l’ordine civile - anno I - n. 10 - 15 novembre 1959

pag. 16 suadeva frattanto a creare nuove strut– ture democratiche nel paese, al fin-e di poter far liberamente decidere le po– polazioni alla fine del perio-do transi– torfo e ,il genere di relazioni da instau– rnre fra il loro paese e il Belgio. Per lo svolgimento di questo piano il go– verno belga ha previsto un program– ma articolato in due fasi successive. In una prima fase - dov:r.ebhero essere isti– tuiti governi ,locali composti .da diverse personalità dei due paesi (Ruanda •e Urundi). ~otto il controllo del residen– te belga -dovrebbe essere conforita a questi governi una sempre più vasta competenza a1'1ministrativa Il Mwani, quale capo ,tradizionale del paese, no– minerà, consigliato dal residente belga, i componenti del governo, senza pren– der parte direttamente alfa _politica del paese. Accanto all'esecutivo dovrebbe esere creato nei due territori del pae– se, sempre in questa prima fase, un potere ,legislativo con provvisoria e li– mita·ta competenza. La composizione di questo « ·Consiglio t•erritoriale » che è progettata per la seconda metà del 1960, .dovrebbe ,essere in parte elettiva e premessa ad elezioni generali. In se– guito, e quale seconda fase, il piano belga prevede la fusione dei due paesi in una comune en,tità statuale, fondan– dosi sulla persuasione che ,l'isolamento • rispettivo dei due pa,esi sarebbe deLe– terio per il futuro del proteUorato. Il Belgio promuoverà lo sviluppo di que– sta unione con consigli ed aiutì, •tutta– via la forma propria della futura co– munità deve essere definitivamente de– cisa da-i due paesi.- Finché questo pro– cesso non .sarà ,concluso, e il Belgio non sarà pr-osciolto ,dal suo compito di amministor-azione .fìduci,aria, il paese ri– marrà sotto il controHo di un residente generale belga. Nel frat'tempo però ver– rà posto un termine all'attuale -dipen– denza del Ruanda Urundi da,1 governa– tore belga d~i LeopoldviHe. Soltanto nel campo monetario e .dogande, ,e in qualche altro settore di carattere tecni– co, verrà mantenuta la ·comune ammi– nistrazione: questa l'esposizione del progetto, fatta dal ministro belga per ' il ,Congo, De Schrijver, davanti ,a,l Pa-r– lamento belga. Il Belgio che ha già in- -vestito in q~esta zona 3,3 miliardi di franchi, è disposto a soHoporsi ad ul– teriori sacrifici ,finanziari, solo nel ca– so che sia rispettata qu.esta condizione. Frattanto si è recato a Bruxelles il– Mwani dell'Urundi, Mwambutsa, nel cui territorio non si sono verificati in– cidenti .gravi .. La situazione nel Ruan– da, dove si conta il 50% di cattolici, è per giunta aggravata dalla delicata po– sizione della Chiesa, che pur contando fra i suoi seguaci il Mwani Kiperi V non può non sostenere la caiUsa dei Bahutu, troppe volte angariati ed op– pressi dai W·atussi. Il giovane· re sem– bra però resistere ancora bene ai più conservatori d·ei suoi consiglieri, che non hanno ·esitato a ricorrere a metodi slea-li, quali 1'-accusa fatta al vescovo missionario -d'aver cercato di far ucci– dere il Re! 1Si spera però che prevalia la mo 0 de- iblioecaginobianco razione, ma per ogni evenienza sono state avviate nel territorio rinforzi di truppé metropolitane. In questo delicato momento i socia– listi belgi oppongono una preconcetta opposizione al programma di De Scri– jver. Il motivo del loro atteggiamento non si fonda in realtà .su questioni di prin– cipio concernenti il benessere o l'auto– governo degli indigeni, ma nasconde un'avversione sistematica a tutto quan– to fa il governo democristiano nel Con– go, in relazione ,al grosso problema del– le missioni e della istruzione. Con ciò essi non si comportano certo sagg-iamente, e contra,ddicono persino alla tradizione laica che una volta, esprimendosi attraverso la parola d·eUo statista francese ,Gambetta, sosteuev,a non essere }'.anticlericalismo materia di esportazione. TUNISIA La vittoria di Burghiha L'elezione plebiscitaria, che ha ,con– fermato in pieno il potere di Habib Bur– ghiba sulla giovane Repubblica Tunisi– na, è il fatto principale di questi gior– ni nel nord Africa. La vittoria schiacciante di Burgbiba è stata accompagnàta anche -daUa al– trettanto -chiarissima vittoria del suo partito, il Neo~Destur, -che ha conqui– st,ato ben più della maggiol"anza asso- , Iuta dei seggi al Parlamento. Questi fa,tti, per un osservatore •ita– liano, trascendono ,i} ·puro valore della politica interna dello Stato nordafrica– no, perchè non soltanto la Tunisia si affaccia