l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

pag. 4 .un test provocatore, un teorema divaga torio di oziosi' accade– mismi diplomatici: è la più complessa, ardita, obbligante questioi;ie attuale de1la politica interna.zionale. U discorso sulla pace ha perduto la. sua equivoea unilateralità demagogica: è stato fatto ed è stato ripetuto nelle sedi più compromettenti; ed ~ stato registrato 'ed ascol_ta,to dall'opinione pubblica mon– diale con presagi ed .auspici estremamente tesi al risultalo ùtile. La distensione ha iniziato un suo corso:· non decisivo, certo, nè irreversibile, ma lo ha iniziato. Alla fine è sempre un fatto, è sempre· il fatto più sensazionale .di quest'ultimo quinquennio in cui 'la Russia ha per lo meno uguagliato - ai fini di un confronto immediato - il potenziale bellico del- 1.'occidente, che le bombe siano rimaste nel loro depositi, e i missili incatenati ai loro trampoli. A chi abbiamo obbligo, se ·l'ora buia non è spun~ata ,all'·improvviso, spietata ed onni– vorn? Non -certo agli « occidentaE ii, perchè vogliamo. accor– dare per ipotesi che l'iniziativa, come hanno costantemente dichiarato, non partirebbe mai da loro. E dunque a chi, se non a Kruscev? Chì può dire come sarebbero andate le cose, se sulla cima dell'Eurasia ·c'omunista si fosse assiso, non di– ciamo altri, un Molotov, quando si sa universalmente quanti rill!pianti occulti ma non segreti l'invitta micidiale durezza di Stalin ha lasciato in giro presso i Mao e i Thorez e i To– gliatti e i tanti superstiti -della veèchia guardia? Dal momento che nessuna azione p·erturbatrice e sovver,titòce' va considerata • estranea alla logic·a - macerata in un quarantennio -di esperienza rivoluzionaria - del comunismo, èstranei a questa • logica e fatto nuovo rilevantissimo rispetto aila medesima ri- • su\tano le es.itazioni, le prudenze, i ripensamenti, l'avvio cla– moroso, audace, tutt'altro che preordinato e privo di riper- cussioni .critiche, di un processo distensivo. • Del testo, si trattere];ibe di .una politica disa'ncorata dalle « tesi >>dottrinarie, per una più prosaica fedeltà a un bisogno acutizzato dal più potente ed elementare degli istinti: quello deHa sop·ravvivenza. Che istintivamente. il mondo comunista abbia ripiegato in buon ordine, con un calcolo davvero di portata popolare, su ·posizioni di rinuncia alla lotta ad oltranza col mondo ca– pitalista, è una dimostrazione· per nulla sorprendente di rea– lismo e di spregiudicatezza ideologica. Può dunque essere vero che, tra altalene e contorcimenti psicologici tipicament~ slavi, Kruscev voglia la pace; può essere vero che 'il travolgente incalzare dell'omlata materialistica si arresti ner un moto di risucchio ehe a·ppatentemente non ne turba· l'andamento espansivo, ma lo'· svuoti nella sostanza. · La responsabilità di non credere e di non voler crede~e ad una minim; probabilità di vero nella sfida alla pace lan– ciata da Mosca,. chi potrebbe mai assumersela? V America, che è <rnanto -dire, non ha potuto assumersela. La barriera d·ella d,iffiden:na assoluta, di principio è caduta e non potrà più essere rialzata. 4. • Si fa accusa ai cattolici d'essere rimasti soli sulla breccia a combattere contro l'eventualità di una visita di :K'!ruscev •.in Italia. L'accusa poi è ·diventata attualissima ·e punl!éntissima in see.uito all'accettazione dell'invito a Mosea del Capo cattolico dello Stato italiano. L'on. Gronehi an-drà in Russia a gennaio. con sovrano disprezzo dei rigori del cli– ma. I pre'liminari di questa decisione politica non sono ap– parsi alla nostra opinione oubblica in tutta la chiarezza de– siderabile. Per di Più, ~e Mosca ha puntato su Gronchi per· prendere in qualche modo alle soalle tàluni 'indirizzi -della • nostra diploma~i11. l'ecce~so di furberia si è rivelato alla fine meno fortunato del l)revisto. Intanto. è ~caturito foo-ri il geniale compromesso onde, fra subito e mai. o tra novembre e ma1rn;io-!!iu~o. si rompe a metà, e si stabilisce a gennaio il calendario della. visita. Ma contro auesta prima e forse oreterint-enzionaile a-c– centuazione del ca•rattere glacia.J.e •degl'Ìncontri, ,si nrofi!la un eccellente -rimedio: 111-spolvenm-do l'auto·revoile precedente ·della Zàr ospite di tenute reali, l'Italia sembra oriell.tata ad offrire al valetudinario presidente Voroscilov un breve soggiorno estivo sui lidi di Castelporziano: Sono ,stati. sono i catto'lici a ·portare il Paese verso queste splendide riuscite? • Ci p~rn 1,i debh~ d!