l'ordine civile - anno I - n. 1 - 25 giugno 1959

La lotta politica • lll Sicilia democristiani e cristiano-sociali L'aver trascorso in Sicilia da siciliano gli ultimi giomi della vigilia elettorale ,si rivela a distanza il migliore antefatto per intendere i significati più sicuri della recente consultazio– ne, e i suoi risultati, tutto sommato, sorprendenti. In Sicilia questa volta si è combattuta una vera cam– pagna di guerra, con l'impiego di un volume di fuoco propa– gandistico che ha superato di gran lunga tutti i precedenti. L'oratoria politica italiana vi ha ,profuso per un mese tutti i suoi tesori. Ma le idee in circolazione, a malgrado di questi tesori, erano. poche e fiacche. •La D.C. voleva eliminare Mi– lazzo e riprendere decisamente il controllo di tutte le posi– zioni. La sinistra voleva contenere a tutti i costi quell'impeto di riconquista - e tendenzialmente di revanche - delìa D.C., saltandole avanti per la breccia aperta da Milazzo (la cui funzione Nenni dava ormai per esaurita). I cristiano-sociali si battevano per sopravvivere, cozzando principalmente con– tro la D.C., ma con una tensione che avrebbe dovuto allar– garsi ad investire tutti i partiti. La destra e la sinistra, che avevano beneficiato del potere grazie al gov.erno Milazzo, si giustificavano disinvoltamente nei comizi elettorali della grande ccrimescolatura » o con enfasi tipicamente littoria, o con l'eterno formulario nen– niano dell'equivoco e del mezzo termine. I comunisti erano i soli a non battersi il petto: usavano a Milazzo la gentilezza di far intendere pubblicamente che se lo custodivano come asso nella manica, nel caso il 7 giugno li avesse chiamati • secondo l'indicazione di tutte le previsioni cc scientifiche » • a compiere in Sicilia l'opera loro. Nello schieramento politico, mentre la D.C. teneva buone con le promesse polivalenti di ipotetiche collaborazioni av– venire tanto le destre quanto, almeno parzialmente, le sini– stre, l'esle,ge di Caltagirone si trascinava solo e logoro, incal– zato sempre più da vicino, e sempre più prossimo alla cattura. Questo è il punto da cui bisogna partire per compren• dere come il 1 quarto di n:iilione di voti andati a Milazzo non sia stato né trovato né rubato: come anzi questi voti lo abbia– no cercato a uno a uno, facendo molta strada, e fermandosi presso di lui per essere stati attratti puntualmente e singolar– mente dalla sua forza. Milazzo ha occupato il 7 giugno tutto l'elettor.ato s1c1- liano disponibile : di centro, di destra e di sinistra. Ma dob– biamo subito aggiungere che non esiste a nostro giudizio pro– porzione veruna' tra la somma morale di codesto elettorato, e la sua espressione numerica. Non è infondata l'opinione, corsa in giro dopo il voto, che se i siciliani avessero sa– puto della pioggia dei voti che si preparavano a dare a Mi– lazzo, l'avrebbero trasformata in diluvio. •Ma il contraccolpo morale di ·questo orientamento dell'elettorato 1è indipendente dalla sua traducibilità in cifre, in qualunque cifra. E' Ja prima volta che un partito che si fregia ,ccdiscutibilmente » del nome cristiano sopravvive al confronto con il partito cattolico non solo, ma gli strappa l'iniziativa. Nessun dubbio infatti che l'elettore cristiano-sociale si è mosso e ha operato nell'unica direzionè in ,cui ... 'è espressa vitalmente in Sicilia una inizia- l,(l Cl l, di Francesco Mercadante tiva politica, ossia una capacità di attrazione e di po1ariz– zazione dell'interesse poli tic o popolare, simboleggiata, essa pure, per quanto ccdiscutibilmente », da una Croce. Occorre un esame attento e spre.!!:iudicato. senza a•mettivi ....., , oe pronti e dichés prefabbricati, e soprattutto senza fotomontag- gi folkloristici, per cogliere qualche elemento di profondità del fenomeno. Il successo di Milazzo è un fatto politico: chi lo spiega dicendo che il ,ccpresidente >J - lo si chiama così - ha agitato bassi istinti separatistici, che ha mietuto nell'elet– torato vagabondo, che ha preso voti solamente ai monarchici, che ha ricevuto graziosi imprestiti dai comunisti e via dicen– do, si rifiuta semplicemente -di spiegarlo. Gli elettori che avrebbero potuto, dare il loro voto a Mi– lazzo erano quelli qualificati e quasi tormentati da un biso– gno di distacco dal passato che urgeva nell'esercizio pieno della loro libertà di disapprovare e riprovare, oggi, alla stessa stregua in cui avevAno app-rovato ieri. In primo luofYo dun- • o ' que, elettorato ccragionante >J cittadino; e in secondo luouo parallelamente, elettorato non organizzato. 0 • E' risaputo che il cccentro ii è ormai una siepe fitta di organizzazioni sindacali, assistenziali, religiose, ognuna delle ~ua~i ~aggruppa stabi:lmente un numero notevole di ( elettori) iscntti. La forza della democrazia cristiana si è veramente consolidata da quando questi !òlrumenti organizzativi hanno potuto reclutare strati sempre più vasti di cittadini, impegnati per settore a perseguire fini di carattere non strettamente po– litico, ma confluenti infallibilmente in occasione del voto su una piattaforma comune. L'efficienza di una organizzazione consiste infatti nella sua capacità ,di trasformarsi in un grande magazzino refrigerato, dove i voti sian tenuti al fresco, e si conservino il più possibile inalterati nel numero. nel cònte- nuto, e nella destinazione. • Però, siamo tutti d'accordo nel lamentare che l'indispen– sabile duttilità democratica dell'opinione pubblica soffre di codesti sistemi di prevenimento dei suffragi, inventati appo– sta per enervare e isterilin~ la libertà. E' facile obiettare che nessuno è forzato a inquadrarsi in una organizzazione. L'espe– rienza di tutti i giorni attesta invece che il contatto efficace dell'elettore con il deputato si imposta validamente solo quan– do il deputato è alle dipendenze dell'organizzazione ( e perciò stesso del cctesserato »), ma, di rimbalzo, l'organizzazione è al servizio del deputato. • • Torniamo ai fatti recenti. La D.C. in Sicilia ha « tenuto », perché i meccanismi organizzativi, come tali non necessaria– mente legati al suo carro, hanno funzionato abbastanza e han– no reso più o meno secondo il previsto. Prova veramente bril– lante, ·questa superata dalla D.C., paragonahile alla resistenza opposta organizzativamente dal comunismo aIIe crisi terribili da cui è stato colpito negli ultimi anni. I guai della D.C. siciliana non sono affatto da sottovalu– tare: essi derivano dail'inguaribile stato di malessere in cui versa e si trascina sempre più faticosamente un partito ace– falo. Nessun democristiano locale, fra i più eminenti, è emi-

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