Nuova Repubblica - anno V - n. 40 - 6 ottobre 1957

nuova ,·repuhj NRSl,31. 12.57 CESACLAUDIO Via Casstàn Bon, 7 T E R N I Comitato direttivo,- TRISTANO ·coolGNOlA (direttore •resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIO PARRI, PAOLO VITTORELLI. Segr. di redazione: GIUSE.PPE. FAVATI: Olrez. · e redaz._i Firenze, Piazza Libertà .15, tel. 50-9.98.- Amm-1 F.ireoze, Piazza lndìp.endenzli 29, ief: 483-207i8. Autorlz. Trib.- Firenze Oel 30 dicembre 1952. Printed In ltaly. St. Tip. de cla Nazione», Flrenzè, Via Ricasoll 8. 183 . ANNO V . N. 40 IL SOFISMA DITOGLIATTI I L COMITATO Centrale di fine settembre ha preso atto, e ha dato ufficiale notifica, della crisi organiz– zativa del PCI. Si tratta, ha detto Amendola, di una flessione del reclutamento, pari a poco meno del– l'undici per cento del partito. Il fatto è notevole. Ogni anno il PCI, come tutti gli altri partiti, ma con tanta ma"ggiore intensità quanto è più indeclinabile la sua ambizione di partito di mass·a, deve esplorare le possi– bilità di un recupero di q-uelle iscrizioni transiÌorie, che costituiscono una -parte notevole dei suoi iscritti. Si tratta di compensare con nuovi acquisti le iscrizioni non rin– novate o non sicure. Il reclutamento è quindi il vero e proprio lavoro di proselitismo del partito. Il riconosci– mento di Amendola, a questo proposito, è dunque di una gravità che non si potrebbe sottovalutare. E infatti il Comitato Centrale non si è fatto facili illusioni di ri– meclio, e Togliatti è,m andato a Grosseto a é!iffondei'e in un comizio, quella che poteva restare, sino ad allora, una comunicazione interna di partito. Questa è dunque la crisi del partito comtinista: la cfisi che si vede. Appunto perché si vede, nof siamo d'accordo con Togliatti che di essa ·n partito non morirà; che, malgrado la diminuzione degl'iscritti, il partito vi– vrà; e nulla vieta di pensare - per quanto nessuno di noi sia disposto a scommetterci sopra - che alle pros– sime elezioni il PCI aumenti il suo moltJplicat-ore eletto– rale per _una autentica, anche se limitata, ·inflazione di vpti. - Più seria.-a nostro avviso è invece l'altra crisi, ·che il Comitato Centrale ha cercato di palliare, di celare, di curare, con mezzi illusori. Come è notò, il partito comu– nista attraversa una fase di transizione dalla vecchia classe. dirigente, uscita dB:ll'esperienza comint~rnista, del– l'emigrazione e del tribunale speciale, e la nuova, la ge– . neraz.ione dai trenta ai quaranta, cresciuta in quello che Togliatti vanta come un nuovo tipo ·di partito, la sua creatura dopoguerra. I vecchi comunisti stanno divenen– 'do i « notabili»· di questo partito; i meno vecchi ed i giovani, crescono alla dignità di quadri dirigel"lti. La lotta è· ingaggiata, e possia'mo già tranquillamente scommet~ tere che i giovani lupi prevarranno sui vecchi leo- i .• Il pastore del resto, Togliatti, lo ha già compreso, e si è schierato con Amendola contro Scoccimarro. - Il contrasto .è chiaramente quello pér il potere nel partito. Ma siamo di fronte ad un partito civile, caricò di spunti ideologicj, che certo non riduce la lotta per il potere ad una semplice ambizione di posti. A ciascuna delle due correnti, o generazioni, spetta una imposta– zione generale della J:lOlitica del partito. I notabili, per i quaii ha parlato Scoccimarr9 rivendicando le funzioni orientative -della Commissione centrale di controllo, ri– tengono che la salvezza· del partito stia nel~a sua unità disciplinare. Le velleità dei revisionisti sono, per i vecchi cominternisti, una forma di slealtà: un attentato all'etica del partito. il pericolo è ancora quello del vecchio ri– formismo, che torna ad insidiare il socialismo anche en– tro la rocca del suo partito~ d'avanguardia. ~a nuova generazione ha perfettamente compreso che Scciccimarro e i suoi amici si sono fatti, del pericolo re– visionista, il cavallo 'di battaglia, in groppa al quale in– tendono riprendere la mano, che già avevano dovuto p'.assare al momento dell'ottavo congresso del partito. Ed ecco che Amendola, non potendo certo far propria la causa dei revisionisti, controbatte Scocdmarro, asse– rendo che la diatriba fra settari e revisionisti è infe– conda e paralizzante, e che tutti gl'interni contrasti de– vono essere bruciati in uno slancio di nuova iniziativa: l'iniziativa realizzatrice -del mandato del congresso del- l'EUR. . In reaità, a guardare un po' più in. fondo, si vede che le posizioni di Scoccimarro e di Amendola, diverse psi– cologicamente senza dubbio, concludono ad una prassi Un numero L. ~O. Estero l. 50. Un ·numero arretrato L. 50. Abbonamenti 1 ._annuo pe, · Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. L. 450. Estero; l. 2000, 1100, '600, Sostenitore L~ 10.000. CIC post. ~/6261, c_la Nu_ov_a Itali~•. Firen:.;e Gli abbonamenti de– corrono dall'inizio .del· mese. Per pubblicità rivolgersi all'Ammi– nistrazione. ··r8riff8, L. 