~!i~~~re. In primo luogQ, in Italia ibl10 e a l'ordine civile cattolici siamo tutti. In secondo luogo, quella ·cospicua por– zione dell'elettorato italiano che si qualifica più restrittiva– mente come cattolica in ragione della sua adesione al partito .di maggioranza, a nessun pre·cetto evangelico mostra di. essere così attaccata, come a quello di non far sapere alla sua destra ciò che fa la sua sinistra. A giudizio largamente diffuso della opinione pubblica, la democrazia -cristiana ha sensibilizzato e s'è pronunciata per « ambienti i>, dinanzi al sondaggio mo– scovÙa che smuovev,a le acque, ma s·enza ,sostanziali riserve. L'opposizione netta si è :invece manife.stata da parte di - cattolici più vicini alla Gerarchia, e in prese di posizione, sia pure « private », dà parte di membri della stessa Gerarchia. Nessuno scandalo.: o pe; lo meno lasciamo lo scandalo a chi vi attinge la droga per ·il suo vizioso bisogno di denigrazi-one quotidiana della qualsiasi attività del ·prete perchè prete. Dopo le prime battute, gli organi che si sono resi· interpreti -dello stato d'animo di perplessità e di disapprovazione diffuso nelle cosiddetté alte· sfere - salvo poi a distinguere tra alte ed altissime __:_ecclesi,astiche, hanno rivendicato per il pr_oprio « punto di vista » nient'altro che il più elementare diritto di libertà, richiamandosi a quanto d:i analogo era avvenuto negli Stati Uniti. E' oggi, insomma, Kruscev o non è il maggiore nemico della Chiesa? La lotta contro la religione, contro una cre– denza in Dio neppure necessariamente connessa, attraverso una qua'lsiasi confessio~e di fede, con- atti di culto; la nega– zio·ne ateistica in tutta fa sua virulenta passionalità ideologiea, e nel meccanismo terribilmente afflittivo e persecutorio delle conseguenze che ne patiscono interi popoli, non ha in Kru– scev, cioè nel mitriatissimo cc capo i>del comunismo mondiale, la guida più agguerrita e potente? Di un disarmo ideologico, annunciato da qualche sinto– mo di cedimento registrabile nei capisaldi materialistici di quella che leninianamente si chiama •la « visione socialista deHa realtà i>, s'è visto forse il principio? La distanza 1ra ceri– stianesimo e materialism't> .si misura ancora in valori dinanzi ài quali la scienza sovietica, impegnata nel .suo_ mirabolante programma di conqu_ista del cosmo astrofisico attraverso l'an– nullamento di tutte le lontananze, dichiara la sua incompe– tenza e il -suo -disinteresse. Manca pertanto ·oggettivamente, a stare a-Ile evidenze più pronte, ogni possibilità di contatto, di commercio utile tra due « dommi i> di cui l'uno si risolve tranquillamente _nella negazione dell'altro. Gli irrigidiment-i non rifle·ttono stati d'animo individuali, permutabili con altri più larghi, più generosi : sono nelle cose. Kruscev stesso si scusò in. America di non poter prendere parte assieme ad Eisenhower a una funzione religiosa, .adducendo « ra!!ioni og~ettive >i, ossia la ii;ravità del contra·ccO'lpo che una simile ~ondiscendenza avrebbe provocato in un popolo ufficialmente jiberato per sempre dalla superstizione religiosa. Vorranno dunque queste « ragioni oggettive-ii non essere consentite al Papa. che oltretutto non vanta quella libertà dalla non-con– traddizione -di cui politica e ideologia messe insieme hanno insegna,to a Kruscev il se!!reto inimitabile? . Qualsiasi .posizione a Vaticano prendesse in occasione della presenza a Roma di un governante sovietico merita a priori fa più piena, conV'Ì'Ileente, irrecusabile giustificazione. 5.. Detto questo però. da cattolici. non è ancora detto tutto. Né come individ~o nè come membro di una comunità politica il cattolico assume a regola del suo apprezzamento del prossimo e della sua comunione ( anche politica!) col prossi– mo la -discriminazione. Come ( popolo di) cattolici non abbiamo nemici: siamo aperti incondizionatamente a tutto il bene e accessibili illi– mitatamente alla minima frazione di bene di eui popoli. na– zioni, regimi, dispersi materialmente e moralmente alle lon– gitudini e latitudini più diverse. facciano· omaggio di buona volontà alla nostra buona volontà. Dicendo che non abbiamo nemici, neutralizz::iamo di col– po alle origini, nella nostra coscienza, ogni sentimento o d~ paura o di aUarme -dinanzi a coloro che si eonsiderano no9tri nemici; e che ci •cQn~derano l~>ronemici. Nel confronto anche imprevisto, sconcertante, azzardoso tra loro e noi, senza sapere né il come né il quando, questa cosa per noi è certa : eh~ le (! §trnttur~ >) destinate ·a cadere non sono le nostre. •

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