l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

Ancora dell'Alto Adige Quasi a malincuore trattiamo ancora -del problema alto– atesino, perchè dovremmo usare alcune gravi parole nei con– fronti di quei Neunmalg'scheiten che sembrano decisi a turbare ·s·eri 1 amente la t•ranqui,l,li,tà di quest',angolo d'Europa. C'è veramente da rimanere -allibi•ti considerando con quanta leggerezza, con quali futi'1i argomentazioni, con quali gros– solani insulti si è cercato di compromettere definitivamente i rapporti fr,a la comuni1à itali,ana e quella altoatesina da un lato, fra· i'ltalia e l'Austria d,all'arltro. Non ci dilungheremo su quell'episodio ,di ostracismo ver– so i giornalisti italiani sul suolo italiano, che· da solo bastereb~ be a quaiHicare il clima in cui si sono svolti i lavori del congresso; non ci intratteremo sulle gentili espressioni del si– gnor Magnago. Questi, parlando di certe zone dell'Italia, ha affermato che questi luoghi non hanno ancora passato l'epoca q.i Maria Teresa; in altre parole, ;s•arebbero rimasti :arretrati d{ oltre due secol,i di fronte all'Alto Adige. Magnago ha dimen– ticato di dire che le invidi,abil,i condizioni del Sud Tirolo sono dovute in gran parte ,al lavoro, ai ca·pitali, al turismo italiani. Il Magnago ha ,ino'ltre sottolineato partico1armente, nel suo lunghissimo discorso, la necessità di non trascendere ad atti illegali, ( cioè violenti) ed ha cercato di assicurare gli ita– liani in Alto Adige che non vi sono in programma azioni con– tro di loro. L'affermazione è grave per ,due ragioni: primo, perché rive,l,a che le cose sono arriva-te a tal punto che ·ren– dono necessarie simili assicurazioni; secondo, •perchè, stan– do ai si dice, Magnago sarebbe un i< moderato ». Quindi ci sarebbe deHa gente in A·lto Adige, signor Benedi•k,ter, disposta a scendere ad atti di terrorismo? Ci rifiutiamo di "redere che un vero tedesco possa pensare seriamente di scegliere questa via, per risolvere problemi, che, per quanto gravi, sono ancora solubili. Così la « drammatica questione » dei fabbricati del– l'LN.A.-Casa sbandierati dappertutto come prova delle ma– chiavelliche angherie degli iJaliani { mentre era ben noto che tali case erano assegnate in maggior~nza ad italiani, perchè più poveri dei loro concittadini d,i lin'gua tedesca), quel dram– matico problema, dicevamo, è stato risolto ottenendo delle concessioni che hanno certamente favorito i Sud tirolesi. Ma perchè, ci chiediamo, inasprire arti~iciosamente una questione fino a questo punto? Perchè risollevare la bandiera dell 'in– transigenza etnica? ,Perchè non agire entro i limiti previsti con vero spirito europeo, d.aH'accor_do ·De Gasperi-Gruber? Non si venga ormai più a negarlo ; qui non •si tratta più della autonomia della provincia ,di Bolzano, qui si vuole nè più nè meno che l'annessione dell'Alto Adige all'Austria. Ora, se questo è lo scopo dei Sud Tirolesi, DOiidobbiamo dire loro che l'Italia non può cedere sino a questo punto: anche se i suoi governanti lo volessero, la nazione non lo permetterebbe. Non per spirito chauvinista, ma perchè l'Ita-Iia in questo dopo• guerra è st,ata sottoposta a tante e tante umiliazioni d'ogni genere-, che questa farebbe traboccare la misura. La stoiiia ci dimostra che con le questioni nazionali non si schema: l'opinione pubblica italiana è concorde da destra a sinistra contro la S.V.,P. Nell'interesse _vero dell'Europa, biso– gna che i migliori tedeschi dell'Alto Adige, abbandonino alla loro sorte i più fanatici ed frresponsabili. Non dimentichino poi, che se potranno trovare simpatia in Austria, la Germania non può permettersi il lusso di impegnarsi in situazioni ar~ifi– ciali come questa, mentre essa deve lottare