l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

bi rn DOCUMENTI Germania rilancia l'Europa Il discorso . tenuto dal, mi,iistro degli esteri· federale von Brent11no davanti ~l Sindacato degli impiegati tedeschi il 9 ottobre scorso, assume particolare rilievo, non °eanto perchè vi siano esposte nuove concezioni o nuove proposte riguardanti il problema dell'unità europea, quant.o perché riprende il tono e la linea politica ufficiale tedesca verso il problema europeo, prima della crisi del. 1954, quando il parlamento. francese re– spinse la C.E.D. Or_asiccome è noto che van Brentano è il portavoce· del Cancelliere Adena~r in problemi di politica estera; è evidente che dietro le parole del ministro degli esteri c'~ il p.ensiero di tutto -il governo t~– desco. In questo momento numerosi sono i sintomi in Europa di ·una po– derosa -,,i,presadell'idea europeista. Forse il Cancelliere tedesco p-,,ima di lasoiar per sempre la ribal1.:,,della vita politiça, vuole portcrre ,ul 1m punto decisivo quel processo di unificazione del continente, che egli hà posto all'apice di t~tte le sue aspirazioni politiche. E' ancora da sotto– lineare, infatti; l'intervista concessa da Adenauer al corrispondenie del «. Sunday Times .,; ,il 15 novembre u. s., prima .della sua partenza ·per Londra, in cui testualmente afferma: « Attraverso il MEC siamo ansiosi di raggiungere ./'integrazione polidca dell'Europa continentale e occiden– tale, perchè questo è chiar-amente l'unico mezzo per ,garantire l'Europa occidentale dalla minaccia dell'Est. Questo aspetto politico -. lo dico c;on la più· grande certez::r1 - è stata la gnida principale delle nostre azioni». « FONDAZIONE DEL CONSIGLIO D'EUROPA». Dopo la seconda guerra iiiondiale, i p·opoli d'Europa sono divenuti· consapevoli di que– s·ta comunità· d'ei loro interessi e dei· loro doveri, come dopo l'anno 1918 ma con ·più grande intensità e forza di convinzione, l'idea di una unione europea risvegliò le sp·eranze dei popoli. Forze insolitamente potenti si pronunciarono per l'idea. europea sulla base di pure considerazioni di ear.attere ,economico e forse ·è bene che l'unità europea no,n è più sola– mente un ideale politico ma è sostenuto dalla necessità vitale di orga– nizzarsi nell'ambito della esistenza di ogni giorno per creare un grande mercato comune ohe rivolga il pensiero oltre i confini divenuti troppo stretti. All'inizio· fu.rono unioni private che sostennero il movimenio europeistico. Io mi ricordo ancora volentieri di quella A~semblea del 1948 nella quale il movimento europeo, tre anni appena dopo la grande cat~strofe, si radunò all'Aia ed io quale membro della Delegazione tede– sca per la prima volta dopo lunghi anni potevo parlare di nuovo con uomini ,provenienti da tutti gli Stati d'Europa. C'erano tutti là. Col!JrO c:he si distinsero allora e più tardi: l'italiano De -Gasperi, Robert Sch11- mann dalla Francia, Winston Churchill, dall'Inghilterra, Henri Spaak e tutti gli altri. La loro iniziativa era per plaudire alla costituzione del Consiglio di Europa in Strasburgo. Oggi, si dice talvolta con una certa grettezza che il Consiglio d'Europa non ha combinato niente di buono e là si sarebbe soltanto discusso senza fini e senza scopo. Io respingo ca– tegoricamente la affermazione di costoro. Anche se il Consiglio di Europa con la sua Assemblea consultiva non può decidere niente, lo si dovrebbe rifondare oggi se non fosse già stato fatto. Poiché è la prima volta che in un',Europa, la 11:uale ha così dimènticato e rinnegato la sua grande tradizione e storia comune, uomini provenienti da 17 Stati si sono ritro– vati, hanno discusso l'uno con l'altro ed hanno riconosciuto che in· so– stanza si tratta di problemi comuni che si lamentano .di comuni preoccu– pazioni e c-he il futuro è a loro comune. Un buon futuro o uno cattivo. Noi dobbiamo scegliere. Rifacendo la storia -delle prime 1slltuzioni europee, arriva a parlare dell'audace piano della C.E.D. purtroppo respinto dal parlamento francese. cc COMUNIT,A' DI SEI STATI». Noi abbiamo portato avanti il di– scorso fino a •quando ebbe luogo la conferenza di Messina, nella quale i sei Ministri degli Esteri concepirono un nuovo passo avanti per una inte– grazione economica dell'Euro-pa. Il risultato di questa Conferenza fu la fondazione della Comunità Economica Europea, una Comunità di sei Stati 1·he hanno deciso di demolire ·sistematicamente i .Joro confini doganali per marciare verso una più grande unità. Noi tutti sappiamo che il mondo di oggi soggiace ad un profondo cambiamento di struttura. Oggi non ci ~ono più grandi potenze europ,ee, fra. la Germania e il Belgio, fra il Lussemburgo e la Francia ci sono ancora diversità quantitative ma non più qualitative. Amplissime unità politiche, potenti corpi economici sono sorti sia in Asia, sia nello spazio russo, sia gli Stati Uniti il cui terri– torio d'inffoem:a va dal .Polo nord al Polo 