Nuova Repubblica - anno V - n. 24 - 16 giugno 1957

nuovll repuhJ Comitato direttivo, TRISTANO COO/GNOLA (direttore resp.), PIERO CALEFFI, FERRUCCIOPARRI, PAOLO VITTORELll. Segr. d; redazione: GIUSEPPE FAVATI. Direz. e redaz.: Firenze, Pia,:za libertà 15, tel.. 50-998. Amm.: Firenze, Piazza Indipendenza 29, te!. 483·207/8. Autoriz, Trib. Firenze del 30' dicembre 1952. Printed in ltaly. St. Tip. de cla Nazione», Firenze, Via Ricasoll 8. 167 • ANNO V • N. ~ft~ Un numero L. 40. Estero l. 50~ Un numero arretrato l. 50. ·Abbonamenti: annuo per Italia e Francia L. 1500, sem. L. 800, trim. l. 450. Estero1 L. 2000, 1100, 600, Sostenitore L. 10.000. C/C post. 5/6261, «La Nuova Italia», Firenze. Gli abbonamenti de– corrono dall'inlzio del m~se. Per ~1bblicità rivolgersi all'Amml• nlstrazione. Tariffa: l. 15.000 per IM:,r,:ionl di mm. 70 per colonna. ESCE LA DOMENICA LA VERA SCEI~T A di TRISTA.NO CODIGNOLA. I L 22 e 23 giugno p. v. avrà luogo a F~renz2 l'an– nunciato Convegno Nazionale di Unità popola1e: giu– sto a un anno di distanza da quello che pre~e atto delle affermazioni conseguite nelle amministrative del mag– gio '56 e del~a politica, in quella occasione collaudata, di a1leanza col' PSI e di testimonian·za della sua volontà di partecipare in ·primo piano_ alla ricostruzione (sarebbe più èsatto dire, costruzione) dello Stato democratko ita– liano. Unità popoiare si era posta, fin dal suo nascere, comè proble71la primo, quello della immissione diretta, nell'evoluzione della democrazia italiana, delle grandi masse popolari: aveva esattamente· individuato l'impos– sibilità di pervenirvi, per ragioni o~vie di politica inter- . n·azionale e di metodo, per tramite della guida politica del partilo comunista, pur riconoscendo ch'esso restava una massiccia realtà sociale del paese, con cui era illu– sorio pensare di far. i conti ignorandola o cercando so– lidarietà conservatrici e reaziOnarie; aveva, in altre pa– role, felicemente compreso l'impasse a cui si avviava la potit-ica italiana per il crescente potere e prepotere dei cattOli~ sotto la minaccia _costan_te di clericalizza,. --..,z~1o'ne; e l'in1posSfb11JréÌ 01 .superar.o cbnformulè fron– tiste (nelle quali il PSI si era indugiato per lunghi anni) o con formule saragattiane 1 nelle quali si era avvilito lo ·slancio di rinnovamento sociale nella libertà che aveva caratterizzato alcune delle figure più alte, che proprio in questi giorni si celebrano, deirantifascismo. L'evòluzione del PSI verso un'assunzione in proprio di responsabilità l,}Olitica nel paese, già palese al con– gresso di Torino, fu, dunque sostenuta; incoraggiata, avallata come potemmo: superata la strozzatura peri– colosa del 7 giugno con la sconfitta della legge maggio– ritaria (e- non sarà male ricordare agli immemori, che non mancano anche fra gli amici, che in quella o~ca– sione UP giuocò un ruolo non soltanto decisivo ma anche così disinteressato, da consentire col proprio sa– crificio un rafforzamento cospicuo delle rappresentanze parlamentari delle altre sinistre), tutto lo sforzo di UP fu dunque quello di allinearsi a fianco del PSI, in cui aveva individuato il possibile centro della nuova sini– stra, per,: collaborare a quella 'apertura' o 'inserzione democratica' dei socialisti, che ebbe diversi nomi; ma che divenne per la prima volta esP,licita con la di– chiarazione congiunta PSI-UP alla vigilia delle ammi– nistrative del '56. L'esito e la condotta di quelle ele– zioni confermarono e suggellarono, con un successo non dubbio Perchè chiaramente qualificato, quella linea· po– litica. Il problema della funzione di UP, del nostro mi– gliore inserimento nell'azione politica (posto che nes- · suno di noi ha vocazione all'eremitaggio), doveva ef– fettivamente porsi allora: e certamente si sarebbe po– sto, se l'intero sviluppo della situazione Politica non fosse stato sconvolto da due eventi, interno e inter– nazionale, di g[ande portata. Alla fine di agosto, l'in– contro di Pralognan rovesciava bruscamente le pro– spettive intorno alle quali UP aveva lavorato (ricostru-· zione di una grande· sinistra socialista e democratica· centrata intorno al PSI) riproponendo al paese una prospettiva diversa, quella della unificazione sociaìista: · e~ di conseguenza, ridestando nel paese quella confusa, torbida e pericolosa atmosfera senÙmentale che ac- · compagna quelle parole. E' ovvio che unificazione so-. Clalista compiuta fra PSI e PSDI assisi su due piat- · taforme tanto