l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

pag. 6 D.C. ha riconfermato in modo definitivo la validità della stra– da dei compromessi e delle elusioni che, muovendo da Vene– zia, ha portato la DC alla attuale situazione. All'interno del « cartello delle sinistre » si possono co– gliere sfumature che non intaccano la omogeneità delle po– sizioni di fondo. Per la « base » l'orientamento di sinistra si concreterà solamente quando, anche e sopratutto per un impegno attivo della ,DC, il PSI - in quanto partito e non come corrente di opinione da captare - sarà in grado di dare il suo apporto, giudicato· essenziale, alla edificazione dello « Stato demo– cratico ». A questo conclude inevitabilmente tutto il discorso sulla politica di « eentro-sinistra ». Ma ragioni tattiche hanno impedito a Fanfani ed ai suoi amici di porre in termini espliciti il problema di una aperta ed organica politica di incontro con il PSI. Ed allora hanno ripiegato sull'espediente dello « sfon– damento a :sinistra », da attuarsi attraverso una « ardita » ed « illuminata » politica sociale; capace di •portare i socialisti - non già il ,PSI in quanto organismo politico - su posizioni democratiche. Che sarebbe èom,e dire ricalcare all'infinito la linea po– litica seguita da Venezia ad oggi, che ha portato al potenzia– mento politico della sinistra e seg.natamente -del PSI, sino a ridurre pericolosamente il. margine di sieurezza della demo– crazia in Italia. Della tesi sostenuta dal centro-destra a Firenz.e abbiamo già detto. Ci preme tuttavia chiarire le contraddizioni insite nella stessa, così come sono affiorate negli interventi degli esponenti più autorevoli che l'hanno sostenuta. L'on. Moro si è fatto portavoce del gruppo che conferma la permanente validità dell'impegno politico integrale dei cat– tolici, capace di caratterizzare in forme nuove il volto della società italiana. Ma l'on. iMoro -si è posto in contraddizione con tale pre– messa, quando, indicando i mezzi e le vie da seguire per con– cretare tale impegno, ha mostrato di non discostarsi, se non per sfumature, dalla linea di azione fatta propria daH' on.le Fanfani. Egli, infatti, ha dato una patente di assoluta legittimità e validità ideologica e politica non solamente all'impegno pas– sato della D..C.; ma anche a tutte le pregiudiziali program– matiche, politiche e -di metodo che hanno caratterizzato :l'azio– ne negli ultimi cinque ,anni. L'on. Andreotti -ha sottolineato ancora più di Moro la permanente ed integrale validità storica dell'impegno poli– tico del partito. l'ordine civile Ma in contraddizione con le sue tesi di fondo è la teoriz– zazione del compromesso tattico con altre forze politiche; che nel suo caso appaiono pur ,sempre come componenti per– manenti ed essenziali del quadro politico generale del paese. La posizione dell'on. Scelba, ·prende atto ,di uno stato generaile dii crisi del partirto, -d-elpa,ese e ,della ·politica inter- nazionale. • Giudica che una ,soluzione di tale stato di crisi può aversi solamente da una convergenza su un unico punto di troppi elementi che sfuggono ad un rigido controllo del partito, delle varie forze operanti nel paese e nello scacchiere internazionale. In considerazione di taie fatto'ritiene che la via migliore da seguire sia quella di attestare a difesa tutte quelle forze politiche e non politiche· che concordano su alcuni pull'ti di carattere generale, in attesa che la situazione, per forza pro– pria, si disincanti; e dia modo di poter scorgere i t_ermini chiari delle situazioni nuove che, inevitabilmente, dovranno determ' inar.si a tutti i livelli. Le alternative di Venezia sono dunque riaffiorate a - Firenze. Ma sono riaffiora-te in termini tali da non porsi più come alternative che garantiscono una impostazione politica unita• ria del partito a livello ideologico e programmatico. Perchè la tesi -di sinistra, di fatto, per realizzarsi, impone alla D.C. una radicale revisione dei suoi orientamenti ideo•. logici e· delle sue impostazioni politiche rispetto al passato. Perchè la tesi del centro-destra altro non è che una fin– zione puramente dialettica, una volta che rifiuta di trarre le conseguenze dalle premesse, sul terreno politico, program– matico e strumentale. Tale essendo la situazione venutasi a determinare nella DC dopo il congresso di Firenze, riteniamo di essere legitti• mati a confermare le nostre convinzioni, altre volte espresse, sul futuro della D.C. L'unità ideologica e programmatica è rotta. L'unità for– male è condizionata - sino a quando? - dal cemento reli– gioso e da una esigenza di potere, che si materializza in com• . promessi transitorii. Diciamo compromessi transitorii, in quanto la posizione delle sinistre d.c. è tale che, a noi sembra, hastèrebbe forse un abile correttivo nella politica ·del PSI in materia di garan– zia di potere, per far decidere i « progressisti » a rompere con la compagnia degli aborriti « reazionari »; dai quali han– no mostrato di sentirsi tanto -lontani sino al punto da far dire all'on. Fanfani - discorso,pre-congre;suale di Livorno - che sarebbe bene che « alcuni », se non si sentono a loro agio nel partito della D.C., sarebbe bene che veleggiassero per altri lidi. BANCA COMMERCIALE ITALIANA BANCA DI INTERESSE NAZIONALE . 10 ca o ne

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