Nuova Repubblica - anno V - n. 24 - 16 giugno 1957

8 PER UNA INIZIATIV .A DEI SOCIALIS1'I I PROBLEMI DEGLI EDIIJI Lellera apérla a Fidia Sassano Caro Sassano, abbiamo seguito con varticolare interesse le inchieste da te pubbl-icate riguat·danti particolari situazioni sindacali. Ora noi vor·renimo 7Jroporti un tema: la politica della formazione professionale degli edili in provincia di Mi– lano, ad iniziativa delle organizzazioni sindacali dei lavo– ratori e dei datori di fovoro. ~Pema di molta attualità, e di parti'.colare importanza trattandosi di una catego1·ia d·i cfrca. 80.000 lavorntori. Tanto più che questa poZ.itfoa viene svolta con dei contributi anche a carico dei la– voratori_. cosa fors.e imica in ltalfo.. Come tu sai, l'art. 54 del contratto collettivo nazio– nale cli lavoro ver gli" operai edili prevede ·il versamento, a carico d.ei datm·i di lavoro, dello 0,10% massimo per la formazione vrofess-ionale. A Milano siamo un po' lon– tani d(i questo massimo, raggiungendosi appena )o 0,40%. Ma ciò che stupisce è il f(itto che d·i fronte a questo 0,J,0% vi sfo nn 0,20% a carico dei lavoratori, per nulla pre– visto dal cont·ratto nazionalè di lavoro. Né siamo d.el tutto convinti della necessità di questo contrib11to a carico dei lavoratori ver una nuoVl, realiz– zazione in atto perchè ritenimno che, vrima di addebitare una qualsiasi trattem1ta ad un lavoratore edile, sarebbe stato più opporturi,o chiedere i_lcontribulo massimo ai da– tori di lavoro c1ie, trn t'(iltro, lo avrebbero addebitato alle anali.si de·i costi della ma.no d'opera (cosci che è ma.nifesla.mente impossibile per il lavomtore). Non (1bbiamo, d'altra parte, idee molto chiare sul come ,s:ono utilizzati questi contributi. L'unica notizia stampa è quella apparsa sul g·iorn(ile dello categm-ia: rnolti mi– lioni, vochi all-ievi, anche troppo poco ver una valuta– z·ione spassionata. C·i ha particolarmente colvito fo notizia di una pros– simo reat,izu,zione: la CO,'flruzione della «Fondazione Con– vitto Allievi dell'Edilizio ». Un'opel'U irn7)onente, a q1w.nto vare. Di sfuggita abbiamo votu.to gettare un furtivo sguardo ad una pro(Jettazione-; troppo veloce per poter d(tre un . 1wrere fondato; ma non tanto d.(, non fosciarci dubbiosi su qaa.nto è 8tato p1·or;eUa.to e sulla f'unzionalità. della nuova sc1iofo.. Abbiamo chiesto come. è strtta fatta la pro– gettazione, e siamo rimasti esterrefatti: la Commissione sindacale ha affidato l'incarico ad 11n tecnico di sua (id1,1.ciri! Sinceramente, non sia.mo d'accordo. Hil.eriiamo che un progetto-concorso avrebbe d(Lto risulioti miglior-i. Le esi– oenze di una scuola per ediii sono del ti1/,to diverse dc, q11elle di imo comune scuola.; e un progetto-concorso avrebbe ofjerto la possibilità di attirm·e snlla realizzazione l'interesse di im maggior numero di tecnici e di esperti. Su l'Avanti! del 28 maggio u. s. abbiamo anche letto la notizi(i dell'abbmidono. da parte delle 1·appresentanze sindacali dell'Assemblea ordinaria della Scuola d'Arte Mu– raria., una. vecchi.a e glol'iosa istituzione del movimento opera·i'.o edile milanese. 