15.0Q0 per !nserzi<;mldi mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA e Muova Repubblica> à settimanale politico u ..... E' anchli giornale murale, registrato .presso TriD. dr Firerlze con. decreto' n. 1027 del 21 luglio 1955. ManO'icritti, fotografie,· disegni an, d,.,. se non pubblicati, non 11_ restituiscono. Diritti riservati. pet ; ·tutti i Paesi. Il· periodico· viene Inviato gratuitamente in saggio 1 chiunque ne faccia richieste. Spedii. In abbonam: postale Gr! Il, - 6 OTT0B1'E 1957 . L: 40 (Dis. di Dino Boscl1i) Fanfn.ni: u Abbia.mo 1a stessa politica. Avre._-.10 gli stessi risulta.ti elettorali? n che è poi di identico risultato per ambedue: quella di mettere a tacere i revisiònisti, o cpll· la minaccia discì– plinare, o· con l'attivismo pratico, .... ,organizzativo, eletto– rale. La crisi che non si vede, nel PCI, da qualunque parte lo si guardi, torna ad essere quella che si sospet– taVa: la crisi di un partito che evita· di guardarsi dentro, che' mette a tacere ogni serio richiamo critico., Anche qui, non denunciamo- superficialmente un at– teggiamento di doppiezza. Noi siamo disposti a credere che, davvero, tanto Scoccimarro quanto Amel1.dola siano 'in buona fede, nel pensare che questo è il momento di un'indispensabile unità. E' vero che mai iL partito co– munista è stato così isolato, attaccato, punzecchiato come ora; è vero che le sue allearize di ceto medi9 si sono progressivamente diradate, mentre gli operai, sempre più sensibili alla urgenza di Fivendicazioni di classe, lo sono semi:,re meno alla necessità "di operare per l'espan– sione generale del partito. Il « porro unum » della com– pattezza e dell'azione,. della disciplina e del coagulo di tutte le forze, è probabilmente sincero. Tuttavia questo non impedisce di pensare che tanta tenac·e caparbietà di lotta nasconda una profonda de– bolezza. Il fatto di mettere comunque. a tacere ogni re– visionismo, coincide con la decisione di non ascoltare l'unico argomento importante che questo accampa. - Quando Togliatti ricorda che nòn ha bis.ogno di farsi in– segnare da nessuno 1a via italiana del socialismo, ·per– ché l'ha sempre praticata, non mette in azione che un sofisma assai facile da smontare. Questo consiste nel– l'affermare che la via nazionale di ogni partito socialista e comunista sta nell',adattare la sua azione alla specifica· situazione in cui è destinato ·ad operare. Ma questa tesi non è un orientamento pér l'azione: è una semplice coq– statazione di fatto, che i partiti borghesi osservano da grandissimo tempo. Il pungolo revisionista si appunta invece qui: se l'opera deve compiersi in ·una specifica situazione storica, è antimarxista considerare intangibile («universale», _dicono ora i comunisti, con ·uno strano omaggio al «realismo» medievale) l'ideologia. Questa non è altro che l'orientamento teorico consapevole del– T8.zione: diagnosi e prospettiva nello stesso temPo, dina– mica quanto l'azione stessa. Perché dun'.que l'ideolÒgia deve restare quella sovieticq, e la prassi quella italiana? Quando si arriva a questo punto, si scopre perG.hé Scqc- cimarro e Amendola Possono, $Otto le differenze, con– cordare: perché i revisionisti mettono in discussione il culto sovietico; e qui nessuno si sente di fare il primo passo; teme, è ,sicuro, che sarebbe un passo falso. Senonché, a questo punto, diventa puramente prete– stuoso accusare il revisionismo dei perturbamenti cui il PCI è andato soggetto nell'ultimo anno, dei dubbi e delle perplessità della base, delle nuove difficoltà del re– clutamento. La realtà è che n6n osando affrontare un chiarimento ideologìco, il partito comunista perde capa– cità persuasiva. E' inutile fare dei revisionisti il capro espiatorio di un equivoco, che è nella politica tanto rlei vecchi quanto dei giovani quadri del partito. Colpa di Togliatti? Al Comitato Centrale, indiret– tamente e anche esplicitamente, la guida di Togliatti è · stata criticata tanto dai notabili. quanto da Amenrlola. Togliatti ha saputo rriuoversi ancora con la vecchia de– strezza, e si è portato dalla parte di Amendola, facendo propria, però, la sprezzante smorfia dei notabili contro i revisionisti. Il fatto è che Togliatti non è colpevole quanto si crede. Il suo opportunismo è divenuto la ma~ lattia stessa di un partito che preferisce non interrogarsi, per· timore di perdere _certe posizioni di forza senza dub– bio minacciate. E' un opportunismo che si può accusare come dato psicologico: in realtà non è che il riflesso soggettivo di una contraddiiione obiettiva del partito .. La- contraddizione fra concezione· critica e concezione dogmatica, irresoluta per ragioni pratiche, del ma,rxismo. La via. italiana del s.ocialismo, ridotta a quello che si è detto, non è che il simbolo, e la traduzione verbale, di questa contraddizione. A PAGINA 3 CLAUDlO ZANCIII DIECI MILlARDI

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