diverse non poteva che avvenire su una~ base di compromesso a mezza strada, precisamente il contrario della precedente prospettiva, la quale postu- · lava la liquidazione, a più o 'meno breve scadenza, della rappresentanza democratica del socialismo assunta, non· senza profonde contraddizioni, dal PSPI nella lunga ca– renza del PSI. Anche chi, come il sottoscritto, non mancò di richiamare allora l'attenzione sui pericoli e:he si celavano dietro l'euforia della 'svolta' non potè, in realtà, che assistere impotente alle conseguenze pre– viste e scontate: l'unificazione in quelle condizioni im– possibUe; là generale successiva disillusione, il riflusso d'una parte del P~I su posizioni già superate. Inter– venne subito _appresso la grande scossa di Ungheria e di Polonià:: che' riportava sul piano drammatico del- l'insurrezione popolare l'esigenza di una nuova guida del movimento .operaio,. già espressa dai risultati del XX Congresso e dai primi pap._,..,i del post-stalinismo in Russia. Questi eventi tragici e giganteschi furuno certo un'occasione, di cui il PSI n0n mancò di usare con franchezza e coraggio, per rib:1dire in modo definitivo là riçonquistata coscienza sociglista di . un modo 'pro– prio', ben distinto da quello1 comunista, di porre · problemi della trasformazione .('OCiale: ma, nello stes~o tempo, tolsero anche il velo t-sul grande 'vuoto' che stava dietro questa ritrovata trolontà socialista: vuoto ideologico, culturale, organizzatyvo, strutturale, determi– nato non tanto e non soltanto dagli anni di . stretta aderenza del PSI alla politlca comunista, quanto dal grande interrogativo leninista, rimasto praticamente senza risposta dalle sponde socialiste per oltre venti– cinque anni: dal grande interrogativo ideologico, teo– rico, pratico, strumentaJe, metodologico che i comunisti avevano poste;>a tutto il movimento operaio dal '17 in poi, ed avevano per loro conto cercqto di risolvere, in u;1 mo~lo che si. andava pr~~ic;siv,lm€!nte ch.iuden.do parallelamente al consolidarsi dell.a tirannia staliniana, con lo sforzo di ·e14borazione ideologica, col valore della cospirazione e dell'insurrezione, con un'azione politica costante e tenace di Progressivo assor'bimento di ogni altra possibi}~~lternativa di sinistra. Era il grande in– terrogativo, a cui si era tentato di rispondere solo fuori dell'ortodossia, e addirittura f4ori dai quadri del par– tito, da Gobetti, da Rosselli, dal giellismo e dall'azio– nismo, pur nelle sue molte contraddizioni e incertezze. Budapest e Varsavia dunque ponevano davanti agli occhi di tutti f socialisti il grande 'vuoto': e la ne– cessità e l'impegno urgente di riempirlo qu·esto vuoto, di dare giustificazione storica e senso politico al socia– lismo, d'inserirlo - al di fuori della stucchevole ripe– tizione dell'imparaticcio ideologico - nella carne viva della nuova società in gestazione, dèÌ nuovi rapporti di classe. Solo qualche insulso retore poteva in verità in– terpretare quei fatti come una buona occasione per trascinare sul fallimentare piano de11a pcrlitica sara– gattiana tutto il socialismo italiano: ma .ogni militante .. cosciente sapeva, o se non sapeva sentiva, che la qua– lificazione che il PSI giustamente cercava nel giudizio intorno a quei fatti non era e non poteva essere valida che contemporaneamente ad un i-innovato impegno di lotta per ridonare al socialismo italiano i titoli di as– sumere una funzione propulsiva di tutta la sinistra: in altre parole, per ava:ç.zate all'intero movimento operaio italiano proposte, soluzioni, battaglie, più ·idonee alla generale vittoria di quante potesse e possa proporne il partito comunista. Gli equivoci" non mancarono: lii 'svolta' unificazio– nista rischiò a Venezia di far saltare la stessa ricon– quistata autonomia ·politica del PSI; e il giudizio so– cialista sulla Cfisi sovietica poté apparire in qualche momento fermarsi alla recriminazione, senza la suc– cessiva fase della creaziofle, e dell'imJ;)egno. Sono le dif– ficoltà di questi mesi, .troppo note .e preser:iti a tutti perchè convenga insistervi. Ma intanto,· nel turbine che rischiava di travolgere ben _altre forze, che restaya, che funzione Poteva re– stare per i nostri coraggiosi gruppi di m"inoranza? E qui forse occorrerà dire· ài compagni alcune. parole chiare. La funzione esercitata efficacemente da UP fino alle amministrativ~ del '56 era da considerarsi compiuta fin,· da allora. La pressione sui socialisti per una . loro diretta