'Proppo poco è scritto in q11esto connmicato per poter esprimere un varere. Ma noi lo vorremmo esp1·imere con rom,petenzn di cm1sa e dopo civer conòsciuto i fatti. E se ti chiediamo una pubblica inchiesta questo av– v·iene solo perchè il problema non interess(J versonalmente nessuno di noi, ma l11tta fo ca.legoria degli edili. Attendiamo qttalche t·110 contributo atto ad off1·irci foce e fìd1wia. G1·a::ie. · NUOVA REPUBBLICA Il dissenso ti-a la nìinornnza, costituita dai rappi·e– f:!entanti delle organiz,rnzionj sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro, e la maggioranza degli ex allievj, era rappresentato da una p1'oposta di variazione degli statuti i quali, allo stato atiuale, prevedono un Consiglio COfft· pòsto cli venti membri di cui otto delle organizzazioni sindaciali e dodici degli ex: allievi. I pi·imi, forti delle somme .spese a sostegno della scuola, Yolevano la mag– gioranza e, conseguenternente, la direzione effettiva del– l'ente, ed i secondi, forti del numero, l'esclusione delle organizzazioni sindacali per essere indisturbati pad.roni. Sul dil'itto •sacrosantç> dei rappresentanti sindacali di '\vere 1a. maggioranza non può esservi alcun dubbio; molte :::iser-ve in\'ece possono essei-e formulate sul come è stata impostata l'azione in sede di nssemblea generale degli iscritti (soci). Posto il problema in tennini di revi.,:;i~ne dello Sta. tuto ad una maggioranza ostile, era logica e scontatn una sconfitta. Se invece il problema si fosse posto in termini di program,ni per un necessar·io rinnovamento della struttura di questa scqola già' tanto benemerita, con relativi impegni di spesa, la questione si sarebbe spostata, perchè le dne pai-ti dovevano pronunciarsi no:1 più sul « chi comanda», ma sul « chi finanzia»: un ~ua_to, questo, sul quale l'attuale nu1ggioranza .degli ex al• hevt· non offre eccessive garanzie. ~• vero che porre il problema. in termini di programmi e dt mezzi finanziari significa saper enunciare questi pro– grammi (cosa non troppo chiara né ai datori di lavoro né ai lavoratori), ma era questa. Punica ma.niera per ef- fettivamente di1·igere e potem,iare una scuola che di' tutto aveva bisogno meno che delJ°abbandono delle rap– presentanze sindaca1i. Ora si pone un intel"rogativo: e dopo? Attenderemo la costruzione della « Pondazione Convitto Allievi del– l'Edi-lizia », e il giorno in cui per l'inaugurazione cale- 1·anno le tele che coprono questa opera della qnale ben poco è da.to sape.re, benchè sia realizzata con pubblico denaro, le organizzazioni sindacali riprenderanno la loro attività •formativa. Ma in. quali éondizioni? Nelle mede– sime condizioni in cui, 0ggi, per non aver saputo impo. stare il problema della scuola d'arte muraria in termini di 1·innovamento e di programm.i 1 sono slate costrette ad andarsene. · Infatti la progettazione di questa « nuova scuola per edilj » risehte dei medesimi ostacoli che i locali della Muraria oppongono a un adegnamento alle nuove esi– genze formative del settore. E se per la Muraria queste condizioni devono essere scontate, ciò non doveva essere ignorato per una realizzazione in corso di costruzione, per un'opera dalla quale, non nel passato, ma nel futuro si prospetta la funzione formativa. L'unico modo pe·r vincere le ostiliti1. cli certi ambienti a 1·ivedere certe impostazioni, è il discuterle pubblica– mente. Per questo ci associamo alla rfohiesta rivolta al compagno Fidia Sassano affinchè sulle colonne dell'Avant-i! egli, con la competenza dimostrata per altri settori, af– fronti pubblicamente, nel solo interesse délla categoria degl.i edili milanesi, il problema delle opere finanziate con i contributi dei lavoratol'i per la loro formazione profes- sionale. · Noi lo seguiremo con il solo scopo di portare un contributo concreto all'affei-marsi di una adeguata e fun– zionale attivitil formath-a nel settore edile, nella ,.provincia di l\:filano. AURO LENCI Burocrazia sindacale JUceoiamo e