5ud. In questo mondo cam- IO ca 1nob1anc da un discorso del ministro von Brentano biato, co[' la sua ampia con~orrenza· ideologica, politica ed economica·, gli Stati europei sono diventati troppo piccoli per marciare separati e· - poter resistere alla lunga. Il ministro dopo aver ricordato le difficoltà su– perate e quelle presenti rileva -che non c'è bisogno- .di dire quanto più grande sia il peso di un membro del trattato il quale ·parli per 165 mi– lioni nel cuore d'Europa, dell'influsso di uno singolo dei sei Paesi, i quali ancora vivono in concorrenza l'uno con -J'altro. Noi abbiamo bisogno naturalmente dell'attuale volontà ,politica e tale volontà .deve trovare espressione nel Parlamento europeo. Ql;Ìesto Parlamento europeo non è ancora così come noi lo vorremmo, esso non ha ancora la consisfenza e le funzioni che un Parlamento deve avere. Esso ha soltanto una limitata funzione di controllo. Ma ciò che già qui è avvenuto e tanto significativo che non ·potremmo calcolare ciò che manca. Anche qui si è portato a termine qualcosa che per gli anni precedentj •sarebbe stato inconcepibile. Poiché Ì! Parlamento europeo era composto da deputati provenienti •dai sei Stati •membri, era chiaro che le Delegazioni nazionali· sarebber-0 state più- o meno rigide. le ime nei confronti delle altre, ma dopo poco tempo si sono verificate in qu~sto Parlamento le stesse cose che noi viviamo nei Parlamenti nazionali. Si sono formati veri gruppi politici e frazioni: i gruppi politici dei socialisti europei, la frazione -dei liberali europei, il -gruppo europeo delle democrazie cristiane. Qui si sono ma,ni– festate già per tempo le forze integratrici che sono proprie di un simile Parlamento. « SPERANZE ,DI ELEZIONI EUROPEE "· Dav~ti alla necessità di dover assolvere a concreti compiti cli carattere europeo gli attuali confini ., i limiti di carattere nazionale diventano senz:i significato. ·Io spero molto che noi p.;tremo fra breve o fra molto realizzare anche l'idea r·he è .contenuta nel trattato di Roma per l'istitnzione della Comunità Europea, di condurre cioè elezioni dirette per un Parlamento europeo. fo sono convinto· .che attraverso un tale atto comune degli elettori di sei Stati europei la con·sapevolezza europea verrebbe rafforzata in maniera decisiva, talchè si potrebbe parlare di 11n'èvoluzione rivoluzionaria in senso letterale. Alcuni giorni fa il Presi.dente dell'attuale Assemblea ciel Parlamento europeo, il mio vecchio amico Dehousse mi ha visitato. Egli non è. sconosciuto nella Saar; egli si è creato qui un buon nome ed ha lasciato dietro di sè un -buon ricordo. Questo .uomo mi ha raccontato con grande passione del suo lavor~ e mi ha annunciato che fra pochi mesi. presenterà il suo programma. Possa verificarsi quanto egli mi ha cr;mfi– dato per realizzare il -pro3etto di elezioni dirette del Parlamento europeo. « PE,R UNA COMUNE ,POLITICA ESTERA ,i._ Che .cosa significano 11li organi e le •organizzazioni europee finora· create? Come dicevo -prima la istjtuzione della Comunità per il carbone e l'acciaio ha promosso un processo che non è ancora concluso ma che ha condotto alla creazione della Comunità Economica Europea. Io fui e sono del parere che si possa coordinare a lunga scadenza la politica economica, soltanto se dietro a questa comune politica economica vi sia anche una comune politica estera. Noi viviamo in un tempo in cui ogni gr.ande decisione politica-economica ha diretto influsso sullo sviluppo della poltica estera. Questa reciproca .. interdipendenza esiste e noi dobbiamo riconoscerla. Noi vogliamo risolutamente andare avanti ma vogliamo anche farlo passo a passo p"er non aver alcuna delusione. I sei Stati unitisi nella Comunità Economica Europea vogliono la collaborazione fra i loro Paesi in ogni campo che possa offrirsi e in tutte le forme che siano idonee. Sia che si tratti del campo della politica economica, della politica agraria o della politica monetaria·, sia che sceglieremo la forma della comunità per il carbone e l'acciaio o della Comunità europea, noi siamo d'accordo con ogni soluzione se esse ci faranno ,p:r:_ogredire.Noi non vogliamo escludere alcuno in Europa da questo lavoro, noi siamo decisi di cercare la colla– horazione con ognuno che .è pronto a parteciparvi per la sua parte. Ma noi non possiamo permetterci di fare un ulteriore passo avanti allorchè avremo persuaso l'ultimo dubbioso. Noi andremo avanti sulla nostra via e faremo if secondo e il terzo passo per -persuadere i dubbiosi con i fatti. cc AMPLIAMENTO DELLE ADESIONI ». Ci si accusa talvolta che la comunità dei sei può provocare una divisione in Europa. Alcuni giorni fa il mio collega ed amico belga, Ministro· ..:.igli Esteri Wigny, ha preso un'importante posizione a questo proposito. Egli -chiedeva come si poteva ritenere che la Comunità dei Sei diyida l'Europa: si potrebbe infatti

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