per la propria biblioteca inobianco di Paolo Possenti esistenza, e cercare come può di riparare all'immane sciagura di 17 milioni di tedeschi sotto l'occupazione sovietica. U go– verno italiano farà le massime concessioni nel limite del pos– sibile ed ohre, spec,ie· per l'uso delLa lingua. Potrebbe essere questa una buona occasione per contribuire a diffondere mag– giormente in tutta Italia una delle parlate più belle e comple– te d'Europa. I Sud Tirolesi potrebbero rendere i più nobili servigi alla loro stirpe, contribuendo con tutte le forze alla diffusione della cultura tedesca in lta1ia. Quesfo sarebbe vera– mente un compito degno di tedeschi,. non quello di arroccarsi in ,posizioni di intransigenza etnica, che per giunta non tro– vano neppure la solidarietà di tutti g1i Stati -di lingua tede– sca. Le « Neue Ziircher Zeitung >> scriveva al -tempo in cui la questione fu por,tata davanti alrl'O.N.U., che si trattava di negoziare :tra ,due popoli ,di antica ,cultura e che l'Ita-lia democratica era assai diversa dall'lta:lia fascista, e }'aveva ,di– mostra·to ·coi fatti'. Spingersi su una stiiada di maggiore in– transigenza è davvero pericoloso. Siamo ,ad una l?volta ra– dicale ne,i rappor,ti fra i popoli europei. Se si pensa a quello che è avvenuto fra Francia e Germania, e qu·ello che sta ma– turando, si capisce con chiarezza che davvero i ,sud tirolesi _vivono ,in un mondo di fantasmi. Moderazione e reciproca fi. ducia ,ci vorrebbe, e lasciar perdere quello che è successo nel~ passato .. C.erti errori gravissimi furono commessi anche da parte italiana. Primo fra tutti, quello di entrare in queHa san– guinosa· guerra contro l'Austria, fatta ,co-rirtro:la volontà ,di larghe correnti popolari voluta da •trnppi solo in o,dio ,al– l'Austria cattolica. Secondo fatale errore, aver acconsentito allo smembramento dell'Impero austriaco ed aver con ciò creato più instabilità e scontento che sotto gli Asburgo. Mà a che pro rivangare simili eventi storici? nell'interesse del– l'Europa e deHa comune ,civihà, bisogna dimenticarli. Ln questi giorni la democrazia cristiiàna di Bolzano ha fatto una proposta che merita di ·essere •presa irn attento esa– me: si tratterebbe, cioè, di portare la questione ,dav-anti a,1la Corte internazionale delil'Aja. Se la ;vertenza è di •carattere giu– ridrico e -riguar,da l'applicaz,ione deH 'accor.do De Gasperi-Grii– ber, ,come ,da parte austriaca e 1iro1ese si è sempre 1sostenuto, ci ,sembra che 'la Corte internazionale sia :l'organo naturale per dirimere simi-li contro·versie. L'O.N.U. è un organismo ·princi– palmente poli 1 ~ico e ,non_ ha ·competenza su una materia che sia già regolat,a da accordi giuri,dici liberamente stipulati. C'è perciò, d-a cre-dere che sia ,da pa<rte ita,liana che da parte sud– tirolese e arustriaca il ,deferimento della vertenza aHa Corte internazionale dell'Aj,a possa essere una prova· di buona vo– lontà reciproca. L'attuale situazione è una ·situazione ,di diritto; voler pe– rò mutare lo « statu quo >> unilateralmente c01ntro la volontà d·el governo ,di Roma è illega,le. IHecito ,è i 1 nohre compromet– tere ila pace ·e la tranquillità ,di questa regi01ne, quando vera– mente non ricorrono gli estremi di autodifesa dei pro·pri ,di– ritti naturali essenziali, ,che in questo momento non sono mi– nacciati -da nessuno. Il ,Dr. Magnago ha co~cluso il suo discorso confidando nella ·presenza divina al fianco -della causa tirolese. Ricordi che una fondamentaile regola cristiana ,dice : « non sunt facien– da male, ut veniant bon,a >>; altrimenti la sua invocazione avrà 11puro ·e semplice contenuto del cc Got mit uns >> dei prussiani, in cui Dio è interpretato -come un· totem na21ionale.

RkJQdWJsaXNoZXIy