sul Medi,terraneo ed è addirit- , tura a poche decine di chilometri dalle coste italiane, ma anche ·per l'atteggia– mento che il regime •instaurato -da Bur– ghiba ha sempre tenuto verso l'Euro– pa e specialmente verso i Paesi medi– terranei. Infatti, a differenza delle intempe– ranze, il più delle volte oratorie ed ·a scopo di prestigio, usate da altri espo– nenti arabi dei nuoviÌ Stati indipenden– t,i, Burghiba non ha mai lascia•to una rettilinea ,condotta ehe, pur non trascu– rando il suo intento arabo e più pro– priamente maghrebino, ha tuttavia guardato sen;ipre con a•pertura cordiale verso l'Occi,dente. Infatti, nella prima– vera del 1957, egli esprimeva chiara– mente il suo pensiero nel momento in cui dichiarava la decisa volontà di li– berarsi economicamente -dall'egemoni·a francese. Burghiba diceva fra l'altro: « Recid:endo questi legami noi non pen– siamo di isolarci né di rompere i nostri rapporti con la Francia. Vogliamo B'Dzi, al contrario, svilupparli su un piede di parità' -con l'Italia, la Spagna,· la ,Ger– mania e tutti gli altri Paesi veglian– do ·atteutamente affinchè non si permet– ta né ,da parte della Francia né di chiunque ·altro, ·la ripe•ti1Jione del colpo di forza di qu·esti ultimi giorni ». E' una dichiarazione di fierezza •na– zionale, ma al tempo stesso una fran– ca apertura <le-Ile porte a qualunque l'ordine civile parteoipazioue volonterosa sul terreno economico, nell'interesse reciproco del Paese e delle n,azioni inteoressate. Ed è evidente, ·per innegabili ragioni geogra– fiche e storiche, che la prima ·nazione cui la Tunisia guarda è l'lta'lia. Non- per niente in questi giorni si sta perfezio– nando il •nuovo, tra•ttato di commercio, che migliora assai quello scaduto, e può quindi disporsi a ult-erori utili nego– ziati, in un maggiore dima di serenità. Ma altre ragioni militano a favore -di un maggiore avvicinamento àtalo-tuni– sino. I giovani del Neo Destur sentono la fierezza della loro opera di valoriz– zazione della propria nazione e amano paragonare al ri·presa del paese, in pie– na autonomia e libertà, alla vittoria na– zionale conseguita -da aLtri Stati medi– terranei, in seguito alle lotte risorgi– mentale, come l'Italia, in primo luogo, e la Grecia. E questa -considerazione I-i fa sentire un ·poco colleghi, seppur di tanto più giovani, della vicina naz-ione latina. Per questo l'atteggiamento del– la politica tunisi•na, pur nel qua,dro ne– cessariamente africano e panarabo, è il più occideutalizzaute e mai Burghiba e i suoi si son lasciati lusingare dalle pose antioccidentali di altri Stati arabi più o meno autoritari, che hanno poi dovuto di molto attenuare le ·proprie posizioni di principio. Fenomeni -di cre– scenz,a ! Burghiba, in questo, -dimostra di _esser arrivato al ·potere -con molta maggiol"e matul"ità e posatezza. Infatti non è stata una rivoluzione militare né colpi spettacolari che lo hanno portato al potre, ma una lunga lotta oltre ven– tennàle, combattuta con ·armi legitti– me e pagata di p·ersona col carcere e l'esilio. Il risultato •delle recentissime ·elezio– ni sanziona il valore del capo e le in– tenzioni d-el popofo di approvare una politica che, nel sia pur ridotto tempo della prova, ha già portato buoni frutti e garantisce una stabilità di vita poli– tica e sociale nel 1 Paese. Si può •quindi già intraved•ere la 1-inea del prossimo quinquennio di governo. Un atto fondamentale, per la vita eco– nomica d·ella Tunisia ed al tempo stesso per i suoi rapporti internazionali, è sta– ta l'emanazione del -decret•o del 6 giu– gno 1957, che stabilisce le norme per l'accogli-enza degli investimenti di -ca– pitali stranieri. Si tratta di una legge che ·offre efficaci ·garanzie al capitale est,ero mediante provvidenze particolari finora non adottate da altri Stati, e que– sto per dimostrare in concreto a-gli•even– tuali capitalisti interessati, come il go– verno tunisino intende seriamente rico– noscere i diritti di coloro che vogl,iono impegnarsi aUo sviluppo del P.aese. A questa apertura alla -collaborazione internazionale, ove un posto speciale può esser fatto alle iniziiàtive i,taliane, s,i associa l'intento deciso a valorizzare le risorse -della terra, sia agricole che minerarie. Ed ecco il grande progetto della bonifica della valle della Meger– da, che dal golfo ,di Tunisi si protende per diecine cii -chilometri nella parte nol"d-ovest del ,Paese. Si prevede che ta– le bonifica richieda un impiego di 75

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