l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

_l'ordine_ciyile ingenue e .stirreftizie : . il .voler rimanere fedele aUe idee lo rem;leva spaesato in u~ tempo che così massicciamente ed unanim~mente ne prescindeva: il voler offrire un'inter~reta• zione della realtà politica che presupponeva la coeren·za dei partiti con f loro presupposti ideali mentre era una sola, lotta di potere ;di gmppi .e di persone lo costringeva a foriature ideologiche che talvolta rendevano la rivista non leggibile e ne limitavano forteme~fe lo stesso significato culturale. . Ciò che ha distrutto ogni propria fecondi 1 tà del cc Dibat– tito poliJtico n è stato il suo tatllicismo. Sofo in questi numeri di chiusura ·sentiamo talvolta anche dure ·parole @lii} comuni– smo, sui 'Suoi ,limiti cd errori costitui.xi, solo in limine assist,ia– mo a quella ,decisa critica. d't~llo statalismo,,si!l 'sovieti,co ·che pag. 3 occidentale, e ;vè(Liamo ,in,dicato con chiarezza il limite anar- chico del marxismo. e ,il·e.l comunismo. Era ben tempo! , Legge dei tempi:,in- cui la Verità sembra bandita dalla faccia della terra, per 'coloro che essa conserva come amici nel mondo, è questa: dire sèmpre tutta la verità conosciuta. Ai grandi della Chiesa e dello Stato, della scienza e della cul– tura, della politica e dell'economia, ai capI delle aristocrazie· e a quelli delle masse. U mito· classico· aveva posto come sim– bolo della sapi~~za ia civetta, che vede' chiaro anche nella notte. Ed è scritto che la lucerna non è posta sotto il moggio, ma sop~a il candelabro perchè f?ccia luce à clii cammin-a nelle _tenebre., La distensione nella politica sovietica 1. • La ·politica dei blòcchi è entrata con gli ultimi avve- , nimenti decisamente e inarrestabilmente in crisi. Diffidenze, sospetti; precauzioni, freddezze, a ·forza di essere riconfermate, -~ pro·prio per questa :necessità di riconfermarle con insistenza sempre più preoccupata e programmatica, han perduto gra– .dualmente la .loro durezz1;1, e anche la .loro pra.tièa ris.pon– denza a un dato psicologico reale. La .pubblica opinione ha avvertito il lento ma inesorabile sn~darsi di una serie di im– possibilità, che si riassumono in quella principale e per così dire classica·: .neppure a ·Kruscev riesce - può riuscire! di servire contemporaneamente due padroni. Fuor di metafora, se Kruscev mirava a servirsi della di– stensione, del disgelo, della pacifica coesistenza per disarmare gli avversari, egli per primo è rimasto prigioniero del suo . giuoco. E' impossibile che un propagatore della pace dica guerra • con la stessa parola con cui dice pace: è impossibile· che chi corre alle Nazioni Unite per proporre un piano di disarmo universale compia nellÒ stesso tempo e con 1o stesso impulso gesti diretti o indiretti che siano provocazioni di guerra. E' impossibile che Kruscev faccia una gita di rottura del ghiaccio negli Stati Uniti, e ,si regoli nello stesso tempo come se in·du– giasse nel paese ospite a perlustrare il perimetro designato per l'imminente tiro al bersaglio dei suoi missili. Qualunque dop– piezza, qualunque frattura tra intento propagandistico e vero, sostanziale secondo fi'ne, non distruggono la ferrea •necessità che chi lavora per la pace, chi la propugna, chi la èsalta, chi la favorisce, qui ed ora, nel punto esatto in cui concentra e indirizza i suoi sforzi in tale direzione, non può, in nessun mo,d? può spingersi ad ·agire· in direzione contraria. b'b 2. • L'obiezione che si usa fare è quella ovvia, ma non per questo meno consistente, che certi sforzi, a vero dire, non costano molto, fìnchè si limitano a suonare semplici manife– stazioni verbali, o anche scientemente e coscientemente teo– riche. Ci