l'ordine civile - anno I - n. 12 - 15 dicembre 1959

bi NOTE MISSIONI L'Enciclica di Giovanni XXIII Con l'invio della recente enciclica cc Pr,inceps Pa,storum » Giovanni XXIII ha riproposto al centro dell'attenzione di tutta la cattolicità l'attività missio– nar.ia della Chiesa. Di essa ha con fer– ma chiarezza riaffermata l'importanza e l'urgenza alla luce dei ccsoprannatu– rali interessi della Chiesa nelle terre di missione ll e, nelle quattro parti della enciclica, ha ,posto in• evidenza le idee sostanziali alle quali dovranno ispirarsi il contenuto ed il metodo dell'attività . . . m1ss1onana. La prima parte dell'enciclica è dedi: cata alla ccGerarchia e al c'1ero loca– le »; essa si sviluppa attorno alla riaf– fermazione ,di quello che è definito il ccfine ultimo ll del lavoro missionario ccche è quello di costituire in modo tabile la Chiesa presso gli altri popoli e di affidarla ad una Geral'chia propria scelta tra i cristiani ,del luogo », prin– cipio del quale si è avuta una precisa conferma, proprio contemporaneamen– te alla pubblicazione dell'enciclica, nel– la istituzione ,della Gerarchia Episco– pale nei territori del Congo Belga e del Ruanda Urundi. La seconda parte, inserendosi nello sviluppo logico della prima, affronta il problema della cc formazione del clero locale >>. Si tratta di formare sacerdoti con un'educazione ccinnanzi tutto ri– volta all'acquisto delle virtù proprie del santo stato n perchè ccè s,pecialmente con la santità che il clero può dimostra– re di essere luce e sale .della terra, cioè della propria nazione e di tutto il mon– do, può convincere della bellezza e po– tenza del Vangelo, p11ò efficacemente insegnare ai fedeli che la perfezione della vita cristiana è una mèta alla qua– le possono e ,devono tendere con ogni ;-forzo e con perseveranza tutti i figli di Dio, qualunque sia la loro origine, il loro ·ambiente, la loro cultur~ e 1a lnTo civiltà >l. La formazione personale dei giovani sacerdoti ,deve poi tenere rnnto dell'universalità -della Chiesa chè Es;aa ccnon si identifica con nessuna cul– tura, nemmeno con la ,cultura occiden– ! aie, alla auale la sua storia è stretta– mente legata. Perchè la sn.a missione aopartiene ,arl un altro ordine. all'or– rline della salute religiosa •dell'uomo ll. Perr.iò il Pa-pa afferma che cc ovviamen– •e. la formazione del clei:o locale ,deve tenere nel debito <'Onto i fattori am– bientali nropri delle varie regioni ll e raccomanda un insegnamento ccche, E COMMENTI nello spirito deUa più pura e salda Lra– dizione ecclesiastica, sappia formare accuratamente il giudizio dei sacerdoti sui valori culturali focali, specialmente filoso,fici e religiosi, nella loro relazio– ne con l'insegnamento e la religione cri– stiana J>. Le ultime ,due parti esaminano la funzione ,dei laici nelle terre di missio– ne. ccDovunque viene fondata la Chie– sa essa dev,e sempre essere presente ed attiva con tutta la sua struttura orga– nica, e quindi non soltanto con 1a Ge– rarchia nei vari suoi ordini. ma anche col laicato ed è quindi per, mezzo del clero e ,d-ei laici che essa necessaria– mente ,deve svolgere la sua opera di sal– vezza l>. ·E' da queste ultime due parti dedicate ai laici che vogliamo cogliere ( non in assoluto, ma relativamente agli argomenti più frequentemente trattati alcuni ·spunti di ·part.icolare interesse in queste· pagine). La ccPrinceps Pasto– rum » non ignora infatti la coinciden– za quàsi assoluta tra paesi di missione e i cosid·etti ·paesi sottosviluppati che, come tali, Tappresentano senz'altro uno dei tratti caratteristici· del periodo sto– rico apertosi con la • fine dell'ultima guerra mondiale. E la loro evoluz,ione sociale, economica e politica è indicata come l'ait.ività a cui dovranno indiriz– zarsi con maggiore ,attenzione i laici per