inserzionè nella dialettica democràtica del paese aveva ottenuto i suoi effetti. Certo, all'interno del PSI molto· permaneva d'incertezza fra vecchio. e nuovo, molti e pèricolosi i ritorni di· fiamma: ma da certe sc·elte non si ·torna· indietro. E la situazione politica italiàna pre– meva Per suo conto in tal senso. Se ancora qualche anno fa una politica d'intesa col PSI avrebbe qualifi– cato inevitabilmente di 'frontismo' (e quindi avrebbe minacciato di isolàmento) chiunque la tentasse, la si– tuazione poiitica it8.Uàna correva ormai rapida verso la formazione di uno schieramento nuovo, di social:sti e di democratici di varia tendenza, e lo stesso tentativo di. 'dialogo coi cattolici' (checchè possa peQ.sarsene) era e Nuova~ Repubblica> è settimanale politico e di cultura. E' anchs giornale murale, registrato presso Trib, di Firenze con dècreto n. 1027 del 21 luglio 1955. Manoscritti, fotografie, disegni an• che se non Pubblicati, non si restituiscono. Diritti riservati ·per tutti I Paesi. Il periodico viene inviato gratuitarnente in saggio a • chiunque ne faccia richiesta. Spediz. in abbonam. postale Gr. Il. . 16 GIUGNO 1957 • L. 40 I dialogo dei socialisti coi cattolici, ormai ~enza più bi– sogno d'intermediari. UP, in questa sua funzione, era stata ormai bruciata dalla sua stessa vittoria morale: il modo più bello di finire per una formazione politica d·avanguardìa; Ii rafforzamento dei legami fra socia– lismo e democrazia passava ormai dentro il PSI, o - fuori del PSI - attraverso tutti· i partiti demo– cratici: la funzione di UP si riduceva a pura testimo– nianza i; presenza. Ma già un anno, fa, e poi sempre più chiaramente nei mesi successivi, e nei nostri dibattiti e nei nostri incontri, noi abbiamo cominciato a sentire acutamente che l'operazione di 'apertura democratica' del PSI 1 per quanto importante, restava tuttavia un mezzo, uno stru– mento di una prospettiva ben più lontana e permanente, la trasformazione del PSI e dell'organizzazione politica della sinistra italiana per farne un'effettiva e pratica– bile alternativa alla conservazione clericale. Che inte– resse poteva infatti avere, alla fine, la qualificazione 'democratica' del PSI s'essa si fosse dovuta pagare con la perdita-deì contatti con le grandi masse, col progres– sivo spostamento del PSI su posizioni .... socialdemocrati– che? Ma quella qÙalificazione assumeva invece tutto il suo valore, se la si vedesse come strumento necessario per far irrompere nel giuoco òemocratico italiano con un ·peso determinante non il PSI per se stesso; ma il PSI come rappresentante autentico della sinist.ra ita– liana. Problema di fondo della nostra vita pubblica: problema di sempr~. Come esprimere fuori delrideo– log1a <'omurnst,1 le esi,e;enze -.autentiche della povera gente t è"Ome èspnl'Dé1'e-;'"'""ins~i'tL,le ... ,i'rnuo.1 ma:Se ?ùpe– raie qualificate, i tecnici, le nuove leve intellettuali stret– tamente connesse alle nuove forme di produzione? Sta– bilito di applicarè un metodo politico di 'democrazt~•, poteva forse essere questo sufficiente a rispondere agli interrogativi di fondo del paese? Per quale tramite, con quali proposte; con quali strutture possono i socialisti, meglio dei comunisti, aprire la strada a una diversa spartizione del potere politico? E che fonti ha, oggi, il potere politico? E' sufficiente l'identità tradizionale di potere e proprietà o la struttura economica det nostri tempi ha messo in rilievo altre fonti di potere? E fotti questi problemi si possono porre come pura e semplice opposizione frontale ai 'comunisti, o interessano in egual misura anche molti comunisti, e la linea di divisione passa piuttosto tra vecchio e nuovo, tra conformismo ed eresia, fra burocrazia e spontaneità dal basso? Alcuni clamorosi casi di rivolta del1a 'intellighentia' comunista s'incaricarono di rispondere a questa dolT;anda. E le· sconfitte (non gravi del resto) patite nelle rece11tiss=me ainministrativé dai socialisti stanno lì a dimostrare che la 'democratizzazione' non chiude ma apre problemi, non è un fine ma un mezzo. Chi può dire, chi dirà con tutta la libertà necessaria queste cose? Chi potrà spingere avanti, fino in fondo, la ricerca, l'analisi necessaria, senza rischio d'imbat- CONVEGNO NAZIONA DIUNITA' POPOLA FIRENZE 22-25 GIUGNO 1957 Apertura : sabato 22 - ore 9,30 Sede : presso Mostra Nazion. del/' Artig., P.za Libertà Ingresso: Via Giovanni Pascoli

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