p11bblichia1110 <111esta ldtera del viceseryre– fario Sind. Edili ed Affini di Milano (CGII,), a c11i il 110• sin> collaboratore A uro J.e11ci l'ispo11deri1 111·ossim(lme11tc. MILANO, 1 giugno 1957 Egregio D-irettore, leggo nel n. 21. - a.nno· 5 - del settimanale da Lei diretto, Nuova Repubblica, un articolo dal titolo « Bu– r·ocrazia sindacale» a fìl'ma di Anro Lenci. Jt'i~-:Cioso. di interp.retare la .ii;telligenza Sua e dei Suoi 'lettor,i, aperta non a vuote polemiche ma alla ri. cerca della vel'ità e dell'esattezza, ritengo mio dovere, quale Vjce Segretar.io del Sindacato chiamato in causa dal– l'articolo dell'amico Lenci, precisare quanto segue: Lo) L'amico Lenci, dopo ave1· accennato alla esigenza, nella prnvineia di Milano, cli un Centro per la Fo.rma– z;ione professionale della maestranz;a edile ed affini, ac– cusa il Sindacato di catego1·ia aderente alla CGIL di non aver pennesso, anzi di aver ostacolato, la e.reazione di questo Centro. Ritengo che ciò non cot·d,s.ÌJ0ncla a vei-ità, ma anzi (ed Auro Lenci lo sa rnolio bene Pfl' aver con noi (La Giustizia acc11.~ail colpo polemizz.ando ferocemente co11 Uyo La Muffa) « Nè quadrip'artito nè caos u (167) nuova repubblica parecch.ie vçilte discusso il problema) se c'è stato un Sindacato che a fondo e seriamente si è impegnato per la realizzazione del- C.entro, questo Sindacato, senza tema di smentita, è stato proprio il Sindacato Edili della CGIL. Possiamo dire, in piena coscienza, di non aver ]asciato niente al caso, di aver fatto tntti i tentativi ·per arrjvaro ad una onorevole soluzione che non umiliasse nesst~no, tenendo contQ delle esigenze di tutti. Se siamo stati messi nella impossibilità di farlo, questo è un altro di~;corso. Ma la verità si acquisisce con fatti e non con parole. Ed ecco i fatti: il rnaggior impedimento alla forma– :done del Centro, e qui per l'esattezza il Lenci ha ra– gione, è derivato dalle difficoltà emerse dalla nomina. della rappresentanza operaia nel Consiglio. Il nostro Sindacato chiedeva che questa fosse nomi– nata sulla base degli accordi attualmente esistenti e ri– portati integralmente in testa all'articolo in questione. Al riguai-do, però, mi permetto di sottolineare due passi che devono essere sfuggiti affattento esame dell'amico Anro Lenci: « i rappresentanti delle Fedel'azioni sottoscl'iite assnrnono l'impegno·- andle per conto dei Sindacati pro– vinciali e locali - ad attenersi alla seguente concol 'da.ta norma. per· la nomina dei suddetti consigli di aromini– styazione di parte operaia». Più avanti si legge: ·« i Con– sigli di am111inish'azione provvederanno ad inserire in ogni caso un rappresentante delle organiz;zazioni provin– cial.i e locali ... ed ancora modificando altresl le attuali rnppresentanze cli lavoratori in proporzione alla effettiva sitnazione organizzativa delle singole organi½zazioni terri– toriali». Va inoltre tenuto conto che questo accordo, fii·mato il 19 djcembr·e 1952, è stato riconfennato nel 1954 in occasione della stipulazione 'del contraÌ:to di lavoro tuttora in corso. Che cosa, dunque, chiedevFtmo, noi Sindacato Edile della CCIL: delle cose impo~~iblli, irreali, inaggiungibili? ln coscienza riteniamo di no: chiedevàmo sola,nente il rispetto· deffaccordo firmato, cioè la nomina dei rap– presentanti in prOJ)Orzione alla effettiva ·situazione organiz– zativa delle singole organizzazioni. Il Sindacato Edili di Milano ha 20.000 iscrjtti, è sem– pre pronto a. dimostrarlo a chi vuole sincerarsene; gli altri sindacati di categoria (CISL, UIL) riconoscono