetticis~o sperimentato, ha avuto certo qualche reazione. _Ma in fondo non è riuscita a pro– durre altro che a ispirar.e un libretto a Revel. A quest'uomo la Francia deve due volte la sua salvezza. La prima volta, è nota. Ma ci si ripensi. Se la Francia non avesse avuto De Gaulle: se i comunisti, con il loro cor– teggio socialista e repubblicano popolare; fossero stati le guide della resistenza francese: se tutte le forze della tradi– zione nazionale francese si fossero cons1.1mate nel mito lea– lista di Filippo Pétain, •che sarebbe stato della Francia e dell'Europa? E che cosa indusse il gen. De Gaulle a rompere le tradizioni di obbedienza che il gallicanesimo e l'assoluti– smo avevano così bene impresso nella tradizione francese. sopratutto nella tradizione militare e a scegliere la via dell~ libertà contro queBa del -servilismo, la via della legge na u– rale contro qùella della legge positiva, se non la forza della missione, del compito provvidenziale operante in lui? A che cosa deve la Francia e la sua liberazione e la sua libertà, se non a questo? L'halia -che non ebbe De Gaulle _fu salvata dal Pontificato Romano, cioè per una _via superiore alla politica. L'incapacità degli uomini politici italiani a utilizzare il tempo così concesso fa si che oggi la politica 1·itorni gradualmente verso le ideologie e le forze politiche ispirate o i~direttamente egemonizzate dal mar– xismo : a •riprova che niente, nella tradizione civile e poli– tica italiana, ha saputo opporre, su terreno culturale:" civile e politico una risposta post-fascista al marxismo. De Gaulle fu la risposta a 1 l marxismo dopo l'esperimento reazionario francese; e per questo la politica francese ha conosciuto un punto di salvezza e di ripresa che la politica italian~ non ha invece coJJosciuto. Nel '58, se l'impotenza parlamentare fosse andata oltre, si sarebbe giunti a una frattura tra Francia e Algeria: o al ristagno 11anguinoso della guerra: in ogni caso, la questio– ne algcrina sarebbe finita nelle mani dell'ONU che avrebbe imposto alla Francia una soluzione, -di cui l'Europa non sa– rebbe stata certo la beneficiaria e nemmeno il mondo arabo. Nel '40 come nel '58 l'autonomia nazionale e la libertà civile della Francia sono state affidate al gen. De Gaulle. E per due volte la Provvidenza ha dato alla Fra11cia 1a sal– vezza per le sue ma,ni. Troppe grandi grazie sono scese nel corso di una seco– lare storia su quel popolo e su quello Stato perchè non dovesse ancora una volta ripetere, in modo moralmente mira– coìoso, la sua salvezza da Dio attraverso un uomo. Questo è dunque il significato di De Gaulle, que1Jo che lo fa così rndicalmente diverso dalle grandi fiaure paaanea– gianti della Francia del secolo XVII, XVIII, XIX e lo"' avvi– cina alle grandi figure dell'età ddla fede. Abituali allo Stato << ideologico » della politica 1ivolu– z10naria, è facile per i moderni, intendere l'uscita d:i~ m;fo dello Stato - rivoluzione, dello Stato _:_ filnsofi:i, d~Jlo Stato - 1eligione come personalismo. La polemica •antifa- • scista e antinazista rende ancor più facile questa con:f.mion ~. E in realtà il misto di rivoluzione e -di tradizione, o meglio di utilizzazione della tradizione a scopi di rivoluzione pro– prio _del fascismo e del nazismo, consente un largo margine di ambiguità e di equivoco. Fenomeni moderni ( e quindi nel quadro dello Stato - ideologia, dello Stato - rivoluzio– ne, dello Stato - partito), il ·fascismo ed il nazismo seppero utilizzare tutte le forze tradizionali abusandole e perverten– dole, port,ando cioè a servire la sostanza dell'errore moderno nella negazione della sua forma. Avendo in sostanza un'ideo– logia politica di cui il giacobinismo e la rivoluzione erano parte essenziale, essi riuscirono ad inserire in essa le forze contrarie al giacobinismo e alla rivoluzione, che vennero così modernizzate per antitesi, per negazione. Di qui l'ambi– guità del fascismo e del nazismo, a cui il senso della tradi– zione serve da velo e da scudo: Ciò condusse uomini dotati del senso della tradizione a servire il fascismo ed il nazismo così come oggi mette in conto alla tradizione classica e cri– stiana gli errori del fascismo e del nazismo che pur aperta- men te la negavano.· • Il principio che il potere abbia volto umano, il principio che ci sia un momento in cui un alto e decisivo grado di autorità si concentra in un uomo, è principio tradizionale, èontro l'-anonimità -e la dispersione del potere. Che questo

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