esercitare H loro apostolato. ccLa buona battaglia ,per 1a fede •SÌ combatte non soltanto nel segreto -della •coscienza o nella intimità della ·casa, _ma anche nel– la vita publica in tutte le sue forme. ccE come ulteriore conferma si leg-ge poco oltre: ccNel campo della pubbli– ca attività i laici dei paesi di missione • hanno la loro più diretta e preponde– rante azione, ed è necessario provvede– re ·con la massima tempestività ed ur– genza affinchè le -comunità .cristiane of– frano aUe loro •patrie terrene, per il lo– ro ·co,mune bene, uomini ·c•heonorino le varie professioni ed attività nello stesso tempo che onorano con la loro solida vita cristiana, la Chiesa che li ha rige– nerati alla Grazia, in modo che i sacri Pastori ,possano a,d essi ripetel"e la lo– de che leggiamo negli scritti ,di S. Ba– silio : '« Ho ringraziato Dio Santissimo del fatto che, pur essendo occupati nei publici affari, voi non avete trascurato quelli ,deHa Chiesa; al contrario, ognu• no di voi se ne è preo·ccupato come .se si trattasse -di un affa1·e personale, dal quale dipende la sua propria vita >). Tale invito pressante ad un deciso impegno dei laici dei paesi -di missione nella vita pubblica per lo sviluppo dd– la loro società assume particolare ri– lievo se si osserva che esso è stato pre– ced.Hto d1;1al«;mne ra.ccom,mdazi~ni al clero perchè non si lasci troppo assor– bire da istituzioni ed iniziative di ca– rattere sociale ed assistenziale, (< iÌ cui funzionamento potrà ·essere messo al più ·presto nelle mani del personale lo– cale JJ, e ,perchè negli ormai general– mente diffusi movimenti verso ,l'indi– pendenza_ e !'·autogoverno sappia con– trihuire al bene Teale ,della propria na– zione, pur sfuggendo quegli eccessi con• trari agli ccautentici e profondi inte– ressi spirituali dell'umanità ». E' ai laici, nel loro ruolo di cccitta– dini, c•he è affidato la. responsabilità e lo sviluppo dei loro paesi ». La posizione della Chiesa nei con– fronti ,dei paesi ,sottosvilup,pati si ricon– ferma· dunque eome una posizione di netto e rea'1e •progresso. Il ·problema dell'autogoverno 7 po-sto come finalità ul– tima nell'ambito dell'organizzazione gerarchica, appare in tutta !',enciclica come la soluzione ·a cui la concezione cristiana ,della dignità -dell'uomo, della sua libertà, non può, inevitabHmente, non portare an~he sul piano -della so– cietà civile. E all'autogoverno, nelle sue più reali e più varie espressioni dell'attività pubblica, i laici vengono ind,irizzati ·come ad una vera oper.a ,di apostolato. Essi vengono così posti· ,di fronte alla necessità e all'urgenza di una preparazione umana completa, alla respons'abilità loro in un processo sto– rico _di cui sono stimolati a divenire protagoni,sti. Nello stesso tempo c'è un invito più largo, ai cattolici laici di tutto -il mon– do affinc·hè ·pongano a ,disposizione dei 1rnesi sottosviluppati, con la ricchezz:i ,della foro fede e ·deHa loro carità, au,el- 1.P. canacità, quei c·onsie;li, quelle tecni– chr. che sono necessarie ner l'evoluzio– ne ,di una moderna societìi. Tutto questo con .<rranclesemplicità e chiarezza, sen– zR 11lcuna traccia di paternalismo od il– luminismo interessato. che si nropone ad esemoio a tutti -coloro chP. ••ll nia– n o nolitico sono corresnonsabili della ri•oluzione .di un prn.blema a cui tan– to dovrà interessarsi la storia -dei no!ìtri tempi. D. C. Verso il "caso per caso,,? cc L'Ordine Civile» commentando nel suo ultimo numero la procedura attra– verso la qual<e s'è formata la ·c·osi-d-rleua cc direzione unitaria » della DC, ed il significato poli fico di tale soluzione, concludeva: I) che -:l'on Fanfani a 0 veva accettato le proposte dell'on. Moro al fine di ,po• ter continuare fa Sfl,q hauaglia _ :p~ ò

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