che messi assieme sono lontani dal raggiungere una simile cifra, pur tenendo segl'eto il numero dei p.ropi·i adernnti; ma sono questi affari loro, ognuno in casa propria si ,·egola come meglio gli aggrada, e l'amico Lenci queste cose le sa m9lto bene. Tragga, il Jettore intelligente, le debite conclusioni. Ma vi è di più. Il Sindacato Ed.ile della CGIL pro– pose la suddivisione deUa rappresentanza del Consiglio, di sei membri, nel seguente modo: 3 posti alla CGIJ..,, 2 alla CISL, 1 a.Ha UI.L; cioè, in pratica, 3 alla COIL, 3 fra CISL e UIL: da maggioranza quindi eravamo di. sposti a passare di fatto in ·una situazione di parjteticità. Ma non solo questo proponemmo; in un estremo tentativo di conciliazione, chiedemmo di applicare un accordo in via provvisoria sulla base della situazione esistente oggi alla Cassa, Edile ed al Convitto pe1· gli alunni. In pra– tica 2 posti alla CGIL, 1 posto alla CISL o 1 alla UH., concedendo in più che i due posti di S.indaci andassero alla CISL e alla UIL; in pratica si addiveniva ad una situazione di questo genere: la CCJL• 2 posti; la CISL e la UIL 4 posti. Come si pnò chiamare, questo, volontà di non ac– corcio, caro Auro? Di fronte avevamo i Sindacati della ClS.L e della UIL che sostenevano pi\riteticitlt ln tutto. Due Consiglieri pili un Sindaco pet tutti, c.ioè: 3 po$ti alla CCIL, G posti alla CIS L e alla UIL. E1·a questa, ed è tuttol'a, una proposta che fa a pugni con 1'acco1·do firmato e sotto:--critto dalle tre organizzazioni sindacali -più sopra citate. 2.o) Anro Lenci sostiene che la CISL e la UIL riu– sciranno nel corso della stipulazione del nuovo contratto ad ottenere nel Consiglio la pariteticità da loro proposta, ri– correndo, secondo il suo dire, al ricatto « o fot·ma pari– tetica o niente firma del contratto ». Può anche darsi, non posso e nemmeno voglio confer– mare o ;Smentire la possibilità di un s.imile atteggiamento, anche pei·chè non spetta a rne. Ritengo però che neppure l'amico Auro possa decidere o stabilire l'atteggiamento e la posizione dei Sindacati della CISL e della UIL. Rilengo altresì che, qualorn si verificasse una situa– zione del genereJ come pott-à valere questa posizione, po– trà anche valet·e la nostra, di chiamare i lavoratori a de– cidei·e sulla loro rappresentanza attraverso libere elezioni. E ancora, scusandomi con Lei, signor D.irettore, e con i Suoi lettoi-.i pe1· la loro pazienza, perchè l'amico Lenci va a caccia di mulini .a vento di donchisciottesca me– moria, scoprendo non so quali dissidi e 1otte intestine fra socialisti e comunisti all'interno del Sindacato? Il problema del Cent1·0 è un problema che appassiona per la sua importanza, per la estrema necessità da parto della nostra categoria alla Sua attuazione. Attorno a ciò si è svolta una appassionata e approfondita discussione i e ognuno, a.I di fuori delle posizioni politiche a cui appartiene, si è sforzato di portare il meglio di se stesso per la definizione del problema. Chi scrivo è un socialista, e posso dare in piena co. scienza l'assicurazione c11e tutte le questioni e le proposte sono state discusse, acéettate o respinte, in fraterna e una– nime collaborazione Con .i compagni comunisti. Così fa– cendo, pensiamo di aver fatto e di fal'e bene, non nel– l'internsse « della burocrazit1 sindacale e in questo caso della bnrocra~ia comunista » come tu ~fferrùi, ma neffin– teresse unico e reale dei lavoratori. Tanto per l'esattezza. La ringrazio, signo1· Direttore, e Le porgo cordiali saluti. FRANCO ~U_cINI

RkJQdWJsaXNoZXIy