l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

Il congresso In data 1 ottobre, con riferimento alla crisi che travaglia la D.C., abbiamo scritto : « ... lo spazio che divide le varie posizioni si è fatto più spesso e più greve: e per quanto l'uni– t_à della D.C. abbia ancora una sua significazione politica, non vediamo che essa po-ssa realizzarsi altro che come compro– messo-transitorio». L'andamento e le conclusioni del congresso nazionale han– no confermato la validità del giudizio sopra riportato. L'andamento e le conciusioni del congresso hanno infatti rivelato che lo spazio che divide le vari.e posizioni s'è fatto più spesso e più greve, anche e soprattutto perchè ormai in– veste non solamente la sfera delle valutazioni politiche di metodo e di sostanza, ma incide profondamente nella sfera dei rapporti umani. • La tolleranza e la serena comprensione, che dovrebbero essere alla base dei rapporti fra uomini che dicono di battersi. per uno stesso ideale, anche quando divergono nella valuta– zione di fat:ti e di uomini, erano bandi,te dalla ass•ise fiorentina. Gli interventi erano seguiti per poter cogliere in essi elementi di contraddizione e di attacco da poter polemica– mente sfruttare a sostegno della pro-pria tesi, anzichè per co- gllere motivi di convergenza e di distensione. • La pacatezza veniva scambiata per debolezza, la commo– ziòne per istrionismo, la gravità per calcolo, la logica reale per formalismo astratto. _ La tempesta dei consensi e dei dissensi si scatenava allor– quando sul palco risuonavano parole dure di attacco e di ac– cusa, portate a ·livello personale. E quasi sempre il tono di tali parole tradiva la premeditazione e quindi la deliberata volontà di farne oggetto .di accusa senza attenuanti. La cronaca congressuale è piena di tali episodi. • Altri hanno potuto scrivere che tali manifestazioni de– vono considerarsi indice di vitalità e di spregiudicatezza. Noi riteniamo che sono un indice di frattura interiore. Noi riteniamo che tale frattura interiore comprometta pericolosamente ogni ripresa di quella tensione morale, senza la quale ogni più ardita e coerente tesi politica finisce per dissolversi in una vana esercitazione retorica. Ma la frattura interiore che si è manifestata neUa DC a Firenze altro non è se non la manifestazione più evidente di una frattura ideologica - e quindi poJi.tica - di lontana data. Essa si può ricollegare alle conclusioni a cui giunse il congresso di Venezia del 1949. In quella occasione, per la prima volta in modo organico e scoperto, si affrontarono nella DC due tesi che si differen– ziavano -non più sul terreno deHa tattica politica, ma sul ter– reno della ideologia. La tesi di coloro che intendevano l'impegno politico dei cattolici itali,ani come impegno totale, ·capace quind·i di per- - mea•re tutta -la realtà etica, politica ed economioa -del paese muovendo da. una concezione integrale -de·Ha vita e della sto– ria: c,apace ,di superare positivamel).•te gli schemi -e la tematica della tradizione politica liberal-socialista, condannata da due guerre mondiali. La tesi di coloro che, al contrario, sostenevano la sostan– ziale validità e modernità di quella tematica e di quegli sche– mi, solo che fossero stati cc corretti » e cc vitalizzati » dalla linfa nuova delle forze cattoliche, che ·prepotenti si. erano affacciate alla ribalta politica nel secondo. dopo guerra. Il prestigio di capi che si erano formati culturalmente e politicamente negli anni del pre-fascismo - e quindi sostan– zialmente inadatti a cogliere il vero significato etico e politico e di di Luigi Anf ossi degli eventi succedutisi nel mondo ed in Italia dal 1914 al 1944·, il timore di cc salti nel buio », una diffusa vocazione quietista e compromissoria della base militante del partito, portarono la D.C. a rifiutare la tesi dei primi ed accettare quella def secondi. Per dieci anni l_a DC passò di compromesso in compro– messo con il vecchio mondo, si esaltò nella convinzione. di operare - all'interno del vecchio Stato -e secondo i vecchi schemi di intervento sulla realtà del paese - in senso rin– novatore e rivoluzionario. A dieci anni di distanza dal congresso di Venezia, a Firenze, in sede di consuntivo, si è rivelato il bilancio sostan– zialme-nte negativo di un tale operare. •E tale constatazione, i modi per ovviare agli aspetti negativi di tale bilancio, sono .stati i temi che hanno rivelato in tutta la sua portata la crisi del partito. Le due tesi affiorate a Venezia si sono ancora una volta riproposte. Ma questa volta in ben altro tono ed in ben altra prospettiva. La tesi del centro-destra di Venezia, quella cioè che so– steneva la possibilità di riplasmare il vecchio Stato e le vec– chie strutture sino a trasformarle ·e vivificarle ;i-n senso cri– stiano-, è stata riproposta a Firenze dal -cc cartello delle sini– stre », ma in termine ben più rad-icah che così suonano : la– DC, senza l'apporto determinante di altre forze politiche, non è_ in grado di conseguire nessun.o dei suoi obbiettivi finali. • La tesi delle ·sinistre a Venezia, è stata riproposta dal centro-destra, a Firenze, ma solamente -come tesi difensiva· come tesi svuotata della sua carica e -del suo contenuto po: litico e s-trumentale, come tesi -che, dietro' il p,aravento d·el patriottismo di partito, nascondeva una sostanziale incapacità ad esprimere un discorso nuovo, ,conseguente con le premesse di auto~sufficienza ideologica e politica della DC da cui muoveva. A tale punto la D.C. è giunta perchè dieci anni di com– promissioni taUiche con il vecchio mondo, con le vecchie for– mule politiche, hanno fiaccato <le volontà e spento ogni carica - realmente innovatrice: -la fiducia nella validità storica di un integrale impegno politico dei cattolici. A Firenze il cartello delle sinistre, in termini chiari ed on,esti la cc base » ed in termini sfumati cc fanfani.ani >> e cc rin– novamento », hanno operato una scelta definitiva. Dà qualunque angolo visuale le si voglia considerare, le tesi illustrate da De Mita, da ·Granelli, da Fanfani, da Tam– bro-ni, da Ferrari Aggradi, da Pastore e da Donat-Cattin espri– mono una sostanziale sfiducia nella capacità çlella ideologia democristiana a comprendere tutta la realtà dei problemi che si pongono nella sfera politica, economica· e ·sociale del paese. La tesi dell'incontro e della collaborazione della D.C. con altre forze politiche - al di là degli artifici dialettici - non è più posta in termini tattici contingenti, ma in termini politici. Altre forze politiche, con la D.C., vengono considerate componenti essenziali di un quadro, senza le quali o contro le quali la D.C. non sarà mai in grado di concretare una sua linea politica finalistica. • • • Questo significa che per la sinistra D.C. il partito deve inserirsi definitivamente ed organicamente nel solco della tra– dizione politica italiana, mutuando posizioni e concedendo tesi alle forze liberal-socialiste, che sono l'espressione più autentica di quel passato contro il quale, dal '44 al '48, la D.C. s'è battuta nel tentativo di operare una defin~tiva rottura. In termini politici concreti questo significa che la sinistra

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