vogliono i fatti, si chiedono i fatti. Tanto più giu– stificato e inevitabile· è questo appello ai ·fatti, quanto netta– mente professata e confessata è la disponibilità del comunismo per l'azione di forza in generale, ~ il ricorso alle armi in par– tìcolare. Quando Kruscev s'investe d'una specie di sorniona autor.ità di buun genio della pace, a nessuno passerebbe per la mente di affibbiargli come compagni ideali, in puro riscon– tro ,immaginario, un Gandhi o un La Pira. Kruscev ·por– ta •sì ,a passeggio 1a pace, ma tene,ndola al· gùinzaglfo con una catena d,i ferro. La •pace o la guerra : la coesi– stenza o l'annientamento reciproco: queste due possibilità stanno entrambe sulla carta, sono entr~.i;r;i,liepr<;!vvts~~ di un _., •• . :> • \., ~ u a lC di. Francesco Mercadante corrispondente margine alternativo di iperimentabilità. Ve– sperimento della pace insomma va fatto ad un prezzo che non è minimamente la rinuncia assoluta all'esperimento,; della guer- ra. Noi siamo davanti :__ incontestabilmente· - alla predica- zione di un pacifismo çondizionato: che a molti segni potrebbe definirsi - per quanto l'aggettivo vada preventivamente sve– lenito ~ pacifismo ricattatorio. La pace è la soluzione obbli~--– gata, contro il rischio di una catastrofe bellica le cu'i conse-~ guenz.e sfuggirebbero a- ogni umano ·potere di controllo: ten– denzialmente, soprattutto dopo gli ultimi successi cc scienti- fici n, una pace dettata, imposta •in nome di una duplice· cer– .tezza: quella della cc provata » superiorità del sistema sovie- tico, e quella che il tempo e il progresso faraii. cadere da soli il ramo secco della civ.iltà borghese~ca·pita\istica. 3; • Considerando tuttavia. quest'atteggiamento alla luce della politica bloccardiera, bisogna riconoscere serenamente che in esso c'è del miracoloso. La meraviglia, in altri ter– mini, non .è che il blocco sovietico stia sulla minaccia, rafforzi lè sue posizio.ni d'i~transigente aggressività, giuochi diplo~a– tièamente sulla carta del rischio permanente, si trastulli • cc sdentificamente n ·con un genere di esercizi la •cui molla psicologica è il titanismo intimidatore; bensì che in questa .costruzione sociopolitica governata primariamente e restritti– vamente dalla { sola) forza, faccia la sua apparizione un ane– lito, un'inquietudin·e, .un'espressione qualunqué, anche tiattica– mente ve~balistica, di pace. L'oriente comunista porta nel sangue una vocazione al sangue:_ ne siamo tutti convinti, ne . abbiamo tutti le prove, non c'è bisogno, anzi, di prove. Tra questa sua cc natura >> e una qualsiasi ::ivventizia e subordinata attitudine alla pace, è quest'ultima .11 manoare -d'un effettivo corredo di componenti valide, oggettive, comunicabili. Ma di .una contraddizioIJ.e così palmare e diremmo offensiva il sen– time,nto, di maggi,o:i;e disagio deve ferire proprio chi la incarna, proprio chi aduna sulla Piazza Rossa le primizie del più t.emi– bile e implacabile apparato di guerra per conciliarle _con pro– spettive, sia pure tut.te astratte e inconseguenti, ,di distensione e. di disarmo. Questo sporgersi contemporaneamente dallo stessò culmi– ne sui versanti opposti della pace e della guerra, ha nuociuto, •diciamolo francamente e con confidente sollievo, al bloèco so– vietico. Questo nulla, questo pretesto pittorico ·per colombe di Picasso che non hanno· mai preso il volo dal caucasico monte Ararat, questo semplice tema per l'orchestrazione propa?:an– distica di un 'insidiosa aampagnà demoralizzatrice contro l'oc– cidente, oggi son diventati un fattore vitale e insostituibile della politica comunista. Il disarmo non è più un diversivo,

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